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notizia del 21/07/2008 messa in rete alle 23:08:58
Europe Emergency, Primo soccorso a servizio dei cittadini
Tra le ultime nate, Europe Emergency è l’associazione di volontariato che opera attivamente da febbraio 2008. Il Direttivo dell’associazione è composto da medici, infermieri e da Giovanni Smecca, coordinatore tecnico. Questa associazione svolge corsi di formazione per associazioni, aziende pubbliche e private e per la popolazione, nell’ambito del primo soccorso. Dopo il primo corso di preparazione realizzato a febbraio di quest’anno, si contano circa 20 volontari già mediamente preparati alle attività di soccorso. A settembre il via ai nuovi corsi, in cui i giovani già preparati saranno di supporto allo svolgimento delle attività pratiche, per i nuovi componenti. I partecipanti che hanno seguito i corsi sono preparati a svolgere attività di ambulanza, sempre seguiti nel percorso.
L’associazione a settembre ha fatto richiesta di affiliazione all’Anpas, ossia l’organismo regionale all’interno della quale convergono circa una trentina di associazioni del territorio siciliano. Europe Emergency si occupa del primo soccorso, per la salvaguardia del cittadino. E’ necessario realizzare gli interventi idonei di soccorso relativi al singolo caso. L’iscrizione all’Anpas è il punto di partenza, attraverso la quale Europe Emergency trova un organo di riferimento. Insieme alle altre, questa associazione partecipa al Cesvop, che come casa del volontariato segue e sostiene diverse associazioni.
Per approfondire gli aspetti più salienti dell’attività svolta dall’associazione, abbiamo rivolto qualche domanda al presidente di Europe Emergency, Giovanni Prudenti.
– Chi sono i volontari di Europe Emergency?
«I partecipanti appartengono alle categorie più svariate, il corso preparatorio dura circa 1 anno. Ogni componente dedica all’associazione la parte di tempo di cui può disporre. Chiunque è ammesso a partecipare, fino a quando ha le funzionalità necessarie per svolgere questo tipo di attività. La preparazione che viene data a questi giovani è abbastanza rigorosa. E’ ovvio che la condizione del para sanitario premette che il soggetto-volontario sia preparato ad ogni eventualità. La divisa non è solo un abbigliamento, ma è una responsabilità nei confronti del cittadino che ha bisogno di aiuto. I giovani minorenni che intendono partecipare possono farlo con il consenso dei genitori. I minorenni che ancora svolgono un attività scolastica collaborano, ma vengono sempre indirizzati a non trascurare la carriera scolastica. Il volontario è prima di tutto un soggetto che svolge una attività lavorativa diversa da questa. Circa il 30% dei volontari iscritti rientra tra quelli già operativi».
– Quali sono le attività che in genere l’associazione svolge?
«In genere ci troviamo ad affrontare trasferimenti di pazienti, questa rientra fra le attività ordinarie dell’associazione. Mi piace pensare che un giorno la struttura sarà così aperta, da poter essere di supporto al 118. In quel caso si dovrebbe avere la presenza di almeno 70-80 volontari operativi, a supporto delle strutture istituzionalmente presenti, quali il 118 e l’azienda ospedaliera Vittorio Emanuele. Auspichiamo che in futuro si possa realizzare questo rapporto diretto. Sicuramente necessita del tempo, ma siamo fiduciosi che ciò si possa realizzare con la volontà e l’impegno».
– Quali gli obiettivi primari di Europe Emergency?
«Gli obiettivi primari sono quelli di acquisire risorse umane, mezzi e attrezzature necessarie al territorio. Uno dei problemi già collaudati attraverso altre realtà associative, riguarda i malati oncologici. Divenire una realtà presente a tutela del paziente, ma anche della famiglia che vive direttamente il problema, è uno degli obiettivi. E’ indubbio che le associazioni incontrano sempre problemi legati a fattori economici. Spero che l’amministrazione comunale si interessi equamente a tutte le associazioni, oltre a valutarne le caratteristiche. Il volontariato si trova ad affrontare tante difficoltà nel quotidiano. E’ una realtà che non ha colore politico, anche se spesso i riscontri non sono sempre positivi».
Autore : Martina La Gristina
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