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notizia del 05/06/2009 messa in rete alle 23:05:44
Autonomismo e orgoglio
“Attenti aaa ….destr” è il comando che si impartisce alle truppe che sfilano in marcia per rendere omaggio alle autorità, al suono della ritmata “Parata di eroi”. Forse il nostro governatore Lombardo, in questi giorni, merita un omaggio di tal genere. Si intende un omaggio selettivo, molto selettivo, anzi, unicamente mirato alla coraggiosa tattica messa in atto verso la sua stessa coalizione, con particolare riferimento a quella parte di Pdl che definisce “Ascari”.
L’occasione è ghiotta per tentare di spendere qualche ragionamento su un evento politico ed una tattica correlata che merita attenzione e che testimonia come i siciliani non vadano mai sottovalutati, in quanto ad intuito ed analisi, confermando la loro apparente imprevedibilità, frutto invece di una lucidità che ne caratterizza l’ingegno.
Il nostro Governatore batte tutti sui tempi: prima si fa paladino dei governatori delle regioni del Sud, organizzando a Palermo, in piena evangelizzazione sul federalismo calderoliano, un fronte di governatori di tutti gli schieramenti, accomunati dalle sorti attuali e possibili delle regioni meridionali. E successivamente, poco prima dell’espressione del parere elettorale per le europee, azzera la giunta regionale e nomina, a breve giro, i nuovi assessori. Molti presi da personalità di spicco e alcuni tra esponenti delle professioni. Scatenando una turbolenza nazionale che attira l’attenzione dei vertici del PdL e dello stesso leader maximo.
Non è secondario l’appoggio che l’azione ha avuto tra coloro del Pdl che fanno riferimento all’on. Micciché e all’ex segretario regionale di An Pippo Scalia. Questo determina un fronte non partitico ma trasversale, perciò non liquidabile con la semplice constatazione di polarizzare l’elettorato prima delle elezioni.
Quali sono i ragionamenti sottesi e la novità dell’evento? Tento di dare qualche risposta plausibile. Lombardo da tempo ha compreso che il PdL, o almeno la sua componente più consistente, ha colonizzato la Sicilia, forse più ancora di tante altre regioni, asservendola alle esigenze emergenti del nord. L’accezione di “Ascari” non è casuale. Gli Ascari erano le truppe indigene che l’Europa coloniale e l’Italia mussoliniana utilizzavano per controllare militarmente i popoli africani conquistati e ridotti in colonie. E Lombardo non è uno che usa parole e frasi a caso. Il modo con cui la Lega ha buttato le basi del federalismo ha dimostrato come, alla fine, l’autonomia siciliana invece che valorizzata, veniva ricondotta ad un’anomalia. Anomalia per la perequazione che occorreva introdurre tra le regioni federate che non avrebbero accettato i privilegi dell’autonomismo in un’ottica di trasferimento di risorse dalle regioni più ricche a quelle più disagiate. Non a caso il primo punto del nuovo programma della nuova giunta di Lombardo è proprio il riconoscimento della gran parte delle accise derivanti dalla raffinazione del petrolio da attribuire alla nostra regione.
Il secondo aspetto prevalente è che Lombardo ha capito che l’unico modo di condizionare il PdL è di comportarsi come la Lega, in maniera simmetrica anche se diametralmente opposta. Sfidare nella propria terra il PdL, caratterizzare la peculiarità geografica del nuovo partito autonomista e dimostrare di saper osare come la Lega osa nelle regioni del nord, tanto che il Presidente del Consiglio con Bossi non dialoga ma tratta. L’intuito di Lombardo ha compreso tutto ciò, ma soprattutto ha capito che con il PdL non servono le zone grigie, fatte di accordi o dialoghi con i vari esponenti del partito, vale solo il rapporto con il Cavaliere e il rapporto deve essere improntato unicamente a trattative.
Procedere diversamente significa sopravvivere sapendo di essere prima o poi annientato.
E’ una sfida e come tutte le sfide ha qualcosa di epico, almeno ha il pregio di essere una visione di tattica politica che tenta di anticipare gli eventi e dominarli. L’autonomismo siciliano, sulle tattiche, ha dimostrato di avere almeno una sua lucidità. Sulle strategie, per rilanciare la Sicilia, è tutto un altro discorso, purtroppo slegato da questa epica che solo i siciliani sanno organizzare. Quindi non un “presentat …arm” ma un “attenti a …destr”, al nostro Governatore, ci sta proprio.
Autore : Sebastiano Abbenante
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