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notizia del 22/06/2005 messa in rete alle 23:01:31
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Nuova condotta per il greggio
La Regione dimostra di non essere tempestiva nonostante gli impegni pubblici assunti dal governatore Cuffaro in una sua visita a Gela nel maggio scorso? Che fare? Rimanere con le mani in mano? Forse i carrozzoni pubblici ce l’hanno nel sangue quello di rinviare alle calende greche, ma un’industria come la Raffineria di Gela che vedendo il rischio di dovere bloccare gli impianti per mancanza della materia prima (il greggio proveniente da fuori) non può permettersi di stare ferma. Ecco che il colosso industriale decide di darsi da fare. Affidandosi alla progettazione di Saipem provvede alla costruzione di una sea line, una condotta sottomarina che collegherà il terminale petrolifero, distante circa tre miglia dalla costa, alla Raffineria. In tal modo il greggio affluirà direttamente agli impianti senza soluzione di continuità potenziando la capacità produttiva ed ottimizzando la marcia degli impianti at-tualmente sottoutilizzati. L’opera è stata avviata in tempi brevi – come ha spiegato alla stampa l’amministratore delegato della Raffineria di Gela Giacomo Rispoli – e si è resa necessaria per ripristinare l’approvigionamento del greggio proveniente dall’esterno dal momento che le vecchie condotte sono fortemente danneggiate per via dei marosi del 26 dicembre 2004 che hanno colpito a più riprese la diga foranea che presenta squarci paurosi.
Mercoledì scorso a bordo della Nave posatubi "Crawler" della Saipem, società dell'Eni, è stato presentato il progetto per la realizzazione della condotta che consentirà il trasferimento continuo del greggio agli impianti della Raffineria. Il progetto che, come si diceva, è stato affidato dalla Raffineria di Gela alla Saipem, leader mondiale nelle opere offshore, comporta l'investimento di circa 15 milioni di euro. L'opera è stata avviata in tempi rapidissimi per garantire la piena efficienza del sistema di approvvigionamento compromesso che aveva danneggiato la diga foranea. L'opera sarà completata entro l’ottobre di quest’annocon l'utilizzo di tecnologie innovative e della nave Crawler della Saipem per la posa della tubazione. La tecnica utilizzata consente di montare a bordo della nave la condotta in un unico pezzo per essere poi posata sul fondo del mare garantendo la sicurezza ambientale dell'opera.
All'iniziativa sono intervenuti il presidente e amministratore delegato della Raffineria di Gela, Giacomo Rispoli, i rappresentanti della Saipem, il vice Prefetto Cusumano, i comandanti provinciali dei carabinieri e della guardia di Finanza Fischione e Straziota, il comandante della Capitaneria di Porto Macauda, il presidente del Tribunale Genco, il Presidente della Provincia Filippo Collura, il presidente dell’Assindustria Montante ed altre autorità del mondo del lavoro e del sindacato. Presente tutta la stampa locale e tv private, tutti con elmetto e maschera antigas, si è partiti con un autobus noleggiato dall’azienda dal piazzale antistante il palazzo di vetro e ci si è incuneati tra le varie isole dello stabilimento per giungere al terminale del pontile dove era ad attendere gli ospiti un battello che li avrebbe condotti al largo ad est della diga per assistere da bordo della posatubi Crawler ai lavori in corso. Per l’occasione, speaker d’eccezione l’ing. Rispoli, dal microfono di bordo illustrava al passaggio dell’autobus i vari reparti che si incontravano: laboratorio chimico, centrale termoelettrica, Isaf. Da quelli vetusti e in disarmo ai più recenti come lo Snox. Grande interesse ha suscitato l’alta tecnologia impiegata per la costruzione della sea line e soprattutto da record i tempi per la realizzazione della condotta che trasporterà il greggio direttamente in raffineria. Per salire a bordo della Crawler è stato utilizzato una sorta di ascensore azionato da una gru dal nome “personal basket” costituito da un cesto avvolto da una rete a base di corde sui cui aggrapparsi con le mani. Un’operazione al cardiopalmo inizialmente ma alla quale i circa quaranta ospiti del momento si sono abituati dimostrando calma, sangue freddo e divertimento.
Cosa hanno detto.
– Ingegnere Rispoli qual’è importanza di questa giornata?
“E’ quella di far vedere come in pochissimo tempo una volta avvenuta la mareggiata il 26 dicembre scorso, siamo riusciti mobilitando Saipem che è la leader mondiale in questo settore a mettere in moto un progetto importantissimo per assicurare in tempi brevissimi una nuova sea line e quindi assicurare la fornitura di materie prime al nostro stabilimento”.
– Vuole illustrarci il progetto da voi commissionato a Saipem?
“Abbiamo con la Regione e la prefettura individuato una modalità di massima di ricostruzione del condotto per il trasporto del greggio dal terminale alla raffineria. Noi abbiamo dato la disponibilità a guidare questo progetto assieme a Saipem. Il lavoro è stato stimato circa 35 milioni di euro, deici milioni dei quali siamo disponibili a metterli noi. I restanti 25 dovrebbe metterli la Regione. Tutta l’operazione noi l’abbiamo subordinata ad una nostra direzione del progetto considerato che la diga e di proprietà della Regione. E’ nota a tutti la transazione che abbiamo in corso sul credito che vantiamo dalla Regione dell’importo di 61,6 milioni di euro per la gestione del dissalatore. Se si darà corso ad essa noi gestiremo i lavori di ricostruzione della diga altrimenti diciamo che in assoluta emergenza per prevenire situazioni delicate, tureremo la falla centrale della diga di circa 40 metri. Impegneremo circa 5 milioni di euro e questo lavoro sarà completato entro il mese di ottobre”.
– Risposte della Regione ad oggi?
“Non ci ha ancora risposto”
– Quanto tempo è passato dalla vostra proposta?
“Più di un mese. Ci è stato detto anche che la Regione è d’accordo. Il presidente Cuffaro quando è venuto da noi allo stabilimento, ha dichiarato che a giorni avrebbe firmato. Siamo ancora in attesa che ci convochi”.
– Pur con tante difficoltà in cui si trova a dover combattere, l’Eni manterrà la sua presenza nel territorio?
“Possiamo dire che l’Eni in tutte le sue attività schiererà il meglio della tecnologia di cui dispone. L’esempio di oggi e del progetto di miglioramento ambientale che abbiamo presentato lo scorso 12 maggio, sono una testimonianza effettiva e tutte le cose che facciamo lo facciamo ricorrendo al meglio. Ciò significa che questo stabilimento è per noi una cosa molto importante”.
– Che previsioni fare sull’occupazione? Mantenimento dell’attuale o incremento?
“La cosa importante è fare in modo che lo stabilimento possa essere sempre competitivo, rispondente a tutte le norme di sicurezza, e garantire un ritorno agli azionisti. Questa è la garanzia che si possa guardare avanti con serenità per i livelli occupazionali”.
– La crisi della chimica può essere un ostacolo allo sviluppo dell’industria nel territorio?
“Oggi il settore della raffinazione è molto importante e strategico. I prezzi così elevati che sono oggi nei carburanti, dipendono dalla riduzione della capacità mondiale di raffinazione. Per cui raffinare il greggio, produrre prodotti petroliferi è una cosa molto importante e strategica per il mondo intero”.
“Oggi l’Eni sta facendo una grande politica industriale – ha affermato il presidente della Provincia Filippo Collura – e noi la stiamo seguendo con grande attenzione e anche sotto il profilo occupazionale. Stiamo interloquendo con la dirigenza della Raffineria che ci pare molto sensibile al problema occupazionale anche se un calo negli ultimi anni c’è stato. Però è dovuto un grazie all’azione del sindacato ed all’attenzione degli Enti locali e del territorio, che hanno tenuto costantemente presenti il livello occupazionale, ma anche grazie alla sensibilità dimostrata dagli organi dirigenti dello stabilimento”.
“L’iniziativa di oggi – ha detto Alessandro Piva segretario della Filcea Cgil – serve a far vedere le garanzie di sicurezza nel trasporto dei prodotti per conoscere dove nascono i pericoli e come si fa per prevenirli. Intanto diamo atto alla Capitaneria di Porto ed alla Prefettura che si sono rispettati i tempi per realizzare la sea line che collega il campo boa al porto. La stessa cosa però non sta avvenendo per la diga. Il presidente Cuffaro aveva preso degli impegni solenni quando era arrivato a Gela e non li sta mantenendo. C’è il rischio che si danneggi un lavoro positivo che si sta costruendo. Questa apertura che c’è tra l’Agip e il territorio, deve vedere anche le istituzioni e in questo caso quelle regionali, sensibili all’esigenza”.
“E’ una bella iniziativa a parte aziendale – ha affermato Silvio Ruggeri segretario generale Uilcem Uil – perché ci fa toccare con mano il grande lavoro che queste persone riescono a fare in un cantiere a cielo aperto, molto meticoloso e di altissima qualità e competenza. E’ necessario che per quanto riguarda il problema diga foranea, impegno della Regione e della Raffineria, si tratta di sinergie che devono mettersi insieme. Non c’è dubbio che la diga è della Regione e questi lavori avrebbe dovuti farli già da un bel po’. Abbiamo saputo dall’azienda che la Regione da sola non avrebbe potuto realizzare l’intera opera e per questo si è messa a disposizione cercando di fare convergere gli interessi finanziari. Da parte sindacale noi abbiamo spinto perché questa è l’asse portante dell’operatività della raffineria. Se viene a mancare la diga, per via della produzione dell’acqua dissalata, ne subirebbero le conseguenze negative tutto il territorio e probabilmente tutta la Sicilia”.
Autore : Nello Lombardo
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