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notizia del 15/01/2004 messa in rete alle 22:55:11
I sindacati: “Spiragli per la fabbrica”
Che prospettive si aprono nella nostra città sul piano dell’occupazione, dello sviluppo compatibile e sulle sorti del Petrolchimico. Lo abbiamo chiesto ai tre massimi responsabili del sindacato dei chimici ponendo delle domande specifiche alle quali hanno risposto con chiarezza anche se qualcuno di loro non si è voluto sbilanciare più di tanto. Complessivamente le prospettive sono buone. A poco a poco va sbloccandosi il problema dei serbatoi di stoccaggio del petrolio, le navi che portano via il nostro greggio per altri lidi a breve dovrebbero smettere di insaccare l’oro nero che ritornerà ad essere utilizzato per la distillazione frazionata nella nostra raffineria. Poi le strategie dell’Eni dovrebbero cambiare in positivo per il nostro territorio dopo il rinvenimento dei due giacimenti di metano che potrebbero soddisfare il 5% dei bisogni nazionali, e poi ancora potrebbe essere la volta della costruzione del collettore che trasporta il gas libico, e tante altre novità pronunciate a fil di parola. Prudenza vuole che no ci si esalti tanto, ma siamo ad un inizio d’anno che promette bene.
Non è più tempo in cui schegge impazzite di lavoratori sparano ad alzo zero contro il sindacato, né è tempo in cui il sindacato se ne sta con le mani in mano. Anzi in questo scorcio di anno molto difficile per gli eventi succedutisi ha dimostrato molta saggezza, ha saputo lavorare senza eccessivi rumori risultando incisivo nelle proprie richieste e quest’anno potrebbe essere l’anno buono in cui verranno raccolti i frutti. Fondamentale a questo punto che politica, sindacato e associazionismo marcino assieme ciascuno con le proprie responsabilità e competenze ma nel raggiungimento dello stesso obiettivo che punti allo sviluppo del territorio.
Salvatore Licata (Femmca-Cisl).
– Il 2003 è stati contrassegnato da eventi che hanno portato molta preoccupazione sul futuro della raffineria e della fabbrica nel suo complesso L’anno nuovo cosa fa presagire alla luce degli ultimi eventi?
“Il ragionamento da fare è quello di riuscire a capire quanto tempo ancora mancherà per il riavvio pieno de-gli impianti. Una volta riavviato il petrolchimico nella sua interezza, occorre capire il progetto di bonifica in maniera tale da uscire fuori da polemiche e da possibili altri attacchi che potrebbero pregiudicare la marcia dello stabilimento. Una marcia nel tempo che possa continuare a da-re sviluppo e progresso al comprensorio”.
– Fino a qualche mese fa si assisteva all’impotenza del sindacato nell’assumere iniziative e nel trovare il suo interlocutore. Ora avete qualche carta in più da giocare?
“Nei confronti della magistratura non ci può essere nessun tipo di iniziativa da parte del sindacato. La controparte sindacale sono state sempre le aziende. La magistratura giustamente persegue l’accertamento di reati e la loro punizione. Il problema è notorio che davanti al perdurare di una situazione, la dichiarazione fatta dal sottoscritto era mirante a coinvolgere il comprensorio e l’opinione pubblica di un desiderio affinché vengano coniugati i due diritti inalienabili che sono: il diritto alla tutte della salute e dell’ambiente e il diritto al lavoro. Uno sciopero quindi non contro qualcuno ma per sottolineare il bisogno della tutela di entrambi questi due diritti. Il mio au-spicio è che si possa riavviare il Pe-trolchimico nel più breve tempo possibile”.
Silvio Ruggeri (Uilcem-Uil)
– Cosa può significare la presenza off shore di due giacimenti di metano?
“Mi auguro che possa significare tanto. Che non significhi che ad una nave se ne aggiunga una seconda. Noi ci auguriamo che la scoperta sia piacevole per Gela e non per fare contenti altri che sono fuori Gela”.
– Attraverso quali condizioni le navi il greggio verrà lasciato qui a Gela?
“Appena la raffineria riprenderà a marciare ci è stato assicurato in presenza del Prefetto che questa procedura sarà bloccata. Adesso è giocoforza continuare perché i serbatoi sono pieni”.
– Per quanto riguarda l’azienda Eni pensa che gli impegni di bonificare, rinnovarsi negli impianti e rimanere a Gela saranno mantenuti? O la sua strategia è destinata a cambiare?
“Su questo l’azienda non è mai venuta meno. Molte di queste cose sono state messe in campo. Naturalmente c’è ancora tanto da fare. Questo lo vorremmo nei limiti del possibile che lo facesse più celermente”.
– Quali auspici per l’anno nuovo?
“Quelli di fare ripartire la raffineria, ridare la serenità a questo comprensorio che ne ha tanto bisogno”.
Alessandro Piva (Fillea-Cgil)
– Quali sono gli ultimi nodi da sciogliere e quindi da superare per sgombrare il campo da ogni preoccupazione di blocco di impianti, dismissioni e possibili chiusure di settori dello Stabilimento?
“I nodi principali del quotidiano sono quelli di avere disponibilità di serbatoi per riavviare gli impianti. La strategia invece è quella di grossi investimenti da realizzare a Gela per le bonifiche da un lato e per dare quindi maggiore garanzia di tutela ambientale, per la riduzione delle emissioni, così come già ci sono nello Snox, ulteriori investimenti per dare garanzie di minor inquinamento ambientale, nell’innovazione tecnologica per migliorare la qualità dei prodotti e per dare garanzie di prospettive occupazionali. Questo per quanto riguarda la raffineria. Per il resto occorre che Eni con le varie società presenti a Gela, che puntando nell’innovazione tecnologica degli impianti e nella valorizzazione del ruolo strategico che Gela riveste, attui una politica complessiva di interconnessione che vede la ricerca petrolifera da un lato, la raffinazione dall’altro, la produzione di energia elettrica realizzando un polo energetico”.
– Ma quali sono le risposte che vorreste e che ci sono allo stato attuale?
“Per la raffineria le risposte sono positive. Ci sono svariati miliardi da investire per fare in modo che il nostro sito sia all’avanguardia nelle produzioni del blue diesel, nelle benzine di qualità a livello mondiale, nell’innovazione tecnologiche attraverso nuove sale controllo con sistemi di gestione computerizzata. La raffineria la consideriamo consolidata in prospettiva nei processi produttivi. Manca un ruolo strategico che noi rivendichiamo per Eni Divisione Agip nelle politiche complessive del gruppo Eni. La Sicilia è un pezzo importante all’interno dell’Eni, a nostro avviso non valorizzato adeguatamente”.
Nello Lombardo
Autore : Nello Lombardo
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