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notizia del 10/10/2003 messa in rete alle 22:50:55
Primo bilancio del comitato di Settefarine
Sono trascorsi alcuni mesi da quando a Settefarine è stato eletto il nuovo comitato di quartiere, il primo, nella storia della città, venuto fuori da istituzionali votazioni a scrutinio segreto.
Il primo impegno del comitato è stato quello di studiare bene i bisogni e le urgenze presenti in tutto il territorio di Settefarine. Successivamente si è lavorato alla creazione di un dialogo con l’amministrazione comunale. Adesso, invece, sta per iniziare la battaglia per la realizzazione delle grandi opere. Lunedì 5 ottobre, presso i locali della parrocchia San Sebastiano Martire, è stato presentato il progetto per la realizzazione di un giardino pubblico. Mentre mercoledì 8, sempre presso i locali parrocchiali, gli abitanti di Settefarine sono stati invitati ad una conferenza-dibattito sui problemi della zona.
Ma adesso facciamo il “punto” con il presidente del comitato di quartiere Orazio Faraci.
– Allora, cosa avete fatto concretamente per il quartiere?
“Siamo molto contenti – risponde Faraci – di avere stimolato l’amministrazione ad iniziare la realizzazione delle grandi opere a Settefarine. Lunedì, alla presenza del sindaco Crocetta e dell’assessore ai lavori pubblici Morinello, è stato presentato il progetto per la costruzione, a breve termine, di un ampio giardino pubblico nelle adiacenze del plesso parrocchiale. L’amministrazione si è impegnata anche a realizzare, entro tre anni, un’ opera di manutenzione straordinaria del pericolante cavalcavia di via Settefarine e a trasformare in verde pubblico il paludoso terreno sottostante. Di recente, per quanto riguarda la nostra attività diretta, abbiamo vigilato sui lavori di decespugliazione del quartiere e sollecitato l’amministrazione a mettere cassonetti della spazzatura in ogni strada. Cassonetti che dovrebbero vedersi al più presto”.
– Quali sono state sinora le vostre più grosse difficoltà?
“L’impatto con la pubblica burocrazia è stato traumatico. Tutte le istituzioni che abbiamo interpellato si sono mostrate disponibili ad accogliere le nostre proposte, ma prospettando tempi troppo lunghi. Ci sono opere che non si possono differire un minuto di più. Vedasi il caso della mancante segnaletica stradale; che fa, dobbiamo dire ai nostri figli di non attraversare le trafficate e pericolose strade prive di strisce pedonali o di attraversarle a loro rischio?
Un’altra indifferibile urgenza è quella della sicurezza. Praticamente nel quartiere non esiste nessuna forma di sorveglianza. Negli ultimi mesi si sono verificati molti episodi di microcriminalità, dove scippi, rapine in parrocchia, danneggiamenti e furti di auto hanno turbato la serenità di noi tutti. Noi abbiamo scelto la via del dialogo. Non vogliamo commettere l’errore di lamentarci per ottenere il rispetto dei nostri diritti. Accettiamo il fatto che alcune opere richiedono tempi lunghi. Ma le urgenze vanno affrontate adesso, subito! Altrimenti saremo costretti ad armarci di pennello e vernice e a fare le strisce pedonali con le nostre mani. Se mancano i soldi o il personale, noi ci offriamo volontari per usare i mezzi del Comune”.
– Altre difficoltà?
“Interloquendo con i vari uffici tecnici, abbiamo scoperto che, praticamente, in oltre vent’anni di storia, Settefarine non è mai stato oggetto di piani per grandi opere pubbliche. E’ esistita solo una generica planimetria, ma priva di progetti dettagliati. I tecnici erano tutti impegnati nelle definizione di progetti riguardanti altri quartieri. Quante prese in giro abbiamo subito negli ultimi vent’anni!”.
Autore : Roberto Gerbino
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