Corriere di Gela | I Blu Iride, miscela esplosiva di melodia e rock britannico

I Blu Iride, miscela esplosiva di melodia e rock britannico

I Blu iride (nella foto) è un giovane trio formato da studenti gelesi compagni di scuola, Alessandro Vitale (chitarre e voce, esordisce nei The rain), Mauro Abela (batteria, il suo primo gruppo sono gli Atanatos) e Graziano Missud (basso, prima componente dei Summer camp degli scappatidicasa). Si formano nel 2006, suona un pop-rock poco ortodosso, in quanto i loro gruppi d'ispirazione provengono da mondi artistici completamente estranei. L'esperimento artistico è geniale; si cerca di miscelare suonate melodiche al rock britannico con schitarrate distorte tipiche nel rock alternativo italiano. L'influenze sono del tutto canoniche come Radiohead, Verve e Muse per quanto riguarda la musica presa in prestito dalla corte di sua maestà per il pop rock d'oltre manica, mentre le muse ispiratrici alternative dello stivale sono Kuntz, Afterhours e Verdena. Il trio sta lavorando alla realizzazione di un EP. Il progetto dei Blu Iride è decisamente sperimentale. Alessandro si equipaggia con due chitarre, una elettrica Epiphone dot, una acustica Suzuk, entrambe amplificate da un Peavy 60 watt mentre l'elettrica si correda di una serie di pedali analogici ibanez ts9 (tube scream) wha Dunlop crybaby (wha) big muff Beringer (fuzz distortion) multifx Beringer. - Alessandro, perchè i pedali singoli e non le pedaliere digitali multi effetto?
«Per avvicinarmi sempre più alle sonorità dei gruppi che hanno fatto la storia del rock. Ho una particolare riluttanza per tutti quei suoni digitali che sembrano artefatti, anzi lo sono».
Anche per Graziano due i bassi, il primo a quattro corde Ibanez attivo, il secondo a cinque corde Olp mm3, amplificati da un Laney 120 watt in rms. Mauro suona una batteria Yamaha rideen 3 tom hit-hat, corredata di un set di piatti Sabian crash 15'' ride 20'' splash 8'' china 18'', usa un doppio pedale Tama iron cobra.
- Cosa offre Gela sotto il profilo musicale?
«Molto poco, pochissimo. Oltre tutto è più facile trovare liscio e karaoke piuttosto che artisti pronti ad offrire le proprie produzioni. Abbiamo intenzione d'investire nella musica, ma ci sembra un rischio troppo azzardato. La volontà di suonare c'è tutta ma le occasioni in cui possiamo mostrare in pubblico il duro lavoro svolto in sala prove sono veramente poche se non, addirittura, nulle, in città. Riusciamo a trovare spazio in città come Niscemi e non a Gela».
- Mauro, cosa vorresti trovare in città?
«Un negozio di strumenti e musica in genere. E' assurdo che per comprare le pelli della mia batteria debba rivolgermi in negozi fuori da Gela. E più apertura musicale».
- L'amministrazione comunale o i locali pubblici come si pongono nei confronti della musica?
«L'amministrazione deve ancora liquidarci le spese sostenute per alcune serate inserite nel cartellone del progetto “Cafè concerto” della passata Estate gelese. Non è una questione economica ma di mero principio. Mi chiedo dunque se quest'amministrazione voglia offrire i giusti stimoli in questo modo. I locali di tanto in tanto organizzano qualche live, ma vorrei spezzare una lancia in loro favore, in quanto i gelesi non hanno ancora maturato una sensibilità musicale tale da affluire in massa ai live».
- Il progetto dei cafè concerto ti avvince o ci sarebbe qualcosa da modificare?
«E' già qualcosa, ma servirebbe molta più cura nell'organizzazione, calando un velo pietoso per ciò che riguarda la parte del compenso».

Autore : Giuseppe Caci

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