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Corriere di Gela | E ora basta con i giudizi sommari!
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notizia del 17/08/2004 messa in rete alle 22:45:18
E ora basta con i giudizi sommari!

Mi si permetta la più grande soddisfazione per l’ordinanza del Consiglio di Stato che ha dato ragione al Consorzio Conapro nella vertenza contro la Prefettura di Roma, il Ministero dell’Interno e l’Eni per l’espulsione dal petrolchimico gelese e la revoca delle commesse di lavoro a causa della presunta mancanza di requisiti antimafia.
E la soddisfazione proviene dalla constatazione che, unico tra gli addetti all’informazione, ho fin dall’inizio sostenuto che il provvedimento della Prefettura di Roma presentava forti dubbi non solo di illegittimità ma anche di costituzionalità. Ma non sottolineo questo per vantarmi di alcunché, solo che vorrei che questa sentenza servisse in qualche modo di lezione, perché in futuro simili fatti non debbano più accadere.
Non dovrà più accadere che l’accanimento giustizialista di frange istituzionali e burocratiche debba mettere in pericolo la vita delle aziende e la serenità lavorativa dei cittadini. Non dovrà più accadere che un’azienda venga espulsa dal processo produttivo nel giro di pochi giorni, con intimazioni quasi minacciose, e che si svolgano processi sommari presso Organi istituzionali (leggi Prefettura) con l’intervento di sindaci e sindacati. Non dovrà più accadere che si approfitti della situazione per trasferire repentinamente le commesse ad altre ditte, a mo’ di lupi pronti a dividersi le spoglie della preda ormai indifesa.
Avevo scritto, qualche mese fa, che sarebbe stata opportuna un po’ di cautela, se davvero si voleva seguire la strada della legalità, attendendo i riscontri prima di revocare le commesse. Oggi si deve prendere atto che la legalità, alla luce di quanto ha deciso il Consiglio di Stato, è stata disattesa proprio da chi di questa parola ha fatto uso ed abuso.
Che succederà ora? Probabilmente il Conapro tornerà a lavorare al petrolchimico, probabilmente chiederà un risarcimento per gli ingenti danni subiti, e qualcuno sarà chiamato a risponderne.
Rimane l’amarezza per una storia di ordinaria assurdità di frange impazzite della burocrazia statale, una storia che fa il paio con quella dell’imprenditore di Alcamo che ha avuto il sequestro dei beni in quanto presunto mafioso, è stato scagionato da cinque anni, ma nonostante ciò ancora non riesce a tornare nella disponibilità dei propri beni.
E visto che con questo numero il Corriere di Gela va in vacanza, ne approfitto per un “pensierino estivo” su cui riflettere: la legalità è un valore grandissimo e da cui non si può prescindere nella vita sociale; ma insegniamo ai nostri figli ad evitare giudizi sommari e frettolosi, e soprattutto a praticare il garantismo, che fa parte della vera democrazia in un sistema libero.


Autore : Giulio Cordaro

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