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notizia del 12/07/2006 messa in rete alle 22:41:33
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Da Zelig a Bulldozer, Totò Galanti, in arte prof. Serafino Passando per ...”Pruvulazzu”
Lo chiamavano e lo chiamano tuttora “Pruvulazzu”. Un grande successo di audience qualche anno fa su Video Golfo. Una sorta di rompiscatole che dice pane al pane, vino al vino. C’è qualcosa che non va nella nostra città? Ed ecco lui a parlarne prendendosela con chi ha il potere di far cambiare le cose. Un po’ di “scrusciu” lo fece e se le cose sono cambiate dopo le sue denunce, questo non lo sappiamo. Lo dice con franchezza che non lo sa neppure lui. Pruvulazzu non è tanto un personaggio quanto un modo di essere delle cose che accadono realmente e trasferite su un programma. Vogliamo parlare di un giovane, operista convinto, non certo un figlio d’arte con i quali scherzosamente ce l’ha a morte per il loro corporativismo, il quale è approdato quasi improvvisamente in Rai partecipando prima alla trasmissione “Zelig” e successivamente a “Bulldozer”. Un successo sicuramente, che è passato in sordina. Ma in autunno quando lui si ripresenterà in Rai riproponendo i suoi lavori rivisti e corretti dal suo procuratore Giorgio Gori, potrebbe essere ancor più successo dirompente. La stoffa ce l’ha, sa cosa dire e come proporsi. E’ certamente un personaggio che non fa parte del “coro”, anzi quando ha provato addentrarci qui a Gela, non lo hanno voluto. E’ sicuramente un personaggio originale, scomodo, che dà fastidio. Ci dice con disinvoltura che se dovesse sparare denunce e provocazioni, parlando di politica, come minimo Saro Crocetta sarebbe costretto a dimettersi. Lo ha detto lui. Ma non sappiamo cosa veramente intendesse dire. L’abbiamo fatta lunga. Vogliamo parlare di Totò Galanti (nella foto con la presentatrice Federica Panicucci), in arte saldatore, e basta. A tempo perso – aggiunge – fa spettacolo.
– Totò come è nato questo personaggio dal nome “Pruvulazzu”?
“La verità è che Pruvulazzu, non è un personaggio, ma il nome di una trasmissione televisiva che facevo a Video Golfo. Molti miei amici scherzosamente mi chiamano ancora con questo nome.
Tutto nacque così. Avevo in mente un programma che grazie a Sergio Petta di Video Golfo realizzai in più puntate. Quando poi si doveva mandare in onda era necessario dargli un nome. Allora proprio due minuti prima di mandarlo in onda mi venne in mente “Pruvulazzu”. Tutto qui. Trattandosi di un programma ambientato a Gela, quel nomignolo calzava a pennello”.
– Quando la gente ti incontrava e ti parlava delle cose che non andavano, in trasmissione cosa facevi? Cercavi di trovare le risposte ai mali di questa città o ne parlavi solo in chiave ironica?
“Devo essere sincero nel dire che non mi sono mai proposto di fare cose serie, ma mi sono mantenuto sul leggero, perché se dovessi parlare di politica e denunciare le cose che vanno male a Gela u sinnicu si dimittissi”.
– Sicuramente tu non fai parte del coro. Vero?
“No. Anche perché non me ne hanno mai dato l’opportunità o la possibilità di farne parte. Avrei voluto farvi parte, ma non mi ci hanno mai voluto fare entrare. Recentemente mi sono proposto, presentando alcuni progetti al Comune, però…”.
– Come sei approdato a Rai due?
“Ci sono arrivato per puro caso. Come tu sai a Gela non c’è lavoro. Io sono andato a Milano e lì l’ho trovato come saldatore, anzi prima come aiutante saldatore. D’estate smettevo e mi davo da fare facendo l’animatore. Ho conosciuto per prima il direttore dello “Zelig” che mi ha fatto fare un provino e sono entrato facendo due puntate. Dopo sono stato abbandonato”
– Come mai?
“Te lo spiego subito. Si sono accorti che il personaggio c’era, ma resisi conto che non ero figlio d’arte mi hanno dato il ben servito. Proprio così. C’è stato un intervento degli artisti nei confronti della Rai, i quali sapendo che io non avevo frequentato l’accademia d’arte, hanno fatto di tutto per armi uscire dal giro. Per loro chi prende il diploma è un artista a tutti gli effetti. Io essendo solo un saldatore, pur con le mie buone qualità artistiche, non avevo il diritto a far parte della loro categoria. Quando ho fatto il provino e le due puntate, gli autori hanno detto che ero bravo. C’è stata una sorta di coalizione contro di me, ma era accaduto anche la stessa cosa verso uno scaricatore di porto molto bravo. Anche lui non era diplomato artista e quindi ha dovuto fare le valigie. Pensa che su 140 candidati hanno preso solo me”.
– Molti che riescono ad approdare alla Rai, si montano la testa. Tu non sembra averti montato la testa.
“Non aspettavo il momento che qualche giornalista mi facesse questa domanda. Grazie per avermela fatta tu. Io la testa montata ce l’ho di nascita. Per ora sembra che la testa non ce l’abbia montata perché mi sto trattenendo. Quando avrò il potere di montarmi la testa, con te mi comporterò sempre allo stesso modo, mentre con altri avrò la testa montatissima. Per ora non sono nessuno”.
– Forse perché non hai il potere “televisivo”?
“No. Non ho il potere economico. Appena ce l’avrò, verrò a Gela e mi farò una televisione mia. Sarò libero di dire ciò che voglio. E’ anche probabile che avuti i soldi possa cambiare ideologia e dal nord guardando Gela dire a tutti “putiti fetiri”.
– Attualmente di definisci politicamente di centro, sinistra o di destra?
“Io sono rosso come il sangue che mi circola nelle vene. Mi fanno “pena” i poveri, gli operai, quelli che non riescono ad arrivare alla fine del mese. Dire “pena” non penso che sia una cosa deleteria. Chi ha pena è una persona buona”.
– Pensi che ci sia differenza tra Rai e Mediaset?
“No. Ormai è tutto business e l’una vale l’altra. Una volta si faceva politica, ma ora o sei fascista, o comunista o di centro non ha importanza. Basta che fai audience e allora piaci perché crei business”.
– Come sei approdato in televisione. Descrivici quella tua esperienza.
“Per registrare una puntata occorrevano due giorni. Devo dire che mi divertivo. Premetto che non ho fatto gavetta in questo lavoro televisivo. A Luglio mi hanno conosciuto e a settembre del 98 mi hanno preso nei laboratori dello Zelig. Qui una volta la settimana si faceva cabaret con la presenza del pubblico. Ossia si facevano le prove generali prima di andare in onda. Queste prove le facevano tutti i comici anche quelli più famosi”.
– Dopo le due puntate di Zelig cosa è successo?
“Mi hanno conosciuto quelli di Bulldozer dove ho fatto tutte le puntate per la prima edizione. Nella seconda edizione facevo delle puntate alternate. Purtroppo ero un saldatore e anche se bravo nel
recitare, non ero della loro schiera e facevano di tutto per mettermi fuori”.
– Hai mai pensato di andarti a raccomandare da qualcuno?
“No e ti spiego perchè. Ricorderai quello che ha detto Lillo Speziale nei confronti di Saro Crocetta. Ha detto che è stato merito dei Ds averlo fatto diventare sindaco. Ebbene io voglio evitare che mi succeda la stessa cosa e che poi questo qualcuno dica che il mio successo è stato merito suo. Quindi non vado a raccomandarmi da nessuno, nemmeno da Berlusconi e nemmeno da Giorgio Gori che è il mio produttore senza alcuna raccomandazione. Nessuno mi dovrà mai dire: Guarda che tu sei lì per merito mio. Questo non lo voglio”.
– Cosa c’è dietro l’angolo di Pruvulazzu?
“Da qua non lo vedo l’angolo. Dovrei avvicinarmi all’angolo e solo allora potrei dirtelo. A settembre risalgo al nord e poi ti saprò dire. A Gela non c’è spazio per me. Nessuno di destra o di sinistra accetteranno di farmi fare qualcosa. Hanno ragione. Se fossi al posto loro avrei paura di “me”.
– Che farai al nord?
“Farò tre giorni di lavoro come saldatore per pagarmi le spese di albergo e gli altri due giorni li uso per i laboratori e per frequentare gli ambienti dello spettacolo altrimenti si dimenticano di me”.
Autore : Nello Lombardo
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