Corriere di Gela | Banco alimentare, strumento di solidarietà

Banco alimentare, strumento di solidarietà

Sono tempi duri quelli che stiamo vivendo. Ne parlano i media, gli economisti, i sociologi, ma soprattutto le famiglie. Una crisi socio-politica-economica e di valori che si tocca con mano specie nelle difficoltà giornaliere di molte famiglie dell’Italia e anche della nostra città. Una delle soluzioni – se di soluzioni è possibile parlare – per risolvere il grave problema è il banco alimentare per chi ha meno, per chi non riesce a mantenere i propri figli e ad arrivare a fine mese. Le chiese del nostro territorio in tal senso si sono date e continuano a darsi un gran da fare.

Dal 1989 ha sede a Milano l’organizzazione Onlus del banco alimentare che si occupa della raccolta e della distribuzione nel territorio delle eccedenze alimentari di produzione agricola e industriale nei vari centri caritativi. In città sono tre le parrocchie che detengono il banco alimentare, ma le restanti non rinunciano ad offrire il loro sostegno alle famiglie che ne hanno bisogno. E’ dispendioso sostenere l’esperienza del banco alimentare, sia fisicamente che economicamente. Ogni parrocchia decide autonomamente in che modo sostenere chi ha grave necessità. La chiesa Madre si spende attraverso consegne a domicilio, così come le parrocchie Sacro Cuore e San Giacomo. Aiutare le famiglie più bisognose del territorio è un gesto che sta molto a cuore alla nostra città. Bastano poche parole, pochi attimi per un atto di sensibilizzazione, come ci dice don Giorgio Cilindrello, della parrocchia San Francesco.

«Pur non avendo il banco alimentare, spontaneamente la nostra comunità distribuisce generi alimentari a favore dei più deboli. Ci preoccupiamo anche di pagare le bollette troppo salate». Diverse parrocchie poi nel panorama italiano collaborano con la Caritas, organismo pastorale della Cei, come nel caso della comunità di San Rocco. Ma cosa vuol dire gestire un banco alimentare? Una risposta viene offerta dalla parrocchia Regina Pacis. Sono state due le giornate dal tema La spesa per chi ha meno che padre Angelo Strazzanti e la comunità hanno proposto alla cittadinanza per la raccolta di beni di prima necessità, dalle quali sono stati ricavati 50 quintali tra pasta, olio, latte, biscotti e altri generi alimentari. La città non si è fatta trovare impreparata al grido d’aiuto da parte di tanti nuclei familiari. Impreparata, invece, la sede di Caltanissetta che ha decurtato di quasi il 70% le risorse alimentari che costantemente eroga, tagliando nettamente i prodotti per l’infanzia quali latte, medicinali, zucchero. Dunque era necessaria una “colletta alimentare” per potenziare, migliorare e arricchire il banco alimentare della parrocchia.

Come in tutte le comunità ecclesiali, i collaboratori non possono mancare e spesso sono proprio loro che procurano ciò che la sede di Caltanissetta non fornisce. E’ una situazione drammatica quella che si apprestano a vivere le parrocchie e anche le associazioni onlus del territorio. Non è mai abbastanza ciò che viene raccolto grazie alla generosità delle persone, quello che si fa o si dovrebbe fare per chi rischia di non farcela più. Si può vivere senza un vestito di troppo nell’armadio, ma non senza cibo in dispensa.

Autore : Greta Smecca

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