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Corriere di Gela | Così il Comune ha festeggiato la Donna
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notizia del 19/03/2004 messa in rete alle 22:27:37

Così il Comune ha festeggiato la Donna

Un otto marzo diverso, quello che è stato ricordato a Gela. La società del consumismo ne aveva fatto una celebrazione ormai consunta nella quale la donna veramente impegnata ed evoluta non si riconosceva più in questo modo di rappresentare il mondo femminile. Non più la solita banchettata in pizzeria, ma qualcosa di più importante ed impegnato. Tutti in piazza assieme al forum delle pari opportunità ad ascoltare esperienze, denunce e proposte delle donne.
Ed in Piazza San Francesco c’erano l’assessore alle pari opportunità avvocato Giovannella Miceli, il capo settore della solidarietà sociale dottoressa Patrizia Zanone, ma anche l’assessore Paolo Cafà e decine e decine di donne impegnate nel lavoro e nel sociale per ascoltare altre donne bisognose di risposte.
In piazza San Francesco un Gazebo allestito a cura dell’Amministrazione ha voluto ricordare come la donna nel tempo sia riuscita a conquistare spazi sempre più importanti negli apparati dello Stato, del pubblico e nel privato. Un otto marzo, quello odierno per ricordare le tante morti femminili, quindi un otto marzo come giorno della memoria. Non si tratta di commemorare una vittoria al femminile, ma una delle tante stragi di femmine che costellano la storia dei maschi. Erano operaie americane bruciate vive dal padrone perché chiedevano migliori condizioni di lavoro.
Quell'imprenditore, non bruciò le sue operaie in quanto donne. Se fossero stati operai, magari li avrebbe bruciati lo stesso. Ma l'Otto Marzo si dice che sarebbe stato istituito dalle donne come una specie di Venerdì Santo, in ricordo di un sacrificio che preludeva a una Pasqua di libertà ed eguaglianza che – dieci, venti, cent'anni fa – sembrava imminente. Di vittorie vere, dopo, ce ne sono state come il voto, l’aborto, il riconoscimento dello stupro come reato contro la persona. Esseri umani di sesso femminile sono diventati premier e premi Nobel.
"Le pari opportunità prima rappresentavano un pezzo delle deleghe attribuite all’assessorato ai servizi sociali, alias assessorato alla solidarietà sociale – ci dichiara l’assessore alla solidarietà sociale Paolo Cafà – il fatto che con l’amministrazione Crocetta ci sia una propria autonoma delega, cioè quella delle pari opportunità, mi sembra giusto anche per il fatto che ci sia un assessore donna molto sensibile alle problematiche. Da parte mia c’è la massima disponibilità non solo a vedere assessori impegnati in modo specifico a portare avanti questo tipo di delega con politiche progressiste, ma c’è il massimo sostegno in termini di passi concreti. Noi siamo in piazza come assessorato alla solidarietà sociale a dare il massimo sostegno con la nostra presenza per tutto ciò che rappresenta la donna nella storia dell’umanità. E’ anche vero che l’assessorato alle pari opportunità non si può limitare al solo momento celebrativo delle problematiche femminili, sarebbe fin troppo riduttivo. Pari opportunità vuol dire condizioni di miglioramento della vita sociale per tutti quelli che versano in situazioni di precarietà, come per gli indigenti, i bisognosi, i disabili mentali, anziani per i non occupati e disoccupati. Noi attraverso la nostra attività politica vogliamo fare in modo che attraverso il lavoro possa essere liberata la società dai bisogni della quotidianità".
– Assessore Miceli un suo commento alla festa dell’otto marzo? Avete definito questa giornata con lo slogan “Non solo l’8 marzo”. Perché?
"La manifestazione, che parte il 7 marzo e continua con l’8, vuole indurre le donne a fare un momento di riflessione, di ricordo di quel grande sacrificio compiuto da 124 operaie di una fabbrica di New York che si trovavano a scioperare per orari disumani nel 1908. Il loro padrone le fece ardere vive all’interno della fabbrica. Da quel momento in poi c’è stato tutto un movimento. Oggi da noi le donne non hanno bisogno di festeggiamenti, oggi è la giornata del ricordo, nella quale la donna deve riflettere. La donna che cerca di aggregare l’otto marzo è vista dalle altre donne come una donna che fa un passo indietro nella politica. Invece non è così. Ciò che lamento a Gela è la mancanza di un vero movimento femminista. Non è vero che le rivoluzioni non vanno più fatte perché non ce n’è più bisogno, perché la donna ormai ha raggiunto gli apici delle proprie aspirazioni. Forse questo è vero nel nord. Qui al sud non è così. Una donna che fa politica le prime obiezioni che incontra provengono proprio da altre donne. E ciò è triste. Il forum che oggi mi è vicino mi entusiasma e sono entusiasti anche loro pronte a combattere per i diritti delle donne".
– Voi scendete in campo per dare battaglia. Lo fate contro qualcuno o per?
"Noi combattiamo per e non contro. Non mi piace pensare alla donna contro l’uomo. Vorrei citare alcuni aforismi di Oscar Wilde, come “la crescente influenza delle donne è l’unica cosa rassicurante nella nostra vita politica”. La donna, a mio avviso, racchiude in sé tutte quelle qualità che un vero uomo politico dovrebbe avere: la giusta sensibilità, la capacità di individuare la causa e cercare di eliminarla".
Alla dottoressa Patrizia Zanone capo settore dei Servizi sociali abbiamo chiesto quale significato assume per lei la festa dell’otto marzo e se è più difficile o più facile essere donna oggi. "Oggi credo che sia più facile essere donna – ci risponde – per una serie di iniziative che le donne hanno portato avanti per rendere le cose più facili. Le donne raggiungeranno una grossa presenza in politica, solo per via delle loro capacità e la loro determinazione. Magari fra dieci o quindici anni non per concessione degli uomini ma per il proprio valore".


Autore : Nello Lombardo

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