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notizia del 14/07/2012 messa in rete alle 22:27:00
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Lo sbarco alleato, un nostalgico rituale
Un calendario ricco di eventi per il sessantanovesimo anniversario dello sbarco delle truppe angloamericane sul litorale Licata – Gela. Ad organizzare la manifestazione dedicata al ricordo e alla commemorazione dei caduti, il comune di Gela in collaborazione con il Kiwanis, l’Archeoclub e il Club Vela. Le celebrazioni hanno preso il via lunedì, 9 luglio, con la posa di una corona d’alloro sul cippo di Castelluccio, in ricordo della Battaglia di Gela nella quale morirono moltissimi soldati. A seguire, l’inaugurazione in via Cadorna di una mostra fotografica sull’evento storico. In serata, al club Vela, conferenza dal titolo Sbarco alleato in Sicilia – Gela prima città libera d’Europa. Relatori, il professore Nuccio Mulè, presidente dell’Archeoclub e il professore Luciano Vullo. Tra gli intervenuti, il sindaco Angelo Fasulo, l’assessore alla Cultura Marina La Boria, il presidente del Kiwanis, Pietro Emilio Arezzi e il vicequestore del commissariato di Gela, Gaetano Cravana.
La notte tra il 9 e il 10 luglio del 1943 le forze della settima armata americana, agli ordini del generale George Smith Patton, e quelle dell’ottava armata britannica, guidata dal generale Bernard Montgomery, sbarcarono in Sicilia, aprendo quel secondo fronte voluto da Roosevelt e ponendo così fine al regime nazifascista. Il golfo di Gela venne invaso da una straordinaria forza navale. L’operazione militare denominata Husky fu la prima invasione alleata del suolo italiano che, durante la seconda guerra mondiale, permise, con l’utilizzo di sette divisioni di fanteria, l’inizio della Campagna d’Italia e costituì una delle più grandi azioni navali mai realizzate fino ad allora.
«Lo sbarco del 1943 – ha affermato l’assessore La Boria – segna una svolta storica di notevole importanza, in quanto ha determinato il successivo cammino politico del nostro Paese e il cambiamento delle sorti dell’Europa. Ciò che siamo oggi è il frutto del sacrificio di tanti uomini coraggiosi. Oltre alle truppe americane che hanno dato la vita per la nostra liberazione, è giusto e doveroso ricordare i nostri soldati, morti compiendo il loro dovere per il bene della patria».
«Con lo sbarco alleato – ha detto il professore Vullo – gli Stati che avevano sperimentato il nazifascismo si incamminarono verso una fase nuova. Gela rappresenta la bandiera di questa rinascita. Noi dovremmo far conoscere al mondo intero che il cammino della libertà europea parte dal Mediterraneo».
«L’Archeoclub – ha affermato Nuccio Mulè – si sta battendo per la realizzazione nella nostra città di un museo dello sbarco. L’appello che questa sera voglio lanciare all’amministrazione è quello di iniziare ad organizzarsi e ad accogliere le idee provenienti dalle associazioni e dai cittadini, con l’intervento anche di sponsor e di enti privati. L’auspicio è quello di riuscire a realizzare per il 2013, in occasione del settantesimo anniversario dello sbarco alleato, questo museo in modo sinergico affinché il valore della memoria non si disperda ma venga tramandato alle future generazioni».
«Cominceremo sin da adesso a preparare le celebrazioni del settantesimo – ha dichiarato il sindaco Fasulo, in risposta all’appello lanciato dall’Archeoclub. Questa amministrazione – ha aggiunto – si impegnerà per realizzare quanto prima a Gela il progetto di un museo dello sbarco».
Le celebrazioni hanno avuto seguito martedì, 10 luglio, con la Santa Messa officiata nella chiesa di San Francesco dal vescovo della diocesi di Piazza Armerina, mons. Michele Pennisi e con il ricordo dei caduti alla presenza delle autorità locali e dei militari americani di stanza a Sigonella.
A concludere la manifestazione, la posa di una corona d’alloro sulla lapide in viale Mediterraneo
Autore : Alice Palumbo
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