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Corriere di Gela | Oligofrenia lieve
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notizia del 26/03/2012 messa in rete alle 22:27:13

Oligofrenia lieve

Il mare, dopo averla cullata amorevolmente, per qualche giorno, fra le sue braccia, indeciso se ritornarla agli umani o tenersela tutta per se, restituì infine il corpo della ragazza, depositandola sulla battigia. Doveva raggiungere la nonna in una grande città, ne avevamo discusso sino a due giorni prima, quando G. venne a trovarmi in ambulatorio, lamentandosi del suo mal di testa e delle compagne di scuola. Era G. una ragazzina appena maggiorenne, minuta e sottile, la pelle bianca e delicata, la voce soave, lo sguardo dolce, i capelli neri e lisci. Non capiva perché “una rondine non fa primavera”, perché “quando non c’è la gatta i topi ballano”, ma anche lei, come tutte le ragazze della sua età , aspirava ad avere un fidanzato, a partecipare alle feste, a farsi una famiglia e ad avere dei figli. “Non mi vogliono” gridava, piangendo, “dottore io non sono normale, io sono una ritardata”, e piangeva e si disperava, consapevole di non capire a volte, di tanto in tanto, certi pensieri, certe frasi che per lei restavano impenetrabili ed oscure.

Quel pomeriggio i genitori l’avevano cercata al cellulare e avevano parlato con lei, ma poi avevano perso ogni contatto. Muto il cellulare, ormai muto per sempre, non avrebbe risposto più, non avrebbe parlato più ai genitori. “Forse l’ha dimenticato in macchina, forse non c’è linea”, non potevano mai pensare che a quell’ora il mare era diventato la sua nuova madre. La pace tanto desiderata, la quiete tanto inseguita le era stata regalata infine da una nuova madre, la madre di tutte le madri, immensa e generosa, dalle calde acque e dal dondolio leggero e soporifero. Quando entrai in quella casa vuota, lei non c’era più su questa terra, i suoi genitori non si davano pace, non capivano cosa fosse successo, in quel pomeriggio d’estate, insieme stavamo in silenzio, lo sguardo smarrito, increduli, ma è successo davvero? Si è buttata, o è caduta accidentalmente? O che magari giocando, scherzando, qualcuno l’avesse spinta, e fosse caduta in mare senza volerlo? Tante le ipotesi,ed il dolore era immenso , prostrato ed affranto, mi congedai, e mi chiedevo se io il giorno prima non fossi stato distratto, se non avessi colto qualche segnale di aiuto mescolato fra le su proteste e le sue grida acute di quasi bambina, di adolescente sfortunata, che capiva ma non accettava i suoi stessi limiti, non si rassegnava a vivere da oligofrenica lieve per il resto della vita. A vederla di persona non si sarebbe mai detto che potesse avere qualche problema a carattere cognitivo, qualche difficoltà nella concentrazione o nell’apprendimento, il limite era sottile, infatti, curata, molto femminile, e di bell’aspetto, si confondeva con le sue coetanee. Era una di loro, ma non era come loro, un segreto terribile lei stessa custodiva nel suo cuore, un dolore, un dispiacere enorme, mai sanato, mai cicatrizzato, ma sempre sanguinante ed infine la pace.


Autore : Francesco Lauria - medico chirurgo,specialista in Psichiatria

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