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Corriere di Gela | L’abusivismo nel Dna
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notizia del 14/07/2012 messa in rete alle 22:25:30
L’abusivismo nel Dna

La notizia, pubblicata sui giornali qualche giorno fa, odora un po’ di “bufala”, ma poiché è curiosa vale la pena di riprenderla per una riflessione: un cittadino gelese è stato multato, in quel di Trento, per avere attraversato una strada fuori dalle strisce pedonali. Qualcosa di simile potrebbe accadere anche a Gela? Il gelese “doc” non ha grande simpatia per le strisce pedonali, che sono considerate dai più qualcosa di astruso, disegnato forse per rompere la monotonia del nastro d’asfalto. Anche avendo le strisce pedonali a dieci metri di distanza, infatti, il gelese “doc”, se intende attraversare la strada, lo fa attraverso la via più breve, per risparmiare tempo e fatica. E poi dicono che non siamo un popolo risparmioso!

In particolari incroci, poi, va di moda l’attraversamento “obliquo”. Ad esempio, se dal chiosco di Piazza Umberto si deve imboccare il Corso Vittorio Emanuele in direzione ovest, è inutile attraversare per ben due volte le apposite strisce pedonali: molto meglio attraversare obliquamente l’incrocio, rallentando il traffico e rischiando di farsi investire (tanto poi qualche assicurazione pagherà). La stessa cosa avviene in Piazza Enrico Mattei (porta di Caltagirone), dove si attraversa in tutte le direzioni senza alcun ordine.

Sono fermamente convinto, e non è una battuta, che il gelese “doc” ha l’abusivismo nel Dna. Ho voglia di vendere frutta e verdura? Mi munisco di una “lapa”, la carico di merce e trovo un posto adatto. Autorizzazione? Manco a parlarne. Ho voglia di chiudere un balcone per realizzare uno sgabuzzino o ampliare la stanza esistente? Detto e fatto: la casa è mia e faccio quel che voglio. Autorizzazione? A casa mia? Non scherziamo.

Nella circolazione stradale, poi, è anche peggio. I segnali di senso unico, ad esempio, valgono solo per gli autoveicoli, perché i motorini si divertono ad imboccare i sensi unici al contrario senza alcun problema. Le frecce di direzione sono qualcosa di misterioso: le vetture parcheggiate escono all’improvviso sulla carreggiata senza alcuna preoccupazione che sopraggiungano altre vetture. Le corsie direzionali vengono utilizzate per sorpassare file di veicoli, come in Viale Indipendenza, dove la corsia per la svolta a destra verso Via Europa e il Magistrale è utilizzata spesso per sorpassare le auto in fila verso Via Manzoni e reimmettersi con prepotenza davanti a tutti. Poi c’è la scena classica della vettura che si ferma, bloccando il traffico, perché il conducente deve scambiare qualche parere con l’amico pedone. Passi per qualche secondo, ma spesso si apre un dibattito, e se dalle vetture in fila si alza qualche colpo di clacson, si rischia la lite con gli incivili che si sentono “disturbati”. E il disturbo di sicuro ce l’hanno, ma è un disturbo mentale…

A Torino, qualche mese fa, hanno deciso un “giro di vite” contro i pedoni indisciplinati. A Livorno, invece, stanno facendo multe a raffica agli automobilisti che non si fermano per far passare i pedoni sulle strisce pedonali. A Gela i pochi pedoni che attraversano sulle strisce devono attendere il momento buono per passare, perché c’è la norma non scritta secondo cui i veicoli hanno, comunque e sempre, la precedenza.

E quindi il passaggio smarcante stavolta lo voglio fare al Comandante della Polizia Municipale, che sulla circolazione stradale ha la competenza istituzionale. Perché non si promuove una campagna di educazione stradale, per automobilisti e pedoni, per insegnare il rispetto reciproco? Io la farei con uno o due mesi di multe “virtuali”, giusto per fare il rodaggio dell’iniziativa, per poi passare alle multe reali nei confronti di chi non rispetta le basilari regole della civile convivenza. Probabilmente, le casse comunali risolverebbero presto i loro problemi di deficit.


Autore : Giulio Cordaro

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