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Corriere di Gela | Turismo dimenticato
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notizia del 02/10/2003 messa in rete alle 22:25:27
Turismo dimenticato

Nei giorni scorsi un vecchio amico mi ha fatto tornare in mente un mio vecchio articolo di diversi anni fa, in cui, parlando di turismo, mi chiedevo se è nato prima l’uovo o la gallina, ovvero se fosse necessario prima costruire alberghi, aprire ristoranti, creare infrastrutture per attirare i turisti oppure occorresse prima attirare i turisti e poi, magari, attrezzarsi alla bisogna.
A distanza di tanto tempo, la situazione non è molto cambiata. Ci sono, è vero, alcuni alberghi in costruzione o in ristrutturazione, ma il turista che dovesse scegliere di soggiornare a Gela (a parte gli emigrati di ritorno) dovrebbe essere sottoposto alla prova del “palloncino” o internato al reparto di psichiatria dell’ospedale.
Infatti possiamo offrire, né più né meno come vent’anni fa, il sole e il mare (che ci ha dato la natura, mica sono meriti nostri), e poi un lungomare intasato, spiagge pulite saltuariamente, nessun diversivo che non siano gli spettacoli estivi (che durano per poco più di un mese).

Non sappiamo vendere all’esterno quel po’ di merce che abbiamo, ossia il Museo e il Parco archeologico di Caposoprano, e sia-mo rimasti allo stesso livello di vent’anni fa, con gli operatori turistici che da Agrigento portano i loro clienti direttamente a Piazza Armerina, per poi dirigersi a Siracusa.
Gela è tagliata fuori dagli itinerari turistici, ma non tutto è perduto: dobbiamo rivalutare le nostre migliori risorse, ossia l’immondizia e la mafia, per le quali siamo ormai famosi in Italia e all’estero.
Potremmo realizzare una partecipazione alla Borsa del turismo presentando le foto delle discariche che accolgono i visitatori agli ingressi cittadini, e poi le foto dei quartieri abusivi, dove l’uomo vive a contatto con la natura (le erbacce), e poi le foto delle buche nelle strade, che daranno il brivido della guida come si usava cinquant’anni addietro.
E se non dovesse bastare, si potrebbero utilizzare un centinaio di disoccupati opportunamente addobbati con coppola d’ordinanza, stivali, cinturone e lupara per rappresentare ai turisti quello che ormai credono, e cioè che Gela è la città della mafia per ec-cellenza.
Se non è questa la strada da seguire, e certamente non lo è, occorre svegliarsi dal torpore e programmare seriamente una politica del turismo, rendendo bella e accogliente la città e inventando interventi promozionali che possano rendere appetibile al turista non solo il soggiorno, ma anche solamente il transito. Ma questo presuppone un concorso di impegni, che veda insieme l’amministrazione comunale, l’Azienda provinciale per il turismo, l’Azienda soggiorno e turismo di Gela, gli albergatori, i gestori di bar e ristoranti, i commercianti (che non devono “pelare” i turisti), i vigili urbani (che devono aiutare i turisti a parcheggiare), ma soprattutto i cittadini, che devono imparare a tenere pulita la nostra città.


Autore : Giulio Cordaro

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