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notizia del 29/09/2013 messa in rete alle 22:22:59
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Segreteria universitaria a rischio chiusura
Mentre gli studenti, come ogni settembre, si ritrovano con il problema del superamento delle prove di accesso per l’iscrizione alle varie facoltà, un altro ciclone sembra abbattersi sul presidio universitario nella nostra città. Con l’imminente abolizione delle province, si corre il serio rischio della chiusura del decentramento dei servizi di segreteria, che dal 1992 offre agli studenti gelesi assistenza amministrativa che va dall’iscrizione alle varie facoltà, al rilascio di certificazioni, dalla prenotazioni esami alle domande di ottenimento di borse di studio.
Un progetto istituito e gestito grazie a delle convenzioni dell’allora Provincia di Caltanissetta con le Università di Catania e di Palermo, ma che col tempo si è esteso attraverso relazioni con molti atenei anche fuori dalla Sicilia. Una seconda mazzata per gli studenti gelesi che già nel 2011, dopo 12 anni, hanno visto la fine del decentramento universitario, delle Facoltà di Lettere e Filosofia (Corso di laurea in Scienze della Comunicazione) e di Economia di Catania, che ha permesso a centinaia di studenti gelesi e dei Comuni vicini, attraverso le azioni di sostegno didattico, di conseguire una laurea di primo livello: fine decretata più per questioni politici, che economici.
«Avere avuto a Gela il decentramento universitario – ha detto Lorena, laureata in Scienze della Comunicazione – mi ha permesso di raggiungere l’obiettivo della laurea senza pesare economicamente sulla mia famiglia. La presenza universitaria porta una città alla crescita».
Gela è rimasta, quasi nell’indifferenza collettiva, l’unica città siciliana di significative dimensioni fuori dalla geografia universitaria regionale. Un problema che, oltre ad essere formativo e culturale, è diventato sociale, così come asserito da Emanuele Antonuzzo, che da oltre quindici anni rappresenta il trait d’union tra il territorio gelese e il mondo universitario in particolare dell’Ateneo catanese.
«Il dato ufficiale certificato dall’Istat e relativo al 2012 – ha detto Antonuzzo – è che in tutta Italia si sono immatricolati 60mila studenti in meno, quasi tutti appartenenti a famiglie monoreddito e provenienti dal sud. Si tratta di un caso emblematico, come se un megateneo fosse saltato in un sol colpo. Il problema diventa fondamentalmente sociale, in quanto a parecchi giovani anche talentuosi è impedito il diritto allo studio».
Il 21 settembre scorso durante il forum La Sicilia dei saperi organizzato dal governatore Crocetta a Catania, il neo rettore dell’Ateneo catanese Pignataro ha ribadito la necessità di ridefinire tutto il quadro universitario regionale, e il rapporto dell’università di Catania con i territori, ciò potrebbe far riaprire un dialogo con la nostra città.
«I termini di tale recupero – ha commentato Emanuele Antonuzzo – potrebbero esserci tutti. Il nuovo Rettore ha una predisposizione collaborativa con le istituzioni e con i territori, questo lo ha ribadito in un recente incontro che ho avuto con lui. Lo sviluppo di tale relazione dovrebbe andare oltre l’esperienza che abbiamo già vissuto in maniera positiva, mettendo in relazione tutti gli attori del territorio. Gela ha ancora una presenza industriale importante, ed è una città di grande dinamismo e di giovani, basta guardare in segreteria dove ogni giorno decine e decine di studenti chiedono notizie e assistenza».
La segreteria da oltre venti anni continua ad essere un punto di riferimento importante per gli studenti gelesi, che sono stati sempre accompagnati durante la loro carriera universitaria per tutti gli adempimenti amministrativi.
«Avere questi servizi nella nostra città – ci ha riferito Cristian, studente di economia aziendale – mi ha comportato un notevole risparmio economico e di tempo per lo studio, inoltre il personale ha sempre risolto tutti i problemi amministrativi che man mano mi si sono presentati».
Oltre che con le facoltà siciliane, la segreteria ha consolidato una relazione anche con gli atenei del resto d’Italia, svolgendo spesso funzioni di orientamento per gli studenti nella scelta di sede, specie da quando molte facoltà sono diventate a numero chiuso.
«Il consiglio degli addetti al front office – ha detto la signora Dina – è stato fondamentale per la scelta della facoltà senza esame d’accesso, per mio figlio che aveva già tentato più volte di accedere ad un corso a numero chiuso».
Nonostante continuano ad emergere le esigenze di relazione tra gli studenti e il front office, il rischio della chiusura della sede gelese diventa sempre più consistente, creando non pochi disagi.
«Oggi – ci ha riferito Marina La Boria, assessore all’Istruzione del comune di Gela – sta diventando sempre più difficile l’iscrizione all’università per gli studenti che provengono da situazioni economiche disagiate. La decisione della chiusura della segreteria, dopo quella del decentramento universitario, va a colpire le fasce deboli. Inoltre la presenza di alcune facoltà a Gela, ha premesso a molte mamme e a studenti lavoratori di raggiungere l’obiettivo della laurea. L’amministrazione deve impegnarsi per garantire il diritto allo studio a tutti, dalle scuole elementari all’Università, anche mediante i servizi collaterali. Ancora non abbiamo avuto occasione di affrontare la questione sulla chiusura dello sportello di segreteria, ma la cosa sarà fatta il più presto possibile, anche se per adesso si può affrontare la questione solo con il commissario straordinario».
Molte Università, tra cui quella di Catania hanno al loro interno centri di orientamento e formazione, i cosiddetti Cof, che volgono un ruolo di orientamento e formazione.
«Da anni – ha commentato Antonuzzo - sostengo che si dovrebbe stabilire una relazione privilegiata, quasi a creare un decentramento di questi centri. Sarebbe ora che il Comune, che si vuole proporre come capofila nei nascituri consorzi di comuni, piuttosto che permettere la chiusura di tale sede, si assumesse l’onere di rilanciarla come attività di servizi a tutta l’area gelese, peraltro a costi pressoché zero, visto che già esiste una sede e un personale con notevole esperienza. Inoltre esiste, nei locali adiacenti alla segreteria, un laboratorio informatico della Provincia che potrebbe essere utilizzato dagli studenti come accesso Intranet con le maggiori Università e Biblioteche italiane».
È importante, adesso che è sparito l’ente intermedio, che il comune si assuma questo onere e che la città reagisca, così come ha reagito a Ragusa per il mantenimento della struttura autonoma di lingue, adesso stabilizzata. È arrivato il momento di promuovere dal basso certi processi che un tempo erano attivati dall’alto, bisogna capire che la spesa per l’alta formazione è un investimento per il futuro
Autore : Filippa Antinoro
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