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Corriere di Gela | Polo oncologico, manifestazione strumentalizzata
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notizia del 17/11/2005 messa in rete alle 22:15:32

Polo oncologico, manifestazione strumentalizzata

Ha assunto i tratti di un “sabotaggio” la manifestazione organizzata dal Movimento Polo oncologico cittadino, dal Comune di Gela in collaborazione alla Provincia Regionale di Caltanissetta, alle associazioni di Volontariato, ai Comitati di quartiere e dagli istituti scolastici. Sono proprio questi ultimi ad avere apportato una nota stonata all’ennesima disperata manifestazione di protesta che vuole dire basta ai viaggi della speranza per tutelare la salute dell’ammalato. Il raduno del corteo è avvenuto dinanzi all’Azienda Ospedaliera Vittorio Emanuele, presenti numerosi studenti delle scuole superiori della città che hanno realizzato con la collaborazione dell’Amministrazione comunale una manifestazione congiunta a quella del Polo Oncologico, contro la legge Moratti. Ad accogliere quella che doveva essere una manifestazione silenziosa, un furgone dal sapore carnevalesco con un enorme pacco di sigarette in cartone contro la Moratti, la musica, i volantini collaterali a firma del Collettivo studentesco “Onda Libera” in cui gli studenti asseriscono di aver partecipato alla manifestazione “contro una riforma che ci faccia tornare al sistema fascista della Scuola Gentile” per il polo Oncologico e per tanti altri motivi…” a coronamento, gli slogan fuori luogo degli studenti.
Lo stupore di molti amministratori ha portato alla polemica. Ancora una volta nelle menti dei giovani gelesi la confusione incombe, non si riesce a fare una distinzione tra gli argomenti di ordine locale e quelli di ordine globale e nazionale. Il corteo è partito con a capo il sindaco Rosario Crocetta, gli assessori Arancio, Donegani e Verderame, la scrittrice Silvana Grasso, l’on. Morinello, la Cgil, il presidente della commissione consiliare sanità Antonio Rinciani, e naturalmente Crocifisso Moscato che da molti anni porta avanti una battaglia contro i mulini a vento, nella speranza che a Gela qualcosa possa cambiare. Meno di cento persone hanno affollato il corso per raggiungere il centro storico. La classe dirigente non era al completo, medici, associazioni e buona parte dei politici hanno deciso di non partecipare all’appuntamento contro i tumori.
“Due manifestazioni insieme si annullano – ha detto il presidente del Consiglio comunale Federico – i nostri giovani dovrebbero essere più sensibili. Bisogna che ci assumiamo delle responsabilità e questo momento doveva avere un effetto dirompente attraverso un corteo raccolto e serio, nessuno ci ha detto di questa manifestazione congiunta, ed il sindaco ha davvero ridimensionato i toni dando agli studenti l’opportunità di protestare contro una legge che in questo contesto non c’entra”.
Pare infatti che gli studenti siano stati affiancati nella loro richiesta dall’assessorato all’Istruzione e dalsindaco. Le menti dei giovani appaiono confuse; ci si chiede: “se non sia stata una strumentalizzazione per stemperare il rovente argomento sul Polo oncologico?”. Il referente della Consulta studentesca Giuseppe Caci prende le difese annunciando che “non sarebbe giusto far perdere giorni di scuola ai ragazzi, abbiamo dunque ritenuto più logico amalgamare le due manifestazioni”. Ma come di consueto la scarsa sensibilizzazione ha reso un fallimento la giornata. Rabbia esprimono anche Grazia Lo Bello e Dina Guar-naccia, rappresentanti dell’Ados Italia “Associazione donne operate al seno”.
“Abbiamo deciso di non aderire, anche se eravamo pronte a scendere in campo per la realizzazione di un Polo oncologico a Gela, invece ci siamo accorte che con la vita degli ammalati si continua a scherzare. Abbiamo deciso di fare un raduno serio in serata, senza intralci.”
“Il dipartimento deve nascere per la salute del cittadino, perché di cancro a Gela si muore – ha detto Giampaolo Alario, anestesista dell’Azienda ospedaliera Vittorio Emanuele – i giovani non hanno ancora capito che noi siamo qui per sostenere una questione morale e non per fare baldoria, il popolo studentesco sta esprimendo un disagio che entra in contrasto con la questione dei tumori in città”.
Anche Elia Gueli (Forza Italia), punta il dito sulla cattiva realizzazione dell’appuntamento cittadino. “Il sindaco – ha detto – condividendo questa manifestazione congiunta ha sottovalutato l’interesse collettivo che ancora una volta sta perdendo. Bisogna trovare un’unità di pensiero e di azione se vogliamo raggiungere questo obiettivo”.
Tra chi ha deciso di fare un passo indietro alla vista dell’insensata sfilata tra le vie cittadine, c’era anche l’on. Speziale, l’oncologo dott. Valenza, il dott. Giovanni Scaglione e Maurizio Cirignotta, presidente del “Movimento per l’Autonomia del popolo Siciliano”.
“Occorre lottare per effettuare un ripristino della pianta organica e la rimodulazione del sistema dei reparti. A Gela se si continua su questa strada non resterà che continuare a parlare e a chiedersi: perché a Caltagiorene e Milazzo sia nato il Polo oncologico mentre a Gela no? Continuando ad agire nella divisione non troveranno mai una risposta.”
L’incontro-dibattito svoltosi in Piazza Umberto, ha avuto più il sapore di un comizio, tant’é che alcuni giovani hanno protestato esibendo uno striscione con la scritta “Il Sindaco buffone ha i voti nel pallone!”. la risposta di Crocetta è altrettanto provocatoria “Pensate questo perché voi siete lenti, mentre io sono rock”. Insulti, fiumi di parole, attese ma nessuna concreta risposta, le malattie tumorali sono sempre più diffuse nella nostra città, troppe parole hanno sentenziato sul sacrosanto diritto alla salute che dovrebbe essere rispettato, anche a Gela, cittadina di oltre centomila abitanti e ad alto tasso di inquinamento che determina l’insorgenza della malattia, ma troppo poco, se non nulla, è stato ancora realizzato per la nascita di un dipartimento che permetterebbe ai cittadini di alleviare le proprie sofferenze e di un osservatorio per cercare di mettere a punto nuove possibili terapie contro un male ancora oscuro. Per l’area gelese sono stati evidenziati casi eccessivi di nascite malformi, di morti per tumore del colon, per malattie del sistema circolatorio.
“Area ad alto rischio ambientale” così come è stata dichiarata in conformità alla legge 349 del 8/7/86 la città di Gela. A sperare ancora è Crocifisso Moscato, che ogni giorno combatte contro la malattia, la sua voce crea commozione e dopo i numerosi incontri puntualmente ristagna sulle poltrone degli uffici del potere, ma sabato scorso ha tremato ancora al microfono, nell’asserire: “Ho fatto 1.500 chilometri per raggiungere Milano, dove sono stato per sei mesi, ed oggi siamo qui per dire basta ai viaggi della speranza. Vogliamo un dipartimento di oncologia. Mia moglie ha fatto da madre e da padre ai miei figli che ogni tanto venivano a trovarmi. Io non posso pensare di abbandonare per così tanto tempo i miei figli”.
Quello di Moscato è ancora un invito garbato a riflettere meno ad agire di più, a conclusione del suo discorso un “Grazie Gela” anche se l’appuntamento pare sia stato sabotato, pure se nel corso del corteo di uomini al potere ce n’era un gruppo sparuto, insignificante. Presente in piazza anche il parroco don Franco Cavallo che ha voluto esprimere la sua solidarietà avendo vissuto in prima persona la sofferenza della malattia.
In serata, una fiaccolata ha riunito destra e sinistra, ceri accesi per qualche minuto dinanzi alla Chiesa Madre e poi una messa solenne, che dopo gli eventi mattutini ha assunto i tratti satirici nel contesto “teatrale” locale, affinché per un dipartimento oncologico di secondo livello a Gela possa contribuire anche l’aiuto divino.


Autore : Lorena Scimé

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