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Corriere di Gela | Banca Etica, questa sconosciuta
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notizia del 04/10/2005 messa in rete alle 22:05:22
Banca Etica, questa sconosciuta

La prima Banca Etica nasce in Italia nel 1999 con sede a Padova. Ma cosa è la Banca Etica? E’ un ente privato che si propone di effettuare investimenti in iniziative di utilità sociale in ambito sia nazionale che internazionale. L’obiettivo principale è quello di finanziare progetti socialmente utili, con particolare attenzione agli enti non profit, che si basano sull’impegno civile e sulla solidarietà, non hanno fini di lucro e si propongono la tutela degli interessi collettivi, come ad esempio le cooperative per il commercio equo e solidale.
Gli obblighi della Banca Etica sono l’eticità degli impieghi finanziari, l’impiego delle somme raccolte solo per finanziare iniziative di carattere etico (i depositanti possono scegliere il settore cui destinare il proprio risparmio), l’autodeterminazione del tasso (il cliente può scegliere il tasso di interesse praticato sul suo deposito tra un importo minimo e massimo indicato dalla stessa Banca), la nominatività del rapporto e la trasparenza (i risparmiatori devono essere tenuti informati sull’impiego dei fondi).
I clienti privilegiati di questa banca sono coloro che operano nel sociale, nella difesa dell’ambiente e nell’aiuto ai paesi del Terzo Mondo.
Però, se la Banca Etica non presta sodi a chi produce o vende armi, alcool o tabacco, a chi inquina l’ambiente e cosi via non si può dire che sia nata come un ente di beneficenza! Non si ignori che nasce come ente creditizio che intende operare sul mercato con una logica più umana e meno legata al profitto.
La sua origine risale al 1974 ad opera di un docente universitario di Economia del Bangkadesh , Muhammad Yunus, il quale scoprì che nel villaggio di Jobra 27 dollari sarebbero bastati per fornire a 42 famiglie gli strumenti base con cui garantirsi la sopravvivenza.
Fu la scoperta di una aberrazione che condusse alla fondazione da parte dell’economista Yunus nel 1977 della Grameen Bank (Banca del Villaggio) il cui modello fu esportato, poi, in tutti i continenti con una finalità: prestare a chi non ha nulla, ai più poveri tra i poveri, che, comunque, nella quasi totalità, restituivano, sia pure dilazionato, il prestito ricevuto.
Le prime clienti della cosiddetta Banca del Villaggio furono le donne povere del Bangladesh che potevano così permettersi l’acquisto della materia prima per fare i canestri, la macchina da cucire etc e dar vita a piccole imprese che avrebbero certamente migliorato le loro condizioni di vita.
La Banca Etica è oggi una realtà presente anche nella nostra Nazione. Non esiste a Gela.
Maurizio Perna, Direttore di Banca Intesa, filiale di Gela, chiarisce: “Banca Intesa, su base nazionale ha partecipato alla formazione del capitale di Banca Etica poiché ne ha condiviso le finalità della coesione e dello sviluppo sociale. Si tratta di un’istituzione meritoria che ha aperto la strada al cosiddetto Investimento socialmente responsabile (Isr) ma non ha nel suo ambito adottato un servizio afferente Banca Etica che dunque, almeno nel nostro Paese ha una sua autonomia ed è completamente sganciata dagli altri Istituti Bancari”.
– Un modello di Banca Etica seppure non come Ente creditizio autonomo potrebbe operare a Gela? “Chiunque abbia tra gli obiettivi la cooperazione sociale, la tutela e la salvaguardia dell’ambiente, lo sviluppo della cultura e della società civile può contribuire al miglioramento della nostra bella città anche con l’istituzione di una Banca Etica che, ribadisco. ha caratteristiche e finalità ben diverse da quelle proprie di un istituto bancario”.
– Quali potrebbero essere i servizi forniti dalle banche tradizionalmente intese nello spirito e nelle finalità di una Banca Etica con riferimento al nostro territorio?
“BancaIntesa, per esempio, che vuole essere la Banca del Paese Italia, da tempo ha intrapreso un percorso cha la vede impegnata nel rispetto dei valori etici e sociali e in tal senso ha sviluppato una struttura specializzata per gli enti religiosi e non pro-fit. Da qualche anno, inoltre, ha messo a disposizione dei clienti una gamma di fondi definita Sistema Nextra Socuially Responsabile. Questi fondi investono capitali conferiti dai clienti sulla base di considerazioni di ordine sociale, etico e ambientale”.
– Rispetterebbe, nel suo operare, i principi dell’eticità degli impieghi finanziari, l’autodeterminazione del tasso, la nominatività del rapporto e la trasparenza?
“Pur non operando come Banca Etica – ha proseguito il dott. Perna – Banca Intesa, nello specifico, utilizza l’investimento socialmente responsabile combinando gli obiettivi finanziari degli investitori con l’impegno per le più importanti questioni sociali quali la giustizia, lo sviluppo economico, la pace e l’equilibrio ambientale. L’etica dell’investimento è, peraltro, assicurata dal fatto che il monitoraggio sulle scelte di investimento spetta ad un comitato etico composto da cinque esponenti del mondo finanziario, religioso etc.


Autore : Graziana Cannadoro

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