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notizia del 06/07/2003 messa in rete alle 22:02:54
I cittadini carne da macello?
Razzismo? Xenofobia? Eh no, caro Sindaco, non ci sto! Ho riletto parola per parole le poche righe dedicate sul Corriere del 21 giugno all’intervento del Console tunisino, e non vi ho trovato alcun riferimento offensivo. Non ho pertanto alcunché da rettificare, né tantomeno devo chiedere scusa per qualcosa, né alla Tunisia, né al suo Console. Ma in verità, non pensavo che una rubrica di opinione del Corriere di Gela potesse provocare un qualsiasi incidente diplomatico!
In quanto al sindaco Crocetta, che conosce i miei trascorsi e il mio presente nel sociale e nella “civis”, posso solo consigliargli di essere più cauto nei giudizi e di non cercare a tutti i costi il “caso”, anche quando non c’é.
Se fossimo nell’Ottocento gli avrei mandato i miei “padrini”, per un duello all’arma bianca; nel terzo millennio, l’unica arma che mi sento di usare é la penna, arma impropria alla quale non credo potrò mai rinunciare – fin quando il direttore di questo giornale me lo consentirà – e con la quale credo di potere liberamente e democraticamente duellare.
Chiudo, mi auguro, l’incidente con la Tunisia, che rischiava di compromettere il processo di pace nel Mediterraneo, occupiamoci piuttosto delle cose di casa nostra, che danno sempre spunti insperati per nuove riflessioni.
E’ tornata a scorrere l’acqua nella fontana di Piazza Umberto, e questo é senza dubbio positivo, ma nel periodo in cui la vasca é rimasta a secco é cresciuto l’allarme per la vita dei piccioni, che non potendosi abbeverare sono in qualche caso morti. Vorrei capire: i piccioni sono portatori di zecche e di varie malattie infettive, anche nelle città d’arte viene bloccata la loro proliferazione eccessiva con vari metodi, danneggiano in modo irreparabile i monumenti, e ci preoccupiamo per qualche piccione morto?
Ora non mi si accusi di essere contro il mondo animale, che amo moltissimo, ma i piccioni volano e possono comunque trovare dove poter bere. E infine, la fontana di Piazza Umberto é un elemento decorativo dell’arredo urbano o ha il compito di abbeveratoio animale? Chissà!
Chi invece non può bere, né ristorarsi dalla cocente calura di questi giorni, é il cittadino che deve svolgere operazioni alla posta centrale, trasferita in un prefabbricato che obbliga gli utenti a fare la fila sotto il sole (o sotto la pioggia, appena inizieranno i temporali estivi).
La ristrutturazione del Palazzo delle Poste era sicuramente necessaria, ma la Direzione provinciale dell’Ente non ha tenuto in alcun conto i cittadini, non ha preso alcuna misura capace di rendere comunque confortevole l’attesa in situazioni di disagio.
Ancora una volta, l’utente di servizi pubblici, senza il quale i servizi stessi non avrebbero motivo di esistere, é trascurato, disprezzato, umiliato, posto a livello inferiore e non paritario rispetto a chi dovrebbe fornire i servizi in modo adeguato ed efficiente.
Basterebbe una tettoia sotto cui la gente si possa riparare nell’attesa di compiere le operazioni, e qualche panca dove i più anziani possano sedersi. Ma questo é un problema che riguarda tutti gli uffici postali di Gela, privi di sedie o panche in numero sufficiente. E soprattutto, privi di servizi igienici per il pubblico (a proposito, co-me hanno fatto ad ottenere l’agibilità?).
E’ la solita storia: il cittadino é carne da macello, deve stare zitto e mettersi in fila senza protestare. Dovrebbero protestare i nostri rappresentanti della politica, ma si sente solo il rumore di un grande silenzio.
Autore : Giulio Cordaro
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