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Corriere di Gela | Il ritorno alla vita di Gaetano Scollo, fotografo gelese
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notizia del 19/10/2012 messa in rete alle 22:03:15

Il ritorno alla vita di Gaetano Scollo, fotografo gelese

«Tutta la nostra vita è una lotta ininterrotta con ostacoli, che alla fine riportano la vittoria». Questa citazione di Arthur Schopenhauer ben si adatta alla battaglia che Gaetano Scollo (nella foto), antropologo e fotografo freelance gelese, è riuscito a vincere con le armi messe a disposizione dalla scienza e dalla tecnologia. Colto il 16 settembre scorso da una sindrome da stress respiratoria, a causa di uno shock anafilattico che in poche ore gli ha colpito entrambi i polmoni, il giovane fotografo è riuscito a sopravvivere grazie all’Ecmo, un sistema di ventilazione extracorporeo giunto da Palermo e applicato per la prima volta nella nostra città. «Di quella sera – ha dichiarato Gaetano Scollo – ricordo solo un forte mal di gola che, nonostante l’antibiotico, non accennava a diminuire. Ho avuto appena il tempo di arrivare al pronto soccorso, quando ho avvertito un senso di soffocamento che mi impediva di respirare. Da quel momento ho perso il controllo del mio corpo».

Gaetano, trasferito quella sera stessa all’Ismet di Palermo, è rimasto in coma farmacologico per due settimane, sospeso tra la vita e la morte. Scossi per la notizia delle sue condizioni disperate, gli amici di facebook si sono stretti attorno a lui. Centinaia e centinaia di messaggi di preghiera e di incoraggiamento ad andare avanti hanno invaso la bacheca del giovane fotografo, in quelle due settimane di attesa angosciante e lacerante.

«Mi ha molto emozionato – ha commentato Scollo – leggere i tantissimi messaggi di solidarietà e scoprire quante persone mi vogliono bene. Ho saputo che si sono formati molti gruppi di preghiera e che hanno pregato in tutte le religioni anche i miei amici musulmani del Kenia. Spesso ci si immagina di assistere al proprio funerale per vedere quanta gente ci sia e per incontrare gli amici più vecchi. Per me si è verificato qualcosa del genere ed è stato commovente».

Gaetano, che a causa della sua esperienza umanitaria di viaggi ne ha affrontati tanti, ha intrapreso e portato a termine, nelle due settimane di coma, il cammino più lungo e difficile: andata in un luogo dalla dimensione misteriosa e ritorno alla realtà.

«Ricordo – ha asserito il fotografo – una luce così intensa e fastidiosa all’interno di un luogo da cui non riuscivo ad andare via. In questi giorni mi si è aggiunto un altro tassello di memoria. Quel luogo era una metro che percorrevo continuamente senza trovare l’uscita. Poi – ha continuato Scollo – ho sentito la voce di mio fratello, come da un interfono, che mi implorava di ritornare perché in tanti mi aspettavano. Ho sentito, durante quel viaggio incredibile, anche altre voci, sicuramente quelle di tutti i miei amici che mi chiamavano. Eppure nella stanza della rianimazione non c’era nessuno. Sicuramente si è trattato di una serie di elaborazioni della mia mente provocate dall’anestetico che induce il coma».

Dal suo risveglio, dopo una temporanea perdita di memoria e sfasamento emotivo, Gaetano si è avviato verso una guarigione totale. In questi giorni l’an-tropologo è ricoverato in una centro di riabilitazione, la casa di cura Calaciura di Biancavilla.

Scollo stava lavorando da mesi ad un progetto fotografico denominato Ghost in the shell. Una serie di foto in bianco e nero a lunga esposizione realizzate con obiettivo fish eye, i cui soggetti (ghost), non identificabili, rappresentano il disagio nella società contemporanea (shell). Oggi le priorità del fotografo gelese sono cambiate.

«Per adesso penso alla mia salute – ha riferito Gaetano – al lavoro mi dedicherò in un secondo tempo. Ho capito che non ha più senso stressarsi per delle futilità e per situazioni generate da semplici eventi e non per colpa di qualcuno. Tale esperienza mi ha fatto avvicinare a persone per me importanti che non vedevo da tempo e che invece mi hanno dimostrato di quanta stima abbiano nei miei confronti».

L’Ecmo ha salvato la vita di Gaetano e lo fa giornalmente con tante persone che sono affette da gravi patologie cardiopolmonari. Il nostro fotografo ha trascorso un lungo periodo in Kenia e in lui vi è la consapevolezza che se una così grave complicanza si fosse verificata durante il suo soggiorno a Malindi, sicuramente non avrebbe vinto la sua battaglia.

Seneca diceva che la vita non è breve, ma è poco il tempo che si vive veramente, a confronto di quello che si spreca nelle occupazioni più varie, senza farne virtù. E ciò è stato recepito da Gaetano.


Autore : Filippa Antinoro

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