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notizia del 26/07/2006 messa in rete alle 21:59:13
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Scarpette di gran pregio made in Gela
E’ stato persino al Maurizio Costanzo show alcuni anni fa per mostrare il suo capolavoro. A sue spese per affrontare il viaggio di andata e ritorno, nonostante la promessa non mantenuta dell’am-ministrazione comunale, si è recato a Milano ad esporre in uno stand le sue opere d’arte. In un atto di grande generosità, dal momento che non aveva denaro sufficiente, gli organizzatori della mostra gli hanno abbuonato il noleggio dello stand per premiarlo della originalità degli oggetti del suo lavoro artigianale. Di chi si tratta? Proviamo a descriverne le caratteristiche somatiche. E’ un piccolo uomo, viso penetrante con qualche ruga, parola facile, capelli bianchi, cocciuto, generoso e tuttofare. Un estro artistico polivalente, in quanto si cimenta e compone musica suonando il clarinetto. Dipinge, scolpisce, nella sua piccola bottega lasciatagli dal papà ciabattino dove nell’arco di decenni ha costruito una vetrina che ha illuminato con decine di lampade fluorescenti per custodire ciò che egli definisce un autentico tesoro. Una ditta fiorentina gli ha persino chiesto di andare a Firenze per collaborare ad un progetto condiviso. Ciò gli avrebbe consentito di vivere da pascià. Ma lui non se l’è sentita di lasciare la sua città a settant’anni suonati e sofferente, preferendo rimanere a Gela in attesa di coronare il suo grande sogno: la realizzazione del museo della scarpetta da donna in miniatura. Ha persino pronto il progetto. Un grande stanzone con la volta molto alta, decorata in oro in stile fine ottocento, tante vetrine illuminate a giorno da faretti variamente disposti ad esaltare la bellezza e la plasticità delle sue scarpette disposte in più piani a rappresentare nel tempo e nello spazio come la donna italiana, giapponese, nigeriana, egiziana, russa ecc. calzava le sue scarpette. Le sue creazioni sono autentiche, molte sono semplicemente inventate ma molte altre sono riprodotte dalle centinaia di riviste consunte dalla polvere, gettate qua e là su sedie e su un tavolo da lavoro. Vogliamo parlare di Angelo Lombardo, sposato, cinque figli tutti indipendenti, trentacinque anni di duro lavoro alle spalle al petrolchimico e più di cinquanta di attività artigianale trascorsa nel suo “bugigattolo” a progettare e realizzare scarpette da donna in miniatura.
Quando siamo andati a trovarlo perché ci raccontasse del suo lavoro e ci parlasse di sé, ci ha mo-strato un quadernone spesso cinque centimetri che raccoglieva oltre tremila firme che corrispondevano ad altrettanti visitatori, molti dei quali gli hanno scritto per congratularsi con lui e per incoraggiarlo.
“Guardi – ci dice invitandoci a dare un’occhiata al libro delle firme con tanto di nome e cognome dei visitatori e relativo indirizzo, molti dei quali personalità della politica e dell’arte – questa è la prova di come è apprezzato il mio lavoro che ho portato avanti senza mai avere aiuto da nessuno anche se qualche assessore si era impegnato venendo poi meno”. Leggiamo anche dei ritagli di giornale che parlano di lui e del suo estro artistico. Non si ferma mai di parlare. Non abbiamo neppure la necessità di porgli delle domande perché è lui a raccontarci vita morte e miracoli del suo percorso esistenziale, percorrendo a volte anche momenti un po’ difficili e tristi del suo vissuto che gli danno tuttora tanta sofferenza interiore. E’ un turbine. Mentre ci descrive un capolavoro di scarpetta, passa ad altro argomento e col suo gesticolare ti aiuta a comprendere meglio cosa sta dicendo. Poi prendendo nuovamente quel volumetto con le firme dei visitatori così continua: “Veda quanti artisti sono venuti. Sono polacchi tedeschi, persino una soprano. Io faccio musica, scarpette e serigrafia. Meglio di tutto mi esprimo con la musica. Se faccio poesia subito dopo c’è la musica a se-guire con la quale mi esprimo molto meglio. E’ con la musica che riesco a penetrare nel cuore e nell’anima delle persone, anche di quelle cattive”. Ritornando al suo lavoro gli chiediamo quali strumenti usa e come riesce a creare mantenendo tutte le proporzioni quelle scarpette dai colori va riopinti. La risposta non si fa attendere e ci informa che parte da un pezzo di legno dalla forma di parallelepipedo a base triangolare, dove con una biro segna la sagoma del piede. Dopo averlo scolpito aiutandosi soltanto con un coltello a punta e della carta vetrata, poi passa a ritagliare la pelle ed il cuoio. Un paio di giorni e a volte anche qualche mese quando il prodotto è molto elaborato. Pochi utensili per dare corpo a ciò che ha in mente e poi eccoti l’opera d’arte. Quando andò da Costanzo, cameraman, direttore artistico e persino lo stesso Maurizio Costanzo erano stupiti per tanta bravura e precisione nella modellatura delle scarpette.
“Il signore che teneva la telecamera – ci racconta – appena inquadrava la scarpa nei dettagli, nel rivederla sul televisore stentava a credere che si trattasse di miniatura di appena 7-9 centimetri. Addirittura il personale che seguiva la trasmissione durante le prove stentava a credere che si trattasse di modellini. Solo quando li ho messi sul palmo della mano sono subito venute fuori le proporzioni che hanno evidenziato che non si trattava di scarpe vere ma di miniature”. Prima di congedarci Angelo Lombardo ci confessa di avere scritto ad Antonella Clerici di Raiuno, quella brava presentatrice e intrattenitrice che grazie alla sua trasmissione di grande successo, ha reso felici tante persone che volevano realizzare un sogno. E lui questo sogno di trasformare la sua bottega artigianale in un museo della scarpetta in miniatura è certo che lo realizzerà al più presto. Confida che la brava conduttrice di Raiuno, quando a settembre la trasmissione aprirà i battenti, lo inviterà. Anche noi glielo auguriamo perché questo artista sconosciuto possa far colpo e dare corpo al suo grande sogno sogno.
Autore : Nello Lombardo
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