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notizia del 11/05/2003 messa in rete alle 21:53:30
Solidarietà a tappeto
Una massiccia partecipazione di operatori sociali, rappresentanti dell’associazionismo, del volontariato e delle cooperative sociali ha caratterizzato l’incontro avvenuto giovedì 8 maggio presso la chiesetta San Biagio su iniziativa dell’Assessore alla solidarietà sociale del Comune di Gela, avv. Paolo Cafà e del dirigente del settore dei servizi sociali, dott.ssa Patrizia Zanone. Una risposta del cosiddetto terzo settore che si pone protagonista assieme ai quattro Comuni del territorio (Mazzarino, Gela, Niscemi e Butera) nell’elaborazione di un piano che risponda alle esigenze del-la gente più debole.
Il primo approccio tra rappresentanti comunali, (era presente anche il sindaco di Niscemi Parrimuto, nominato capo fila e coordinatore) e rappresentanti delle realtà sociali è stato molto interessante e proficuo dal punto di vista operativo. Suggerimenti e spunti per interpretare al meglio la legge 328 che disciplina il settore di intervento nei confronti dei soggetti bisognosi, se ne sono avuti. Ognuno ha portato il contributo d’idee per costruire un piano di intervento che fosse il più rispondente possibile ai bisogni. E sono stati proprio loro ad indicare i bisogni ed i servizi che andrebbero potenziati e finanziati senza lasciare nulla al caso.
La dott.ssa Zanone, che ha avuto modo di assimilare la legge attuativa del piano, ha fornito suggerimenti operativi e in conclusione ha proposto indicativamente un successivo incontro tra una decina di giorni in forma più ristretta con la partecipazione di rappresentanti delle realtà sociali.
Per la Provincia, il cui apporto anche se istituzionalmente non è previsto dalla legge, era presente il presidente Filippo Collura. A rappresentare il Comune di Gela c’era l’assessore alla solidarietà sociale Paolo Cafà insediatosi solo da qualche settimana, mentre la dottoressa Patrizia Zanone capo settore dei Servizi sociali ha funzionato da macchina organizzativa e da amalgama dei vari interventi coordinati dallo stesso assessore Cafà e dall’assessore Luciano Vullo.
Sono stati registrati gli interventi del responsabile di distretto dott. Salvatore Migliore che ha spiegato le funzioni ed i compiti dell’organo che rappresenta, di Ignazio Giudice come componente provinciale della Cgil il quale dopo avere fornito una serie di suggerimenti tendenti a fare chiarezza sulla legge di applicazione dell’intervento in questione, ha proposto di ag-giornare l’incontro perché ci sia più chiarezza nella conoscenza della legge. Altri interventi, quello di Pina Miceli a nome del Tribunale dei diritti del malato, molto critica per la disorganizzazione e la carenza dei servizi esistenti sul piano sanitario nel nostro territorio, ma anche propositiva per l’ottenimento di impegni specifici da parte degli organi territoriali. Al dibattito hanno partecipato anche il dott. Ficarra e Luciana Carfi, dell’Associazione Arci Le nuvole.
Il sindaco di Niscemi Parrimuto intervenuto quasi a conclusione dell’incontro ha tenuto a puntualizzare i contenuti della legge e la sua applicazione, trovando anche qualche spunto sul modo come si è proceduto nel passato.
Uniti per dare di più. – A conclusione del meeting, abbiamo raggiunto il sindaco di Ge-la Rosario Crocetta, che non ha potuto partecipare all’incontro per emergenze in ambito occupazionale (il blocco del petrolchimico).
“Si tratta di un incontro richiesto dal Comune capofila, cioè Gela, assieme agli altri Comuni di Niscemi, Butera e Mazzarino, i quali fanno parte del Distretto sanitario. Da questa collaborazione dovranno nascere i piani di zona assieme ai rappresentanti del terzo settore. L’incontro di oggi mirava proprio ad ottenere la fattiva collaborazione del terzo settore. I piani di zona non sono altro che la elaborazione di quella che è una relazione sociale con allegati i bisogni del territorio”.
– Che cosa si intende per terzo settore?
“Esso è rappresentato dalle associazioni di volontariato, le cooperative sociali, ma anche il quarto settore ossia tutte le reti informali. Quindi le consulte, le associazioni informali non registrate, le famiglie dei portatori di handicap. Cioè in definitiva tutti coloro che hanno qualcosa da proporre ai Comuni”.
– Voi vi appellate alle legge 328. In sostanza cosa indica e cosa disciplina?
“Lo spirito della legge è quello di inserire il terzo settore nell’attività gestionale, dei servizi, ma anche nell’elaborazione dei servizi veri e propri. Servirsi di loro per capire quali sono i servizi da attuare. Sono loro a contatto con l’utenza e con la cittadinanza e spetta a loro dire quali sono le effettive esigenze ed i servizi che si richiedono. Non è il Comune che li vuole dall’alto”.
– A quanto ammontano le risorse disponibili per i vari interventi?
“Abbiamo ottenuto circa 5 miliardi di vecchie lire. Però vanno aggiunte le somme derivanti da leggi precedenti. Ci sarà anche una forma di copartecipazione di finanziamento nostro. Ogni Co-mune metterà finanziamenti propri per 3 euro per ogni abitante. Si potrebbe arrivare a 6 miliardi”.
– Ora cosa succederà sul piano operativo?
“Adesso il sindaco di Niscemi dott. Parrimuto, presidente del co-mitato dei sindaci, inviterà gli altri sindaci a venire a sottoscrivere u regolamento che la mia ripartizione ha già predisposto. Poi incontreremo il terzo settore per andare a costituire il gruppo Piano”.
All’assessore alla solidarietà sociale Paolo Cafà insediatosi da qualche settimana abbiamo chiesto come sta vivendo questa sua nuova esperienza di amministratore.
“E’ un campo nuovo, bello ed interessante. Ho fatto tesoro e ne farò ancora delle professionalità che ci sono all’interno della Ripartizione che ha bene operato in passato e bene opererà nel prosieguo di tempo”.
– Nel portare avanti le vostre iniziative vi appellate alla legge 328. Cosa dice in sintesi questa normativa?
“Stabilisce la necessità di elaborare un piano di zona tra tutta una serie di soggetti che sono: Istituzioni più rappresentanti del terzo settore d’intesa anche col distretto sanitario. Tant’è che gli ambiti dei piani di zona coincidono col distretto sanitario n. 9. Tali soggetti sono tutti protagonisti. Non c’è un amministratore pubblico che delinea una prospettiva d’intervento, ma una sinergia di un piano comune che poi sarà finanziato dalla Regione. Si tratta di fare una mappa di quelli che sono i bisogni, elaborare dei progetti e poi arrivare a formulare le linee di intervento più efficaci. Tutto ciò avviene dopo una riforma che avviene dopo circa mille e cento anni”.
– C’è una rivalutazione del terzo settore? Quali sono gli obiettivi?
“Il terzo settore diventa anche protagonista perché è colui che fornisce il servizio e quindi conosce i bisogni. Acquisisce nel contempo capacità, professionalità, esperienza. Ci sarà una fase della mappatura dei bisogni e la fase più concreta dell’intervento”.
– Quale il ruolo del distretto sanitario e dei Comuni?
“Il distretto interviene in modo integrato col Comune, laddove l’intervento oltre ad essere di tipo sociale è anche di tipo sanitario. C’è poi un comune capo fila che è il Comune di Gela. Essendo Gela il punto dove si svilupperà la politica sociale, sarebbe stato Crocetta il naturale rappresentante del Comitato dei sindaci. Poiché abbiamo colto la disponibilità del sindaco del Comune di Niscemi, abbiamo ritenuto opportuno, interpretando nello spirito solidaristico la legge 328, di fare un passo indietro e consentire al dottor Parrimuto di ricoprire questo ruolo”.
Autore : Nello Lombardo
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