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notizia del 10/04/2005 messa in rete alle 21:51:47
Il mondo diocesano si è stretto intorno al suo amato Pontefice
'Non ti chiediamo perché ce lo hai tolto, ti ringraziamo perché ce lo hai dato', con questa bella frase, presa a prestito da San Agostino, mons. Michele Pennisi, ha iniziato la sua omelia, lo scorso 4 aprile – festa dell’Annunciazione del Signore –, nella messa in suffragio di Giovanni Paolo II, svoltasi nella Basilica Cattedrale di Piazza Armerina, gremita sino all’inverosimile.
Erano presenti alla solenne celebrazione, oltre ai sacerdoti provenienti da ogni parte della diocesi, le autorità civili e militari, fra le quali il presidente della provincia Filippo Collura e il sindaco di Gela Rosario Crocetta. Durante l’omelia, il vescovo più volte, citando il Papa scomparso, lo ha chiamato 'Giovanni Paolo il Grande', magno come Leone, come Gregorio, altri due pontefici che hanno lasciato il segno nella storia della Chiesa e dell’umanità. Mons. Pennisi, é apparso commosso per i tanti ricordi che lo hanno legato a Papa, e ha anche ricordato come nel 2002, proprio alla vigilia della domenica in Albis , gli venne comunicata la nomina a Vescovo da parte del Santo Padre.
Adesso, la domenica in Albis è divenuta, per istituzione di Giovanni Paolo II, la solennità della Divinità Misericordia; un altra intuizione forte di questo pontefice che, sono sempre parole del vescovo, ha avuto 'il dono della trascendenza e ha saputo immergersi nell’abisso del mistero trinitario' .
L’effigie di Giovanni Paolo II, esposta nel grande presbiterio della Basilicata, i canti che hanno accompagnato il solenne rito, le parole toccanti di mons. Pennisi, hanno fatto vibrare di commozione e cordoglio i fedeli, che davvero emotivamente si sono sentiti partecipi del lutto che ha colpito la Chiesa, e vicini all’amatissimo Papa scomparso. Non ha caso, la celebrazione eucaristica a Piazza Armerina é cominciata proprio nel momento in cui le spoglie di Giovanni Paolo II – traslate dalla Sala Clementina – per l’ultima volta attraversavano Piazza San Pietro, offrendosi al saluto estremo della folla e all’abbraccio affettuoso ed orante di decine di migliaia di fedeli, provenienti da ogni parte d’Italia e del mondo. Eppure, solo un assaggio, rispetto ai due milioni di pellegrini che hanno voluto assistere venerdì 8 aprile alle esequie di Giovanni Paolo II, seguite in diretta da tutte le televisioni del globo, alla presenza di tutti i grandi della terra. Un omaggio dovuto, a colui che, sposando il Vangelo della sofferenza, ha saputo essere vicino a quest’umanità dolente, proprio come Cristo di cui é stato Vicario in terra.
Un atto dovuto all’uomo che, con la sola forza del dialogo e della comprensione, ha cambiato la storia moderna e ha aperto le strade ad una nuova speranza di pace e di unità fra tutti i popoli del mondo.
Autore : Gianni Virgadaula
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