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Corriere di Gela | Ci sentiamo un pò tutti orfani
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notizia del 10/04/2005 messa in rete alle 21:45:06

Ci sentiamo un pò tutti orfani

Il cardinale Sodano, nella sua omelia scorsa in Piazza San Pietro, lo ha chiamato “Giovanni Paolo II, il Grande”, e non poteva trovare definizione migliore per aggettivare Karol Wojtyla, il Papa venuto dall’est, che ha cambiato il corso della storia moderna; il pontefice che ha saputo ridare centralità alla dignità dell’uomo, e voce agli ultimi, ai più deboli, ai malati. Per questo, all’annunzio della morte del Santo Padre – sabato 2 aprile, alle ore 21,37 – tutto il mondo si é sentito orfano di cotanta straordinaria e maestosa figura.
Giovanni Paolo II si é spento, dopo tre giorni di agonia, in Vaticano, alla vigilia della domenica della Divina Misericordia, solennità da lui stessa istituita, nel solco dell’esperienza mistica avuta da Faustina Kowalska, la suora di Crocevia che egli aveva canonizzato nel 2000. E Wojtyla fu certo il pontefice della carità e della misericordia, il Papa che ha saputo “chiedere scusa”, il Vicario di Cristo, che con la sola forza dell’amore, ha saputo lottare contro tutti i totalitarismi, le ingiustizie sociali, il razzismo, l’intolleranza.
Il Papa, che si é battuto contro la mafia, la violenza, la guerra. Ed ancora, il Papa – grande comunicatore – che invitando tutti ad “aprire le porte a Cristo”, ha avviato una nuova stagione di dialogo e di apertura alle altre fedi e confessioni religiose. Ed é stato il suo impegno per un vero e sentito ecumenismo, per un vero dialogo interreligioso, che nell’aggravarsi della sua malattia, ha provocato tanta solidarietà, tanta commozione e sofferenza anche nei non cristiani, anche nei non credenti. I musulmani hanno pregato per lui nelle moschee, gli ebrei nelle sinagoghe. E persino il Governo cinese, con il quale il Vaticano da tempo ha interrotto ogni relazione diplomatica, con una nota del Ministero degli Esteri augurava al sommo pontefice una pronta guarigione, che purtroppo non c’é stata, ma che pur tuttavia non deve spaventarci.
Al di là dell’umanissimo sconforto che oggi – dopo la morte del Papa – ci fa sentire più soli, da credenti, viviamo e condividiamo con gioia il premio eterno di cui oggi gode Karol Wojtyla; ovvero la luce che ora egli vede, e che sin nel suo ultimo alito di vita ha indicato noi tutti, in specie agli ammalatissimi giovani, ai suoi papa-boys, con fiducia. Perché quella luce é la luce di Cristo, e certo, questo Papa viaggiatore, che é stato erede di Pietro, ma anche novello S. Paolo (104 viaggi all’estero, 146 in Italia), in questo suo ultimo viaggio – il più bello, il più importante – si sarà compiaciuto dello splendore, ancora a noi celato, della bellezza di Dio, così come certamente avrà goduto della compagnia di Maria Santissima, alla quale sempre si votò con affetto filiale e indifessa fiducia. Certo, lei, la Madonna, gli avrà sorriso e lo avrà rassicurato nel momento estremo, nel suo ultimo respiro. Totvs tvvs, sino alla fine, e ora... per sempre.


Autore : Gianni Virgadaula

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