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Corriere di Gela | Il triste Natale dei commercianti
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notizia del 03/12/2006 messa in rete alle 21:44:00

Il triste Natale dei commercianti

In questi giorni in ambito nazionale si discute tanto di economia, finanziaria, caro-euro. Temi triti e ritriti. Anche a livello locale le cose non vanno meglio. L’economia gelese non naviga in acque tranquille e da un po’ di tempo i negozianti cercano ogni giorno di escogitare un modo per tirare avanti ed evitare fallimenti dovuti alla scarsità delle vendite.
Per tutti, le prime lamentele nascono dalla crisi portata dal cambiamento di conio (lira-euro) e dal fatto che i gelesi amino rimpinguare le casse dei negozianti dei paesi limitrofi (vedi ad esempio Catania e Caltagirone), preferendoli a quelli di Gela, penalizzando così l’economia della propria città.
La gente attende i saldi per acquistare ed acquista solo nel caso di un bisogno effettivo. Allora ci si chiede come mai i negozi siano sempre pieni di gente e la risposta è semplice: la gente fa visita agli articoli come fossero parenti ma non acquista in attesa di ribassi o di saldi. I soli mesi in cui i guadagni sono maggiori ed in cui si ha un netto smaltimento delle merci sono solo due su dodici: agosto e dicembre; questo perché si può contare sull’arrivo dei cosiddetti “forestieri” che, tornati in città per le festività e le vacanze, spendono una grossa fetta dei loro stipendi nella città. L’ottanta per cento dei negozianti addebita tutto questo al malfunzionamento dell’amministrazione e alla mancanza di cooperazione fra gli stessi esercenti quando c’è da organizzare i saldi, gli orari di vendita e le iniziative in occasione delle festività; è qui che entra in gioco il ruolo della Confcommercio, che è stata citata dagli stessi commercianti come inesistente e malfunzionante. Ecco chiamati in causa Gaetano Minardi (nella foto a sinistra), presidente della Confcommercio.

– I negozianti ci hanno suggerito che prima di effettuare qualsiasi sondaggio ci si dovrebbe chiedere se esiste la Confcommercio a Gela e se funziona. Lei come si sente di rispondere a questa provocazione?
"Alla provocazione rispondo con un appello che rivolgo come presidente della Confcommercio. Invito tutti i commercianti ad aderire alla Confcommercio, perché così sapranno che c’è un’associazione o un sindacato che fa gratis il presidente, così i consiglieri e i rappresentanti di categoria. I commercianti spontaneamente dovrebbero sentire la voglia di pagare la quota associativa. La Confcommercio – prosegue Minardi – è una struttura aperta e racchiude in sè tante categorie, siamo lì disponibili ed aperti ad accettare suggerimenti e proposte; perché noi difendiamo i commercianti. Ad esempio, in questi giorni si sta discutendo sull’atto deliberativo dei rifiuti che ha colpito i negozianti, portandoli a pagare tre euro per ogni metro quadrato del locale ove svolgono la loro attività. Noi come Confcommercio contestiamo il sindaco, l’amministrazione e l’atto deliberativo! E’ un provvedimento iniquo e vessatorio per i commercianti".
– La confcommercio si sta impegnando a organizzare qualcosa nei negozi della città per quanto riguarda le festività natalizie?
"Esattamente tre mesi fa ho fatto personalmente richiesta al sindaco per un incontro per chiedergli di prevedere una specifica voce di spesa per gli addobbi e luminarie di Natale. Ad oggi il sindaco non trovato il tempo per riceverci. Il primo dicembre vedremo solo le luci dell’Immacolata. Nessuno si è preoccupato di sentire le associazioni di categoria, di chiamare le associazioni dei commercianti per chiederci se avevamo proposte e suggerimenti".
– Crede che i gelesi amino comprare fuori? "Invito i signori amministratori comunali a far qualcosa per attirare gente a Gela! Il sabato e la domenica, a Catania, a Caltagirone come a Ragusa, molti gelesi vanno a fare acquisti. E qui mi sento di fare una critica ai negozianti di Gela, cui riconosco il difetto della presunzione. Credono di essere arrivati una volta aperta la saracinesca del loro negozio. Pensano che tutto finisca lì, che non abbiano da imparare qualcosa. per esempio come si può vendere meglio un prodotto, come mettere a proprio agio il cliente. Avevo anche proposto un corso di Bon-Ton per i commercianti, ma non accade nulla, così i gelesi preferiscono andare fuori ed essere accolti con il sorriso sulle labbra da altre parti. La crisi purtroppo c’è ed è tangibile da diverso tempo, se ci fosse stato a Gela uno sportello unico di orientamento per l’apertura di esercizi commerciali che avrebbe affrontato i problemi con opportune determinazioni di mercato, oggi l’inflazionamento dei negozi non esisterebbe. La mancanza di un piano commerciale adeguato e di una strategia è una grossa pecca. Io chiedo che ogni ente faccia la sua parte. Politici e rappresentanti delle istituzioni cerchino di fare il proprio dovere. Perché, mi chiedo e vi chiedo, il turista dovrebbe venire a Gela? La città è degradata, crisi ed abbandono sono palpabili. Non si fa nulla per creare attrattività"!

Le stesse domande le abbiamo poste ad Antonio Roveccio, che è il presidente della Confesercenti. Ecco cosa ci ha detto.
"In passato ho tentato di unire commercio ed artigianato, poi la Confcommercio si è tirata indietro; l’unità sarebbe l’unica cosa buona, non si porta avanti solo una bandiera. Purtroppo ognuno va per conto proprio. C’è anche chi crede di avere l’esclusività di potere agire da solo in nome di tutti i negozianti. Io, in quanto vicepresidente della Camera di Commercio, al momento dell’insediamento di Gaetano Minardi alla Confcommercio, ho proposto un progetto unitario, ma non si riesce mai ad incontrarsi. Giriamo attorno allo stesso problema marciando su strade diverse. Il sindaco pensa di sapere tutto, quando invece basterebbe ascoltarci per risollevare la situazione. Manca un piano commerciale e per farlo dovrebbero essere ascoltate le associazioni sindacali. Gli interessi dei negozianti non sono portati avanti si fa solo bottega! Ma posso dire che le colpe non sono solo dei rappresentanti sindacali. I commercianti in primis sono restii a dare contributi di idee, sono solo bravi a criticare, non sono attenti agli errori".

La questione degli addobbi
"Gli addobbi ogni anno – aggiunge Roveccio – lasciano a desiderare; nulla a che vedere con altre città! L’amministrazione dovrebbe cambiare rotta e dal dialogo con Confcommercio e Confesercenti potrebbe trarne solo vantaggi. Il terziario è la forza maggiore produttrice di guadagni ma necessita di essere riqualificato; il distacco non ci consente di proteggerci. Se si riuscisse a trovare un punto di intesa fra le varie parti, potremmo programmare un progetto unitario e portarlo avanti, anche l’amministrazione trovandosi di fronte a tale forza si troverebbe a partecipare al dialogo. Il sindaco invece ha messo contro le varie parti avallando solo le richieste di alcuni, facendoli così sentire più forti. Bisognava fin dall’inizio rispettare le rappresentanze, ma la Confcommercio non ha mai capito tutto questo. L’amministrazione comunale dovrebbe fare da traino coinvolgendo e delegando le associazioni di categoria, invece non si cerca di fare nulla per attirare gente a Gela specie in occasione delle festività".
Una battuta amara, per chiudere, di Rocco Pardo, ristoratore e presidente della Fipe, il settore della Confcommercio che associa i pubblici esercizi. “Non ci sono soldi nelle casse del comune per finanziare i progetti in occasione del Natale. Quindi da parte mia addobberò il mio locale per far sentire la festa ai clienti, ma lo farò da solo. Se poi l'amministrazione vuole addobbare la città lo faccia pure".


Autore : Alessandra Cascino

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