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notizia del 16/10/2004 messa in rete alle 21:31:43
Uno sportello a tutela dell'infanzia
Prostituzione, pornografia, sfruttamento sessuale sono alcune delle trappole a volte impercettibili rivolte ai bambini di tutto il mondo. Fatti macabri a cui spesso non ci si può sottrarre, soprattutto quando è il fanciullo, a divenire obiettivo del pedofilo, impotente di fronte a menti contorte che trovano nell’abuso su minori oltre ad un piacere smodato ma indefinibile, stranamente assiduo e persistente, un giro economico molto vasto che oggi allunga sempre più i suoi tentacoli verso la massima tecnologia.
I siti pedopornografici commerciali, la divulgazione incontrollata e la loro continua evoluzione per la promozione sono sempre più diffusi. Dal 1996 al 2003 i siti sono aumentati del 200%, questo perché la figura del pedofilo ha rinnovato la sua maschera cercando di far trapelare un concetto di pedofilia “pulita” senza sensi di colpa, che può essere accettata dalla società. Della vita dei bambini si fa mercato, a discapito di una sana crescita mentale e fisica dell’individuo a cui viene abusivamente sottratta la propria identità.
Spesso il dramma della pedofilia si consuma e si chiude silenziosamente nelle nostre fucine. La denuncia non ha eco, il bambino subisce e lo stato omertoso si propaga. Il lavoro della polizia postale delle comunicazioni e autorità di polizia internazionale, Fbi, Interpool grazie all’aiuto concreto di associazioni sono venuti a capo di una rete molto vasta di abusi sessuali.
Abbiamo voluto parlare di questo dramma con don Fortunato Di Noto, il fondatore dell’associazione Onlus “Meter” che ha aperto uno “Sportello” a tutela dell’infanzia anche a Gela.
– Don Di Noto, la pedofilia affonda le proprie radici nel passato, quando l’atto dell’abuso non era ancora ritenuto un reato. Come, questo “male”, si è sviluppato nel tempo?
"La pedofilia è un fenomeno complesso, che nasce con l’uomo e che nel tempo ha assunto tanti significati. L’abuso sessuale dei bambini si alimenta per un filone trasversale caratterizzato dalla famiglia bipolare ma nomade. Questo porta ad accorgersi troppo dardi del disagio del figlio che spesso denuncia il suo problema lanciando segnali che hanno bisogno di attenzione".
– Lei da tempo si occupa di una Associazione che porta aiuto concreto alle vittime degli abusi sessuali, in che modo si può intervenire sul problema?
"Innanzitutto denunciando l’abuso. Il più delle volte si conosce il proprio carnefice e segnalarlo non risulta complesso. Chiudere in un clan il reato significa alimentarlo e collaborare con esso. Nel 1989 ho visto bambini di 4 anni violentati, immagini, situazioni. Bisogna dare una strada nuova e bloccare questo circolo vizioso".
– C’è una situazione di abusi preoccupante che ricorda in particolar modo?
"Una statistica effettuata dalla Proc della Corte d’Appello di Caltanissetta dove si segnalava che nel 2002 sedici minorenni avevano abusato su minorenni. E’ una cosa terribile. C’è un libro scritto da pedofili e tradotto in varie lingue, dove uno di questi scrive “…prima di denunciare, chiedete se a vostra figlia è piaciuto”. Ciò dimostra che ha volte il problema è più grande e grave di quanto si possa pensare".
– In Sicilia quanti casi di pedofilia sono stati registrati negli ultimi anni?
"Dal 2003 sono 279 i casi di consulenza per la pedofilia on-line, il 56% ci ha contattato per una consulenza psicologica. La Sicilia è la quarta regione per abusi sessuali dopo la Lombardia, il Veneto e il Piemonte".
– Il progetto “Meter” si insedia anche a Gela, per dare anche assistenza oltre che a registrare segnalazioni?
"Si, Meter è un progetto culturale, fatto di servizi sociali bene attivi. Oltre alle segnalazioni preferiamo un contatto diretto con la gente, interveniamo anche nei processi penali. Siamo riusciti col nostro percorso ad arrivare a Gela, anche grazie all’aiuto di don Giuseppe Fausciana ed Enzo Madonia. Opereremo per migliorare la qualità della vita dei bambini e degli adolescenti, per un buono sviluppo psico-fisico e per salvarli dall’incubo degli abusi".
Autore : Lorena Scimé
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