1 2 3 4 5
Corriere di Gela | Musealizzazione del relitto della nave greca di Gela
Edizione online del Periodico settimanale di Attualità, Politica, Cultura, Sport a diffusione comprensoriale in edicola ogni sabato
notizia del 24/08/2008 messa in rete alle 21:19:06

Musealizzazione del relitto della nave greca di Gela

Alle ore 11,40 di lunedì 28 luglio 2008 nel mare di Gela, ad 1 km ad est del pontile del petrolchimico, a circa 800 metri dalla costa di Contrada Bulala e da un fondale di circa 5 metri, è emersa la rimanente parte del relitto della Nave Greca di Gela. Il recupero è frutto della collaborazione tra la Soprintendenza beni culturali e ambientali di Caltanissetta, l'Eni con le sue aziende "Raffineria di Gela" e "Saipem", la Guardia Costiera e l'impresa "Eureco s.r.l." di Giuseppe Cosentino che in modo completamente gratuito ha messo ha disposizione professionalità e mezzi adeguati per questo tipo di intervento delicato di recupero, in parti-colare è stato utilizzato un moto/pontone polivalente, il "Vincenzo Cosentino", dotato di una gru da 200 tonnellate e camera iperbarica, Gratuitamente ha partecipato anche la Eu-rotec Gela di Angelo Tuccio con la realizzazione di un sistema per l’imbracatura sicura del relitto.
Spazio mediatico buono sui giornali regionali, sul web, sui tg nazionali e su rubriche varie come Linea Verde, ma anche a livello estero con la BBC che dedicherà uno spazio. Ci si augura che tale interessamento dia frutti proficui al nostro turismo, purtroppo oggi let-teralmente azzerato, tra l’altro dall’impossibilità di fruire delle aree archeologiche.
Non si nasconde l’emozione e la commozione provate durante le fasi del recupero, a cui hanno assistito numerose persone, autorità civili e militari, in particolare quando tutte le imbarcazioni hanno azionato le sirene accompagnando l’emersione del relitto dal mare. Come Archeoclub d’Italia la soddisfazione è enorme perché è stata proprio questa asso-ciazione a concorrere alla divulgazione tramite i mass-media delle varie fasi di recupero e delle caratteristiche costruttive della nave greca di Gela con articoli e saggi pubblicati anche su diversi siti web, compresa la notizia del suo ritrovamento nel lontano 1988.
Si spera che il relitto sia pronto fra un lustro per essere musealizzato e, pertanto, fin da ora la sede di Gela dell’Archeoclub d’Italia si rivolge alle istituzioni affinché accelerino i finanziamenti per la costruzione del museo della nave a Bosco Littorio, così da accogliere degnamente questo unicum dell'archeologia subacquea. Troppo tempo è passato dalla scoperta del relitto, ci si augura di non superare i 25 anni per la sua musealizzazione.
Verso la fine del VI secolo a.C., una nave commerciale greca carica di mercanzie, proveniente da Siracusa, era in procinto di arrivare sulla costa di Gela, passaggio obbligato per tutto il commercio navale del Mar Mediterraneo, quando un fortunale la colse a poca distanza dall’Emporio. Possiamo immaginarla l’imbarcazione, sballottata tra i flutti minac-ciosi e la corrente impetuosa del mare, trovarsi in grave difficoltà. L’equipaggio ammaina la vela per diminuire la resistenza al vento ma nonostante ciò la nave, già ingovernabile, comincia ad imbarcare acqua. Viene gettato in mare il carico più pesante per alleggerire l’imbarcazione e mentre si procede in modo concitato a questa operazione, l’ultima per salvare la vita dei marinai, ad un tratto uno schianto fa reclinare la barca su un lato: la za-vorra ha prodotto un grosso squarcio nella fiancata. La nave affonda velocemente e spari-sce tra i flutti spumeggianti. Ma il naufragio non segnò la fine della nave greca di Gela. Il ritrovamento del relitto avviene dopo 26 secoli, alla fine del 1988 ad opera di due sub, Gino Morteo di Gela e Giovanni Occhipinti di Ragusa. Nel corso degli anni sono state realizzate ben 15 campagne di scavo subacqueo che hanno portato alla luce una notevole quantità di reperti archeologici (anfore vinarie, ceramica attica, modesti strumenti della vita quotidiana come pentole da cucina e resti di stuoie e ceste di vimini, oggetti di culto come piccoli altari di terracotta,ecc.) che oggi sono esposti in parte nel museo archeologico re-gionale di Gela.
Il legno, immerso per secoli nel mare, perde molte delle sue caratteristiche di elasticità e di resistenza diventando fragile nella sua struttura, pertanto, questa parte del relitto costituita dalla ruota di poppa e dalla chiglia, così come la prima già recuperata, sarà immersa in vasche con acqua a salinità decrescente e dopo verrà inviata in Inghilterra, destinazione il cantiere navale di Portsmouth Historic Dockyard nella regione dell'Ampshire, per essere consolidata in bagno di glicol polietilenico a pesi molecolari crescenti (PEG p. mol. 1200 al 15% in acqua decalcificata a 32° C per 250 giorni e poi a p. mol. 4000 in quantità cre-scenti a 2° C al giorno fino ad arrivare a 60° C). Le condizioni di mantenimento del legno così consolidato, quando sarà musealizzato, dovranno rispettare diversi parametri quali l'umidità al 55% e la temperatura di 20-25° C. Saranno successivamente gli esperti del Mary Rose Archaeological Services a conservare e ricostruire la nave prima del suo tra-sferimento a Gela.
Marcello Guarnaccia, Segr. Reg.le Lega Europea per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Sommerso, dal quotidiano "La Sicilia" del 27 aprile 1989: "Le esperienze di que-sti ultimi anni (Marsala, Riace, Punta Epitaffio) e le migliaia di visitatori dimostrano l'enor-me richiamo turistico che sono in grado di esercitare i reperti subacquei. Non incentivarne la ricerca, lo studio e la protezione rappresenta non solo una grave offesa alla cultura mondiale, ma priva la Sicilia di quella opportunità di sviluppo socio-economico di cui invece ha tanto bisogno"
Mauro Cristofani, dal "Corriere della Sera" del 27 luglio 1989: "Un ritrovamento di grande interesse. Che sta a dimostrare come il mare nostrum sia ancora ricco di tesori nascosti , giacimenti inesauribili che, purtroppo, vengono selvaggiamente saccheggiati da tombaroli subacquei in azione specie nella stagione estiva... ...In un momento di entusiasmi per scoperte anche di non grande rilievo,quella di Gela va senz'altro classificata fra quelle di eccezionale interesse."
Sabatino Moscati, da "L'Eepresso" del 12 novembre 1989: "E' davvero una scoperta archeologica, quella avvenuta qualche mese fa nel mare di Gela e di cui possiamo ora trac-ciare un primo bilancio..."

Tecniche costruttive della nave greca di Gela Durante le varie fasi dello scavo subacqueo è stata ritrovata una consistente quantità di fasciame di pino che si trova ancora in buone condizione assieme alle altre parti grazie alla natura del fondale che, in quella zona, risulta melmoso per la vicinanza alla foci dei fiumi Dirillo e Gela. Infatti, è stato proprio il sedimento fluviale a preservare per 26 secoli il relitto delle nave dall'azione distruttrice della flora e dalla fauna del mare, in particolare dalla teredine, un mollusco marino che scava delle minuscole gallerie nel legno distruggendolo.
Era una nave da trasporto a propulsione mista (remi e vela), costruita con la tecnica a guscio ovvero col fasciame inserito sulla chiglia e con l’ossatura di rinforzo inserita nello scafo. Ma la caratteristica più importante di questo antico reperto, finora unico esempio al mondo di relitto di nave greca del VI secolo a.C., sta proprio nel rapporto di contiguità tra le tavole del fasciame; infatti, esse, oltre ad essere collegate col già conosciuto antico sistema del tenone con la mortasa (rispettivamente una sporgenza ed un incavo), presentano anche un sistema di cucitura realizzato con corde vegetali. Evidentemente, il sistema a fasciame cucito, che si conosce soprattutto dal Medioevo e in particolare dalle navi vichinghe, è molto più antico, anzi anteriore a quello a noi noto. Questo dato, in aggiunta agli altri, farà sì che la nave, domani, possa fornire una chiave di lettura dei primi passi della civiltà nel mare nostrum, una fonte comunque originale di notizie relative ad epoche che vanno oltre gli anni documentati dalla storia. Altra caratteristica del relitto è la presenza nel paramezzale di una scassa per l'albero maestro lunga 6 metri e larga 50 cm. Se si pensa che fino ad oggi in tutto il mondo è stato recuperato un solo consistente relitto di nave greca lungo 12 metri, quello di Kyrinia del IV secolo a.C. (recupero realizzato nel 1971 al largo dell'isola di Cipro e diretto dal prof. Michael Katzev dell'Università di Pennsylvania), il nostro, a confronto, assume senza dubbio un'importanza maggior non soÌo per la datazione, che come già riferito e più antica di due secoli, ma anche per la lunghezza stessa, che già si attesta intorno ai 18 metri (larghezza circa 7 metri), e per alcuni particolari costruttivi navali di cui fino ad ora si sapeva poco. Pertanto, la scoperta di tale relitto va senz'altro classificata fra quelle di eccezionale interesse, per cui la sua musealizzazione non è più un problema della nostra città o della Sovrintendenza ma di tutta la Na-zione se non addirittura del mondo.
I lavori di scavo subacqueo e di recupero per conto della Regione Siciliana Assessorato BB.CC.AA. e P.I. sono stati condotti primariamente dalla Cooperativa "Aquarius" di Milano con l'imbarcazione "Enea" e oggi dall'azienda ES srl Progetti e Sistemi di Roma con un finanziamento erogato dal FSE con il POR Sicilia 2000/04, Asse II. Misura 2.01, Azione 8.

La musealizzazione della nave greca di Gela assumerà negli anni a venire per la nostra città un significato importantissimo, in particolare a livello economico ed occupazionale, in quanto al di là dell'inerzia dei nostri governanti locali sicuramente farà da volano per far ripartire il turismo con tutto quello che di positivo gli sta dietro e ciò purchè si studi e si sperimenti come integrare, all’interno della visione sistemica del lavoro archeologico e di un percorso multidisciplinare, la fase della valorizzazione e comunicazione museale al fine di raggiungere efficacemente il pubblico e coinvolgerlo anche sul piano emozionale in modo che possa cogliere facilmente l’interazione fra il “legno” e il “mare”. Gela così, forse, diventerà di nuovo meta degli itinerari turistici isolani anche per le sue aree archeologiche e per i preziosi reperti del suo museo: Gela, baricentro turistico tra Agrigento, Piazza Armerina e Siracusa. E perché no!


Autore : Nuccio Mulè

» Altri articoli di Nuccio Mulè
In Edicola
Newsletter
Registrati alla Newsletter Gratuita del Corriere di Gela per ricevere le ultime notizie direttamente sul vostro indirizzo di posta elettronica.

La mia Email è
 
Iscrivimi
cancellami
Cerca
Cerca le notizie nel nostro archivio.

Cerca  
 
 
Informa un Amico Informa un Amico
Stampa la Notizia Stampa la Notizia
Commenta la Notizia Commenta la Notizia
 
㯰yright 2003 - 2024 Corriere di Gela. Tutti i diritti riservati. Powered by venturagiuseppe.it
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59 60 61 62 63 64 65 66 67 68 69 70 71 72 73 74 75 76 77 78 79 80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 100 101 102 103 104 105 106 107 108 109 110 111 112 113 114 115 116 117 118 119 120