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notizia del 11/07/2010 messa in rete alle 21:13:04
Omicidio Belladonna, ergastoli dopo 12 anni
La morte del sedicenne Fortunato Belladonna durante l'estate del 1998 aveva destato molta impressione: un minorenne, assai turbolento, scomparso improvvisamente da casa. Un mese dopo, in agosto, il suo corpo ridotto ai minimi termini, reso praticamente irriconoscibile dal fuoco che lo aveva avvolto, venne ritrovato all'interno del folto canneto che si estende al di sotto della bretella “Borsellino”. Un delitto di mafia quello del ragazzino, come confermato dalla sentenza di primo grado emessa lunedì dalla Corte d'Assise di Caltanissetta, presieduta dal giudice Giacomo Montalbano.
Ad uccidere Fortunato Belladonna sarebbero stati due dei principali componenti del gruppo degli Emmanuello, Carmelo Massimo Billizzi e Gianluca Gammino. Entrambi, già protagonisti di pagine nere della rapida e violenta storia di cosa nostra gelese, avrebbero agito allo scopo di porre fine all'incontrollabile azione di un piccolo cane sciolto, che avrebbe potuto dare fastidio agli affari della cosca. In realtà, il giudizio per quei fatti, risalenti oramai a dodici anni addietro, era già stato emesso: la stessa corte nissena aveva giudicato colpevoli altri due uomini, l'attuale collaboratore di giustizia Rosario Trubia insieme a Felice Mirko Eros Turco. Gli accusati, entrambi condannati a conclusione del processo, vennero riabilitati dalle dichiarazioni rilasciate nel corso del tempo da diversi collaboratori di giustizia.
Fra questi, più prolifici si rivelarono gli ex affiliati al gruppo Emmanuello. Lo stesso Rosario Trubia, dopo aver optato per la strada della collaborazione, volle ribadire l'assoluta estraneità ai fatti: la versione fornita venne accolta dagli investigatori, anche alla luce delle sue confessioni rispetto ad altri fatti di sangue. Mentre le porte del carcere si aprivano per Felice Mirko Eros Turco, le indagini riprendevano giungendo all'individuazione delle responsabilità di Carmelo Massimo Billizzi e Gianluca Gammino, coinvolti nell'operazione “Exitus”.
A conclusione di una lunga istruttoria dibattimentale, il giudizio verso i due imputati si è rivelato inflessibile: carcere a vita. Sia Carmelo Massimo Billizzi che Gianluca Gammino, peraltro, avevano da poco incassato un'analoga decisione pronunciata, però, dalla Corte d'Assise di Siracusa, e generata dalla strage del 2 gennaio 1999 a Vittoria.
Bisognerà capire se gli avvocati difensori dei condannati, Danilo Tipo e Sergio Iacona, decideranno di opporsi alla sentenza innanzi ai giudici d'appello.
Autore : Rosario Cauchi
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