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notizia del 11/07/2010 messa in rete alle 21:12:32
Operazione “Extrema ratio”, si attendono le dichiarazioni di Puzzanghera e Smorta
Lo scorso 20 gennaio, la Squadra Mobile di Caltanissetta, guidata da Giovanni Giudice, ritenne di aver bloccato un piano teso ad eliminare l'ex sindaco di Gela Rosario Crocetta e a colpire uno stretto parente del magistrato nisseno Giovanbattista Tona.
Simili intenti furono chiariti attraverso l'operazione “Extrema Ratio”, fondata prevalentemente sulle ammissioni di alcuni collaboratori di giustizia.
Nel fine settimana, intanto, si attendono gli interrogatori di due di questi, Crocifisso Smorta ed Emanuele Puzzanghera, che verranno ascoltati nell'ambito di un incidente probatorio richiesto dalla Procura Distrettuale di Caltanissetta.
Rosario Crocetta, stando alla ricostruzione investigativa, avrebbe dovuto pagare i continui affronti perpetrati ai danni della famiglia Emmanuello; il magistrato, invece, sarebbe stato individuato a causa dell'eccessiva severità dei suoi giudizi, spesso causa di diversi anni di detenzione per gli affiliati ai gruppi criminali gelesi.
Cinque furono le ordinanze di custodia cautelare in carcere dirette ad altrettanti esponenti della famiglia di cosa nostra, tutti già detenuti.
Carmelo Massimo Billizzi, Francesco Vella, Nicola Casciana, Domenico Vullo e Paolo Portelli furono indicati quali menti del piano.
A simili conclusioni si giunse attraverso le rivelazioni, appunto, di Crocifisso Smorta ed Emanuele Puzzanghera.
Smorta, per anni addentro alle dinamiche del gruppo Emmanuello, indicò agli investigatori i principali motivi alla base della scelta assunta dai reggenti.
Crocetta doveva morire poiché autore della più grave delle offese, il licenziamento della coniuge dell'allora boss latitante Daniele Emmanuello, mentre Giovanbattista Tona poiché eccessivamente ligio al dovere, di conseguenza causa di molteplici e pesanti condanne, al punto da spingere i detenuti gelesi a prevedere già in anticipo le pene che il magistrato avrebbe loro inferto.
Motivi sufficienti, stando agli inquirenti, per colpire direttamente l'attuale parlamentare europeo ed indirettamente, attraverso la cugina dipendente di una filiale bancaria di Mussomeli, il magistrato in servizio a Caltanissetta.
Mentre Crocifisso Smorta manifestò il suo intendimento, forte della storia criminale che lo contraddistingueva, Emanuele Puzzanghera, invece, estraneo alle famiglie mafiose gelesi, comunicò con una lettera, indirizzata agli inquirenti, talune informazioni captate nel corso della sua detenzione, all'interno del carcere agrigentino “Petrusa”, in compagnia del gelese Emanuele Argenti.
Adesso, entrambi dovranno confermare le proprie conoscenze di fronte ai magistrati che li ascolteranno: parole che potrebbero essere utilizzate nel corso di un dibattimento in aula.
Autore : Rosario Cauchi
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