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Corriere di Gela | Progetto H Integrazione e supporto per diversamente abili
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notizia del 11/10/2008 messa in rete alle 21:12:29

Progetto H Integrazione e supporto per diversamente abili

Un percorso lungo e tortuoso, quello di tutti i diversamente abili, che nel quotidiano vivono una à che non trova piena concretezza verso la categoria ; cittadini sono indifferenti di fronte ad una sofferenza reale. Progetto H si interessa dei soggetti diversamente abili, della loro integrazione a livello sociale e dell'abbattimento delle barriere architettoniche. Questa associazione di volontariato si occupa anche della progettazione di strutture per soggetti con handicap e diversamente abili. Nata nel 1999, da subito ha istaurato un rapporto di collaborazione con alcuni istituti superiori del territorio, mettendo a punto buoni progetti di integrazione, attraverso un progetto preciso: far coesistere normodotato e diversamente abile, affinché il normodotato arrivi alla conclusione che il soggetto con handicap non rappresenta il “diverso”. Purtroppo ancora oggi, tra i giovanissimi persistono casi di indifferenza, discriminazione e fenomeni di bullismo. L'esistenza di una mentalità sbagliata, ma molto radicata, non permette ancora di vedere nel disabile un soggetto avente diritti e doveri come un qualsiasi altro cittadino. E' necessario “educare” il soggetto normodotato alla convivenza con il disabile. A livello scolastico necessita un sostegno, da parte degli organi competenti, affinché i giovani, soprattutto, siano preparati a vivere questa coesistenza . Nell'ambiente scolastico è vergognoso notare che spesso per il docente, la presenza del diversamente abile rappresenta un ostacolo per il normale decorso delle lezioni. Attraverso buone capacità didattiche, molte di queste problematiche potrebbero essere risolte.
Per approfondire la questione, rivolgiamo alcune domande al presidente dell'associazione Progetto H, Pino Valenti (nella foto).
– Come pensa si possa agire per tutelare il diversamente abile?
«Innanzitutto bisogna verificare che esso abbia dei buoni punti di riferimento da emulare. E' necessario creare la condizione giusta, il disabile deve essere inserito tra gente normale, ciò è fondamentale. Non è facile combattere l'ignoranza e gli altri comportamenti non civili. Progetto h cerca di combattere questa sorta di ignoranza, portando avanti una solidarietà che spesso manca fra i singoli cittadini».
– Quali progetti sono stati realizzati in collaborazione con gli istituti superiori?
«Abbiamo creato diversi protocolli d'intesa con alcuni istituti superiori della città.Siamo un' associazione di volontariato e conosciamo i nostri limiti, non essendo una struttura socio-sanitaria. Siamo aiutati dallo psicologo dott. Martines che collabora con Progetto h fin dalla sua nascita. Abbiamo realizzato dei progetti con il liceo scientifico, con l'istituto industriale, professionale maschile e con il Commerciale. Abbiamo assistito ad una forte resistenza da parte degli insegnanti che non hanno accettato a pieno il nostro coinvolgimento. I progetti che realizziamo sono dei laboratori di ceramica, decoupage, animazion, nei quali vengono coinvolti massimo 10 soggetti, con un rapporto di 2 a 1 per i soggetti normodotati , affinché ci sia integrazione. Con piccoli gruppi è possibile lavorare al meglio, coinvolgendo tutti.
Purtroppo le istituzioni non aiutano, la scuola ancora meno. Abbiamo intrapreso una strada difficile, anche se a passi lenti, notiamo però piccoli risultati. Da circa 8 anni abbiamo presentato il progetto per realizzare una struttura per diversamente abili, stiamo cercando di capire perché veniamo bloccati. Le nostre non sono rischieste economiche, ma burocratiche. Un’amministrazione che si mostra sensibile alle problematiche dei disabili, ma che non agisce in nessun modo, è davvero una contraddizione. In una città in cui si sbandiera il principio di legalità, si assiste invece ad una mentalità illegale. Ci interessiamo all'abbattimento delle barriere architettoniche, ma poi vediamo realizzazioni sbagliate. Si possono notare scivoli per disabili in luoghi in cui è impossibile utilizzarli. Spesso diventano pure un pericolo per i cittadini. Con un finanziamento del comune abbiamo effettuato uno studio su numerose parti della città, creando proposte anche per le zone balneari. Anche in queste aree sono presenti scivoli, che si interrompono a metà del percorso. Come dovrebbe arrivare fino alla battigia un disabile in sedia a rotelle? Gela è una continua barriera. Più come architetto che come presidente mi vergogno di osservare il lavoro di tecnici che non sanno applicare determinate leggi».
– Chi sono le figure professionali dell'associazione Progetto H?
«I professionisti che collaborano con noi sono lo psicologo dott. Martines, un insegnante di psicologia nell'istituto per i servizi sociali, tecnici per i laboratori e alcuni volontari. Stiamo cercando di allargare questa realtà, sempre considerando le nostre possibilità. Tanti i progetti estivi che abbiamo realizzato, con un'adesione anche di giovani di altre città».
– Cosa ha rappresentato per l'associazione la partecipazione al Cesvop?
«Innanzitutto un momento di confronto con le altre associazioni. Cercare di fare rete non è facile, in una città nella quale non c'è l'abitudine ai collaborare. Il Cesvop ci viene incontro, anche economicamente, per la realizzazione dei laboratori e quant' altro. Tra i progetti è stato realizzato anche un laboratorio di cinematografia. Abbiamo realizzato infatti un cortometraggio. Tra gli ultimi progetti un concorso dal titolo “Diamo colore alla città”, che vedrà coinvolti gli istituti d'arte di San Cataldo, Comiso e Caltagirone. I disegni premiati saranno riprodotti in ceramica dai nostri ragazzi. Questi lavori saranno dei pannelli da applicare nelle strade. Stiamo addirittura pensando ad una “strada dell'arte” dove esporre i lavori dei giovani diversamente abili e normodotati. Questo è uno dei nostri progetti per creare integrazione».


Autore : Martina La Gristina

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I Vostri commenti
sono una laureata in scienze della formazione, ed ho visto personalmente tuttte le varie dinamiche sociali verso il portatore di handicap, ancora siamo in una società dove si parla vortl di persone diversamente abili le quali vengono considerati come soggetti simili agli altri, in realtà non è così, quindi io personalmente vorrei partecipare ai vostri progetti per sensibilizzare le menti e diventino croncretezze e non solo belle parole di solidarietà rivolte vrso questi

Autore: valeria alesci
data: 13/10/2008
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