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notizia del 21/09/2013 messa in rete alle 21:12:23
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Agata Lo Monaco, fotografa per passione sogna la grande occasione
Di certo un bel mestiere quello della fotografia, che ti permette di incollare la storia a un’immagine, suscitando emozioni spesso sopite dentro di noi. A farsi interprete di questa passione è Agata Lo Monaco, fotografa freelance di 25 anni.
Diplomata presso il Liceo scientifico Elio Vittorini, l’anno scorso ha conseguito la laurea in grafica e progettazione presso l’Accademia delle Belle Arti di Catania con ottimo punteggio.
La passione per la fotografia nasce e si sviluppa nella giovane Agata per caso, «per esprimere il tanto che avevo da dire – confessa – dato che non sono mai stata molto loquace».
Le sue foto sono state apprezzate anche da alcune riviste presso cui ha pubblicato, tra le quali Tensivamente e Vision. Ha viaggiato in molti paesi europei, tra cui Spagna e Germania, per studiare nuovi paesaggi ed effettuare reportage. La fotografia per lei non è semplice arte, piuttosto un modo per documentare, per trasmettere e per tramandare domani quello che è oggi.
Tra i suoi successi fotografici ricordiamo il secondo posto al Pon Foto Video Award, indetto dal ministero delle Infrastrutture, e il primo posto al concorso Arti Grafiche organizzato dall’associazione culturale Triskelion. Inoltre, è stata selezionata da la Repubblica per il concorso Motherland, occasione in cui la sua fotografia è stata esposta al museo di arte moderna Macro a Roma.
A parlarci della sua passione, però, sarà proprio Agata.
– Quali reportage stai effettuando?
«Al momento sto raccogliendo foto che riguarda le tradizioni popolari gelesi. Portare la sicilianità nel mio lavoro e fuori dalla Sicilia è un mio obiettivo. Un altro servizio cui sto lavorando riguarda i campi rom di Catania. Sono dei progetti a lungo termine e a cui lavoro con dedizione».
– Qual è il tuo metodo?
«Mi piace cambiare la prospettiva con cui vengono viste le cose e alternare i punti di vista. Ad esempio ho raggiunto questo scopo con una foto che ritraeva la tradizionale asta che si tiene ogni anno durante la festa di San Giuseppe».
– Parlami meglio di questa foto.
«Raffigura l’asta vista dal punto di vista degli animali. Ha suscitato polemica e dibattito e ha messo in moto la sensibilità dei gelesi, che hanno reputato le condizioni in cui si trovano disumane».
– Ti piacerebbe essere una fotografa nel senso più classico del termine?
«Quando si tratta di scattare foto è sempre una palestra. Accetto di fare matrimoni e servizi fotografici standard e classici, ma non aspiro a fare quello nella vita. Non mi completerebbe».
– Cosa faresti se non potessi realizzare i tuoi sogni come fotografa?
«Vorrei lavorare in Germania aprendo un negozio di merce tipica siciliana. È un paese che mi piace molto e che offre molti spunti creativi».
– Quali sono i tuoi progetti futuri?
«Il mio sogno è di pubblicare un libro con tutte le mie foto. Sto lavorando a tale proposito. Inoltre, il mio lavoro può essere seguito nella mia pagina facebook».
– Quali sono i nemici del tuo mestiere nel terzo millennio?
«Sicuramente la fotografia fai da te. Oggi molto riviste anche autoritarie come il New York Times rinunciano ai fotografi in redazione per pubblicare foto scattate da persone che si trovavano sul fatto, foto scattate spesso con cellulari. Su questo argomento ho anche basato la mia tesi di laurea».
– Qual è, infine, la tua sfida nei confronti del pubblico?
«Il mio intento è quello di sfatare il mito che solo la pittura su tela è arte. Anche la fotografia ha un valore artistico non indifferente a cui bisogna aprire mente e anima».
Autore : Roberta Gerboni
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