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notizia del 14/03/2006 messa in rete alle 21:08:28
A sipario abbassato, riflessioni sul Carnevale
– Cosa è cambiato da un anno a questa parte in riferimento all’organizzazione del carnevale?
“Per quanto riguarda i gruppi che fanno capo alle scuole, posso dire che c’è stata più qualità e perfezione nell’allestimento dei costumi, ma anche una scelta mirata dei temi, con risultati artisticamente più validi. La popolazione si è resa conto della fattura di alcune scuole, come il VII Circolo, la Paolo Emiliani Giudici, l’Ipia che si è espressa al massimo delle sue potenzialità scegliendo il tema attuale delle nazioni europee. Pregevoli e molto curate le coreografie. Altro motivo di novità è stata la scelta delle musiche. Ogni scuola ha scelto dei motivi diversificati attinenti al tipo di costume che indossavano. Quindi nessuna improvvisazione, ma tutto studiato a tavolino e perfettamente in coerenza coi temi, con una preparazione di quindici giorni prima del debutto. Credo che vada dato merito anche a tutte quelle scuole che non ho citato. Una per tutte la “Suor Teresa Valsè” che ha messo in campo un centinaio di ragazzi. Purtroppo l’inclemenza del tempo ed il forte vento hanno distrutto il loro carro allegorico nel capannone dove era custodito. Un bel lavoro purtroppo andato in rovina e che non si è potuto neppure vedere”.
– Quale è stato il suo ruolo nell’organizzazione?
“Il mio è un ruolo che mi porto appresso da diversi anni. Iniziai il primo carnevale nel 1984 con Grazio Trufolo e da allora non l’ho più abbandonato. Quello dell’organizzare il carnevale lo posso considerare il mio secondo lavoro. Si trattò di un carnevale che determinò una svolta in termini di capacità organizzativa, di aggregazione e di richiamo di gente, gruppi e carri dai paesi vicini. Grazie ai vari assessorati mi è stato sempre affidato il compito di curare in tutti gli aspetti artistici e tecnici il carnevale”.
– Qualche difficoltà nel portare avanti questo lavoro?
“Nessuna difficoltà. L’esperienza accumulata è già tanta. Molto utile la collaborazione dei dirigenti scolastici e insegnanti, ma anche dei funzionari dei vari assessorati. La scelta dei temi è stata azzeccata, con una accurata fattura dei carri e della carta pesta grazie all’opera di alcuni artisti gelesi. Voglio ricordare Rocco Cuvato, il maestro Insulla, che hanno dato il loro tocco migliorando i risultati del lavoro della carta pesta. Infatti si sono visti carri di ottima fattura”.
– Per raggiungere il salto di qualità perché Gela possa essere alla pari di Sciacca ed Acireale, quali altri passi bisogna fare?
“In quelle città ci sono delle maestranze con una lunga esperienza e carriera alle spalle. Loro incominciano il lavoro già a settembre. Quindi 4-5 mesi di lavoro pieno. Ci sono artisti, pittori, scenografi, scenotecnica, coreografi, gli addetti all’illuminazione. Il carnevale che c’è a Sciacca, Adrano, Acireale non è un prodotto confezionato e dato in pasto alla popolazione. E’ un fatto corale e di partecipazione di massa. Sono 5-6 mila i cittadini interessati che partecipano, ognuno con un ruolo determinato. A Gela manca questo. Però il carnevale di quest’anno è stato molto apprezzato. Se per esempio la carta pesta venisse curata di più con la creazione di una scuola, i risultati sa-rebbero determinanti per il classico salto di qualità. Infine occorre dare una identità al nostro carnevale. I costumi sono ancora generici. Ciò che dobbiamo trovare ancora è la nostra identità. Che potrebbe essere la grecità o il collegamento al Medioevo. Ci sono già i requisiti per potere fare il salto di qualità. Il carnevale infine non deve partire solo dall’amministrazione comunale il cui compito è quello di dare l’input con un piccolo contributo, poi devono essere i privati a impegnarsi”.
– Non si potrebbe realizzare un percorso circolare anzichè rettilineo con un solo passaggio. Che ne pensa lei?
“E’ un problema che ci siamo posti e abbiamo valutato la possibilità di realizzare un serpentone individuando le strade da interessare. Abbiamo anche pensato un percorso tale da are vedere io carri non solo al centro ma anche in periferia. Ma non ci siamo riusciti perché la ristrettezza delle vie non consente una fluidità dei movimenti. Solo riducendo la grandezza dei carri si potrebbe realizzare un percorso alternativo. Ed è una possibilità che stiamo vagliando”.
– Cosa aggiunge a conclusione di questa chiacchierata?
“Devo essere riconoscente alle varie amministrazioni la grande fiducia che mi è stata accordata dandomi carta bianca. Mi sono sentito libero ed autonomo nel portare avanti i miei disegni artistici e tecnici. Un ringraziamento all’assessore Miguel Donegani e all’assessore Vullo che mi hanno dato l’occasione di costruire qualcosa per la nostra città. Naturalmente un grazie anche a Orazio Faraci, che mi ha collaborato con impegno e dedizione, e alla Scuola media Romagnoli. Spero di essere riuscito assieme a tanti altri a far crescere culturalmente la nostra città”
Autore : Nello Lombardo
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