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Corriere di Gela | La fabbrica riapre all’Adas
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notizia del 08/02/2003 messa in rete alle 21:06:01

La fabbrica riapre all’Adas

Dopo anni di inattività che hanno portato alla chiusura del centro, si riavvia la grande macchina della solidarietà che, certo, non ha risentito degli effetti della battuta d’arresto e che si ricollega, senza soluzione di continuità, al cordone ombelicale mai reciso.
L’iniziazione dell’Adas, infatti, storicamente si colloca all’interno dello stabilimento ad opera di alcuni dipendenti che ,con la loro opera di volontario proselitismo, buttavano la prima pietra per la costituzione di un’associazione che poneva fine ai traffici del sangue che,venticinque anni fa, veniva “venduto”, con tutte le conseguenze immaginabili per chi riceveva il prezioso farmaco e per le ricadute economiche e sociali nel territorio.
L’avvio del centro di raccolta fisso è stato annunciato nel corso di una conferenza stampa cui hanno partecipato oltre il presidente dell’Adas, dott.Felice Damaggio, alcuni membri del direttivo, l’ing. Andrea Frediani, amministratore delegato della Raffineria di Gela, il dott. Sacchetti, responsabile del personale, il dott. Salvatore Macrì, responsabile del centro sanitario dello stabilimento, il dott. Mario Leto, Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera Vittorio Emanuele di Gela, il dott. Vincenzo Tignino, direttore sanitario dell’Azienda ospedaliera e il dott. Rosario Cantella, responsabile del Centro trasfusionale.
Il dott. Damaggio nel dare notizia di riapertura del centro ha comunicato che è proprio grazie alla collaborazione della dirigenza del petrolchimico che si è potuto riproporre questo servizio alla collettività. “Non dimentichiamo – da detto – che l’Adas nasce all’interno dello stabilimento il quale, nel tempo, ha alimentato, anche indirettamente, le sinergie che hanno originato una fattiva e produttiva collaborazione dell’Adas con l’Azienda ospedaliera.”

L’ing. Frediani ha confermato, nel corso della conferenza, la massima disponibilità nel rendere più agevoli le raccolte periodiche di sangue, riservando spazi e locali situati nel centro sanitario. Favorirà anche una diffusione di informazioni ai dipendenti per sollecitarli alla donazione con esaltazione del gesto umanitario, significativo ed emblematico della crescita so-ciale della città di Gela.
“Sponsorizzeremo la donazione del sangue presso i vari reparti dello stabilimento e credo che l’incremento del tasso di donazioni voluto dal dott. Felice Damaggio ci sarà. Confido sull’alto senso civico dei gelesi che, riconosco, sono assai generosi”.
Il dott. Mario Leto, esprimendo gratitudine per la intensa attività dell’Adas, ha dichiarato che ancora non è stata raggiunta la sufficienza in termini di sacche di sangue necessarie per il fabbisogno di una città come Gela, considerando anche la crescita progressiva della necessità di sangue per la stessa operatività dei reparti di oncologia e talassemia, oltre che per gli interventi chirurgici di routine.
Grande collaborazione, dunque, tra la Azienda ospedaliera e il petrolchimico gelese cui fa da collante e intermediario l’Adas. E proprio in questo spirito e prospettiva di intenti che l’Adas, come chiarisce Felice Damaggio, ha registrato un trend in ascesa per le donazioni nel 2002.

Hanno detto.
Mario Leto
(Direttore generale Azienda ospedaliera Vittorio Emanuele)
“Questa è un’ulteriore prova, ove ce ne fosse bisogno, della generosità della comunità gelese contro ogni stereotipo che probabilmente presenta la città in maniera negativa e diversa. Anche se le tecniche più aggiornate costituite dalle opportunità offerte dalla chirurgia cosiddetta non invasiva, tendono a ridurre i fabbisogni di sangue. Di sangue v’è sempre bisogno e quindi un’iniziativa come questa, che costituisce un ulteriore sistema di andare dove sono i donatori e non aspettare come si faceva prima quando si attendevano che venissero in Ospedale, non potrà che dare frutti positivi e del che noi siamo molto contenti e molto grati.

Andrea Frediani (Amministratore delegato Raffineria di Gela srl)
“Si tratta di una richiesta partita in collaborazione col nostro dirigente sanitario e dall’Adas. Era qualcosa che era possibile fare. Ha richiesto un po’ di tempo solo perché i locali fossero correttamente adeguati. Pensiamo che sia un evento positivo. Permettiamo ai nostri dipendenti e quindi a tutti i miei collaboratori che hanno questa coscienza di voler donare il sangue e la possibilità di donarlo, di farlo in un modo più semplice. Ciò non significa che qualsiasi dipendente non desideri continuare a farlo in altri centri. E’ un opportunità in più che noi diamo”.

Felice Damaggio (Presidente Adas)
“L’Adas semina da sempre. Adesso stiamo raccogliendo i frutti, ma siamo anche piantando dei nuovi semi. Abbiamo iniziato in maniera più determinato lo scorso anno, abbiamo visto che la città ci è stata molto vicina. Siamo a riusciti a coinvolgerla e nello stesso tempo la città ci ha coinvolto. C’è stata euforia nelle scuole, nelle parrocchie, nei club services, nella chiesa evangelica, ovunque. Abbiamo ingranato una marcia in più che ci ha dato la possibilità di incrementare le donazioni del 23% nel 2002 e quest’anno contiamo sicuramente di completare questo dato e di potere incrementare questo numero perché il sangue in ospedale è necessario. Il fabbisogno è di 3000-3500 sacche. Ancora siamo distanti e speriamo di colmare questa distanza in tempi ragionevoli, in non molti anni. Ritorneremo nelle scuole. A gennaio siamo stati già presso l’Istituto socio pedagogico e alla ragioneria, la prossima settimana saremo all’Istituto alberghiero e quindi alla parrocchia San Sebastiano. Il 14 prossimo inizieremo questa nuova avventura, che in effetti non è un’avventura in quanto lo stabilimento risponderà positivamente”.


Autore : Graziana Cannadoro

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