|
notizia del 21/09/2013 messa in rete alle 21:01:36
Eni, un anno senza infortuni
Giovedì scorso, la Raffineria ha voluto celebrare un anno senza infortuni e l’ultimazione della copertura del parco coke, un vero e proprio impianto di stoccaggio e movimentazione del carbon coke, residuo della produzione dei greggi pesanti. Industria e festa sono termini antitetici, quando opera l’una si esclude l’altra e viceversa. Eppure nella mattinata di giovedì 19, tra rappresentanze istituzionali, dirigenze aziendali e sindacali e lavoratori si è celebrato un rito, uno di quei riti che a Gela avvengono con cadenza diradata.
Un rito comunitario, celebrato nei locali della mensa aziendale, nel quale sono confluiti almeno tre ordini di informazioni. La loro intersezione, per le parole che si sono dette, sono la sintesi più efficace di quello che oggi è lo stato dell’arte del rapporto città-industria.
Dicevamo che tre livelli di informazioni si sono incrociati: l’illustrazione dei traguardi ambientali e di sicurezza raggiunti (zero infortuni nell’ultimo anno e contenimento delle emissioni tali da consentire alla raffineria di rispettare le 112 prescrizioni della certificazione Aia), l’esternazione di come le istituzioni vedono il management Eni della raffineria (le parole del Presidente del Tribunale di Gela hanno riconosciuto, anzi “certificato”, l’accresciuta sensibilità verso i temi ambientali) e l’annuncio di cambiamenti al vertice del management aziendale teso a rafforzare l’impegno sugli investimenti per Gela. Tre livelli di informazione che, caso non frequente, convergono. Ma su cosa convergono?
Scoprire questa convergenza è l’elemento cardine per dire a che punto è il rapporto dell’industria con la città di Gela, il rapporto tra le logiche di una multinazionale del petrolio e un comprensorio di tradizione agricola e parzialmente manifatturiera.
Il clima, cordiale e diretto, ha consentito, a chi è intervenuto sul palco, di dire cose che rappresentano i propri convincimenti, a volte nella forma della battuta ma con la certezza che dietro quelle battute vi sono forti volontà, impegni economici e, in alcuni casi, etici.
Tentiamo di scoprire questo baricentro di convergenza.
L’obiettivo di un anno senza infortuni, a fronte anche di un trend decrescente negli anni precedenti e la presentazione del nuovo impianto di stoccaggio e movimentazione del coke, peraltro voluto con forza anche dalla collettività, hanno assunto subito una connotazione paradigmatica. Il nuovo paradigma è che l’investimento di un’azienda non è solo una spesa di capitali, uno stanziamento di fondi che produce più ricadute occupazionali sull’indotto.
L’investimento per Eni è concentrazione e spesa, ove la seconda è subordinata alla prima e ove la prima si sostanzia con competenze e tecnologia. Paradossalmente si può investire anche solo con competenze e tecnologia ed esigue risorse economiche. Ovviamente le dimensioni dell’azienda consentono questo. Questo concetto è stato più volte ribadito e non è un concetto a cui siamo abituati. E’ per questo che spesso rimaniamo delusi quando grossi volumi economici vengono spesi senza le ricadute occupazionali che ci aspetteremmo. Il paradigma lavorativo sta cambiando, non solo a Gela ma nel mondo e, tra le righe, queste cose vengono dette. Pur tuttavia L’Eni sta investendo a Gela circa 700 milioni di euro e realizzerà impianti che specializzeranno la raffineria come produttrice di gasoli di cui vi è ampia richiesta in Europa.
Il Sindaco di Gela nell’intervento ha colto questo cambio di paradigma tanto che ha ribadito che Gela vuole sviluppo industriale, intendendo chiaramente un’apertura a nuove intraprese aziendali che rendano la città meno vincolata ad economie connesse al petrolio, pur senza rinnegare questo business. E’ il segnale che questa consapevolezza sta prendendo piede.
L’altro tassello di questa convergenza è stata rappresenta dalle parole del Presidente del Tribunale di Gela che, con qualche aneddotica, ha dato atto di percepire una maggiore sensibilità ambientale dell’attuale management, constatando che la gran parte dei procedimenti in corso con la raffineria riguardano eventi del passato industriale le cui ricadute hanno impatti anche oggi. Il Presidente del Tribunale ha quindi riferito il suo intervento alla sostenibilità della raffineria, di cui nessuno può nascondere gli impatti sul territorio, ma che deve rientrare nella logica del rischio industriale normato dalle leggi in materia.
Anche l’intervento di un dirigente della Fulc ha segnalato quanto la sicurezza ed il rispetto dell’ambiente sia un processo di mantenimento più che di traguardo e che in Italia i morti sul lavoro sono ancora rappresentati da statistiche giornaliere di alcune unità.
In sintesi su cosa c’è stata convergenza? O meglio, quale convinzione sta pervadendo lentamente tutti gli attori che operano in un comprensorio sede di industrie pesanti?
Forse la convinzione che il tema del lavoro non può più dipendere solo dalla volontà di chi intraprende, sarebbe come dire che tutte le leve stanno nelle mani di chi maneggia capitali, competenze e tecnologia. Non è più così. Oggi il lavoro dipende anche da chi interagisce con i siti industriali, da chi amministra il controllo giuridico delle responsabilità, da chi è preposto ad abilitare ed autorizzare lo sfruttamento di infrastrutture e territorio, da chi rappresenta le istanze e le tutele del lavoro e dei lavoratori, da chi, pensando di essere fuori da questo processo, semplicemente se ne disinteressa o crea luoghi comuni senza verificarli. La convergenza emersa nell’incontro, battezzato come una festa della raffineria, ha fatto riscoprire questa interrelazione ove le responsabilità non si diluiscono solo perché gli attori del lavoro aumentano, semmai le responsabilità si arricchiscono di pratiche che hanno a che fare con l’interazione operosa e finalizzata. Un concetto per nulla scontato in tempi di crisi economica e sociale.
Autore : Sebastiano Abbenante
» Altri articoli di Sebastiano Abbenante
I Vostri commenti
Vergogna per quello che avete scritto o che vi hanno fatto scrivere.Ricordate la tragica morte di Gianfranco Romano avvenuta 10 mesi fa? Scusate'dimenticavo che era un operaio dell'indotto e non Eni!!!!!!//
Autore: operaio dell'indotto
data: 21/09/2013
|
|
|
In Edicola |
|
Cerca |
Cerca le notizie nel nostro archivio. |
|
|
|
|