|
notizia del 29/08/2009 messa in rete alle 20:54:50
Bus contro treni, confronto impari
Gela, come ribadito in molteplici occasioni, non ha mai goduto, soprattutto in quest'ultimo ventennio, di adeguati collegamenti ferroviari, nonostante la presenza di un'ampia struttura a ciò destinata; descrivere l'attuale operatività della Stazione Fs cittadina, perlomeno sotto il profilo del mero uso civile, potrebbe indurre a forme di gratuito sarcasmo: favorite da un'assoluta mancanza di piani di riorganizzazione ed innovazione.
Ad uno status quo certamente desolante si aggiungono le scelte assunte dall'unico azionista del gruppo, il Ministero dell'Economia e delle Finanze, titolare al 100% del pacchetto azionario dello stesso: solo sulla regione Sicilia si sono infatti abbattuti tagli pari a 256 milioni di euro, per quanto concerne Trenitalia, e a 317 milioni, ai danni di Rete Ferroviaria Italiana.
Dinnanzi ad un simile disimpegno, costante da più di un decennio, permangono, però, soggetti economici in grado di svilupparsi, conseguendo, in tal modo, rilevanti profitti: il riferimento primario, ovviamente, è alle entità attive nel settore del trasporto su strada, sia urbano che extraurbano.
Un'evidente conferma può trarsi da una breve visita al piazzale antistante la stazione ferroviaria gelese, centro nevralgico del vero sistema di trasporto passeggeri, locale e regionale: quello fondato non su carrozze e locomotori, quanto, piuttosto, su enormi veicoli capaci di attraversare, in lungo ed in largo, le strade dell'isola, collegando tutte le principali arterie viarie e di comunicazione siciliane.
Stando a svariate voci, susseguitesi negli ultimi anni, sarebbero proprio i responsabili delle aziende summenzionate a esercitare pressioni non indifferenti affinchè il sistema ferroviario isolano non evolva fino a raggiungere livelli perlomeno sufficienti, attraverso un coinvolgimento sempre più capillare nei meandri della politica locale.
Aldilà di superficiali congetture appare comunque inequivocabile l'afflusso di capitali, registratosi in un lasso di tempo oramai assai ampio, in favore di pochi, ma assai influenti, dirigenti aziendali del settore in esame.
Successi frutto di scelte istituzionali volte a favorire tale settore a discapito degli altri: proprio alla vigilia della ricorrenza ferragostana è stato, infatti, varato un decreto regionale che proroga di altri cinque anni il regime di concessione provvisoria dei servizi di autolinea in favore di svariati soggetti privati, evitando, ancora una volta, di ricorrere a gare d'appalto aperte anche a tutte quelle imprese al momento escluse dal grande gioco dei fondi regionali.
Mediante siffatta decisione la Regione destinerà annualmente un totale di 212 milioni di euro (secondo un criterio che parametra i finanziamenti offerti ai chilometri percorsi in un lustro, praticamente un euro a fronte di ogni chilometro), in favore di molteplici imprese, pubbliche e private: in realtà gestite da un ristretto nucleo di veri “notabili” del settore.
Le due aziende di proprietà della famiglia Cuffaro, quella dell'ex presidente della Regione ed attuale senatore della Repubblica, partecipano a pieno titolo alla divisione: € 257.000,00 sono stati destinati alla “Angelo e Raffaele Cuffaro”, mentre circa € 1.500.000,00 alla “Autoservizi Cuffaro”.
Ma la vera mattatrice, poiché prioritaria entro i confini del mercato regionale, come testato dagli stessi utenti gelesi (in prevalenza studenti e lavoratori pendolari), assume le sembianze della famiglia Scelfo, deus ex machina di due dominatrici nel settore del trasporto locale, la “Sais” e la “Interbus”, teste di ponte di un vero e proprio impero, comprensivo, inoltre, di “Etna Trasporti”, “Segesta”, “Sicilbus”, “Giamporcaro”, “Gallo” e “Sarp”, destinataria di contributi per circa € 22.000.000,00.
Cifre troppo invitanti per rinunciarvi così facilmente, in tal modo la crisi del settore ferroviario regionale, non fa che rafforzare ulteriormente i piedistalli sui quali, in mancanza di qualsiasi forma di concorrenza, si collocano gli imprenditori di un mercato attentamente ripartito tra i suoi protagonisti: non sfugge, infatti, la tendenza al mantenimento di un controllo oligopolistico sulle diverse tratte, così, ad esempio, quelle coperte dalla “Interbus” non troveranno altri operatori concorrenti, e viceversa.
Sarà molto difficile, a Gela come in altri comuni della regione, ritornare ad udire in lontananza il fischio di un treno in arrivo.
Autore : Rosario Cauchi
» Altri articoli di Rosario Cauchi
|
|
|
In Edicola |
|
Cerca |
Cerca le notizie nel nostro archivio. |
|
|
|
|