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notizia del 21/06/2003 messa in rete alle 20:54:52
Scuola e ambiente, connubio vincente
Un detto dei pastori nomadi del Kenya così recita: “La terra non l’abbiamo ereditata dai nostri padri ma l’abbiamo avuta in prestito dai nostri nipoti”.
Oggi è trend parlare di ambiente, di tutela dell’ambiente, di qualità della vita, e ci si mobilita, nei diversi settori, per la tutela del diritto alla qualità della vita. A dire il vero non esiste una specifica norma giuridica che affermi in modo espresso e chiaro un diritto degli individui ad una migliore qualità della vita. Forse sarebbe persino impossibile formularla con esattezza, e forse si dovrebbe parlare di rivoluzione delle aspettative crescenti, e ciò può significare che la gente si aspetta di vivere meglio e lo desidera. Tale aspettativa allora può diventare una potente molla per lavorare e darsi da fare.
Se, dunque, potrebbe esserci dubbio su una configurazione della qualità della vita come diritto perché potremo trovarci in difficoltà a trovare e ad identificare chi ha l’obbligo di garantircela e chi, non solo può fare qualcosa perché la nostra vita migliori, ma è anche obbligato a farlo, potremo allora dire che la migliore qualità della vita è una esigenza che possiede tante facce e tante sfaccettature. Eh sì, perché per una effettiva tutela della stessa qualità della vita occorre operare in campi diversi e modi diversi (il lavoro e il modo di lavorare; le leggi, l’attività delle autorità pubbliche e l’inquinamento; i cittadini e i loro comportamenti etc).
Va, comunque, maturando nelle coscienze il diritto ad un ambiente non inquinato, da interpretare in correlazione al diritto alla salute e della tutela del paesaggio che viene garantito da numerose regole sulle modalità di produzione, sulle emissioni industriali, e sullo smaltimento dei rifiuti solidi, liquidi e gassosi.
Certo c’è ancora tanto cammino da fare . Però, se è opportuno procedere con ragionevolezza, è anche indispensabile andare avanti con decisione: la tutela dell’ambiente, infatti, se attuata con intelligenza, può anche risultare una risorsa per lo sviluppo di nuove attività economiche e per la creazione di nuovi posti di lavoro.
Diventa fondamentale, allora, favorire la formazione nei cittadini di una coscienza alla tutela dell’ambiente, onde acquisire la consapevolezza che la salubrità del mondo che ci circonda ha una grande rilevanza per la qualità della vita di ognuno di noi.
L’educazione all’ambiente sostanzialmente inizia nella famiglia e nella scuola: i genitori e gli insegnanti devono educare i giovani al rispetto dei beni naturali e del paesaggio nella globalità dei suoi aspetti.
La scuola ha anche il compito di favorire tutte le iniziative che possano attirare l’attenzione delle giovani generazioni sulle conseguenze catastrofiche dei danni ambientali.
A tal proposito diventa emblematica l’esperienza della Scuola Materna del 5° Circolo “Santa Maria di Gesù” diretto dalla dott.ssa Silvia Scolla Cappello che ha realizzato un progetto Ecologia grazie all’impegno delle insegnanti Salvina Baio Maria Samà, Maria Carmela Chimera, Maria Morreale, Carolina Vitale e Lucia Di Fede (senza trascurare la collaborazione delle altre insegnanti che operano all’interno del circolo didattico), le quali hanno lavorato con entusiasmo per 2 mesi e in orario aggiuntivo. Gli obiettivi del Progetto Ecologia rivolto ai bambini in età prescolare erano:
– osservare e descrivere un luogo pulito e non;
– osservare il proprio quartiere scolastico e la propria città;
– prendere coscienza dell’importanza dei diversi contenitori per la raccolta differenziata;
– osservare e valutare i danni all’ambiente.
"La scuola materna – riferisce la maestra Maria Samà – è il primo segmento del sistema scolastico, luogo di vita e di apprendimento e ha una funzione importantissima nel promuovere comportamenti adeguati anche e soprattutto in bambini in età prescolare. Il bambino fin da piccolo deve essere sensibilizzato a salvaguardare l’ambiente che lo circonda, a mantenerlo pulito, ad avere rispetto per le cose e per tutti gli esseri viventi. Per fare interiorizzare al meglio gli obiettivi perseguiti con il progetto, le insegnanti si sono servite di visite guidate sul territorio. Hanno fatto eseguire canti, giochi motori con l’utilizzo di simboli legati all’ambiente di volta in volta trattato; hanno fatto portare ai bambini cartoni, scatole, vecchi giornali, lattine, bottiglie di plastica etc, per insegnargli a raccoglierli in modo differenziato e a riciclarli per ottenere altri oggetti: fiori, alberi, vasi, animaletti etc. Hanno realizzato simboli di raccolta differenziata per giochi, drammatizzazione e attività grafico-pittorica. Durante questi mesi – conclude con una certa soddisfazione la maestra Maria Samà – autrice anche di alcuni canti ecologici, i bambini sono stati seguiti e accompagnati da un simpatico personaggio, la scopetta Ecologina (inventato dalla stessa docente), che continuamente li invitava a non sporcare l’ambiente e a buttare i rifiuti nei contenitori adatti".
La scuola deve essere agenzia formativa di comportamenti e modus vivendi che garantiscano il rispetto dell’ambiente. Solo così si potrà costruire un percorso ideale per un effettivo miglioramento della qualità della vita di ciascuno di noi.
Autore : Graziana Cannadoro
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