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Corriere di Gela | Come volevasi dimostrare
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notizia del 30/08/2003 messa in rete alle 20:49:57
Come volevasi dimostrare

Lungi da me l’idea di vantarmi: è con gran dispiacere per le sorti di Gela che devo registrare due eventi che nei mesi scorsi avevamo previsto in questa rubrica.
Avevamo scritto che la ‘tolleranza zero’ dei vigili urbani, in una città priva di sufficienti parcheggi, rischiava di esasperare gli animi; avevamo scritto che i vigili urbani non erano più considerati, dai cittadini, elementi di supporto e di collaborazione, ma soltanto strumenti di azioni repressive ritenute in molti casi ingiuste e, avevamo denunciato l’uso ‘allegro’ dei fondi derivanti dalle multe per il pagamento di compensi straordinari ai vigili stessi, cosa che giustificava ‘l’impegno”’nel fare sempre più multe generando un circolo vizioso a danno degli automobilisti. L’esasperazione di lunghi mesi è sfociata, alla fine, nella rissa al Lungomare, con cinque vigili urbani al pronto soccorso dell’ospedale.
Ogni atto di violenza fisica è sicuramente da condannare con forza, ma sull’accaduto è doveroso riflettere: i cittadini che stazionavano al Lungomare hanno prima difeso i giovani multati, poi, donne incluse, hanno partecipato al pestaggio dei vigili. Dunque, i vigili come “controparte” dei cittadini: complimenti a chi ha prodotto, per motivi che nulla hanno a che vedere con la buona amministrazione, questo risultato.
Avevamo scritto, nei mesi scorsi, delle maldestre proteste dei cittadini e di amministratori in merito alle antenne per la telefonia mobile, antenne i cui lavori sono abbondantemente al di sotto dei limiti di legge e che sono sottoposte a costanti controlli da parte dell’Arpa. Naturalmente ci riferiamo alle antenne per i cellulari Gsm, perchè le nuove antenne per i video cellulari hanno emissioni inferiori a quelle dello schermo di un computer.

L’amministrazione comunale, però, “politicamente corretta” e a difesa dei cittadini, ha bloccato l’istallazione di nuove antenne. Non solo, ha anche bloccato i lavori per le antenne che erano state già autorizzate. E’ seguito un ricorso al Tar, con la conseguente condanna del comune di Gela per “eccesso di potere”. La Tim ha chiesto un risarcimento di cinquecento mila euro: ci auguriamo che il Comune possa evitare questo maxi-risarcimento, ma se ciò non avverrà l’onere di pagare spetterà all’amministrazione comunale nelle persone dei singoli assessori, e non certo con fondi del Comune.
Abbiamo appreso, nei giorni scorsi che Piazza San Francesco verrà resa un giardino di limoni ed aranci; verrà forse spostata anche la statua di Aldisio; mancheranno, di sicuro, altri cinquanta posti auto. Ben vengano i limoni di fronte al Municipio, ma prima occorre realizzare le alternative per i parcheggi. A meno che Gela non intenda andare controcorrente anche in questo: mentre in tutta Italia si lavora per il recupero del centri storici, a Gela si rende la vita sempre più difficile a chi nei centri storici abita o lavora.
Del resto, Gela rimane la città delle contraddizioni. La città dove si trascorre il mese di agosto con la media di cinque spettacoli al giorno mentre in un garage abbandonato un giovane barbone austriaco può morire di fame. La città dove si parla e straparla di legalità mentre ogni notte vengono bruciate tre o quattro autovetture. La città che si pretende di aprire al turismo mente i primi a sporcare sono i suoi cittadini. La città in cui maggioranza ed opposizione si confondono talmente che l’opposizione, per non dare un dispiacere alla maggioranza, esce dall’aula al momento di votare un bilancio che aveva contestato per due mesi.
Questa è Gela e tale resterà se tutti noi, suoi cittadini, non la smettiamo una buona volta di fare giravolte, equilibrismi, sterili strategie e non impariamo ad affrontare i problemi direttamente, chiaramente, senza barare.


Autore : Giulio Cordaro

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