|
notizia del 21/06/2009 messa in rete alle 20:40:19
La stazione ferroviaria che non c’è
All'interno di una pianta urbanistica tradizionale la stazione ferroviaria, in conseguenza dei retaggi trasmessi dalla cultura europea, costituisce un nervo preponderante dell'organizzazione civica: si afferma, infatti, quale centro primario di ogni complesso economico-sociale, permettendo svariate forme di spostamento, non solo in favore di singoli individui, ma anche di merci e materie prime.
Considerazioni simili trovano riscontro in diverse località del nostro paese, dislocate per la verità più nella zona del centro-nord che in quella del sud e delle Isole; purtroppo bisogna, in ogni caso, osservare il ritardo accumulato dall'Italia al cospetto di altri Stati europei (Germania, Francia, Spagna, Gran Bretagna), fortemente interessati all'evoluzione del trasporto ferroviario, al fine di contrapporlo a quello su ruote, destinato a ridurre le sue quote di mercato.
Ma qual è lo stato del trasporto su rotaie a Gela?
La Stazione delle Ferrovie dello Stato, inaugurata nel 1977, occupa un ampio spazio del territorio periferico della nostra città, ammontante ad almeno 70.000 metri quadrati, ponendosi, peraltro, come evoluzione dell'antica struttura sorta nel 1891; dalla consultazione di documenti ufficiali della società FS emerge un particolare affresco del sito locale: descritto come “il più importante tra quelli intermedi della tratta Siracusa-Canicattì”.
Accedendovi durante le cosiddette ore di punta (12-13 e 17-18), perlomeno tali in altri centri nazionali, si può facilmente osservare una routinarietà, passiva ed asettica, paragonabile a quella resa celebre da Italo Calvino nel romanzo “Se una notte d'inverno un viaggiatore”: si è attratti, in modo particolare, dalla completa assenza dei tipici “fischi” emessi dalle carrozze.
Il motivo di tale mancanza non è difficile da intuire: il numero di treni giornalieri in partenza è, a dir poco, irrisorio, anche verso i grandi centri siciliani, Catania e Palermo in testa; per il capoluogo regionale si muove un unico convoglio, in partenza nelle primissime ore della mattina; un numero maggiore di corse è fissato in direzione del centro etneo, alcune delle quali, però, sostenute non dai convogli bensì da pullman sostitutivi, assai frequenti a causa degli inconvenienti tecnici patiti da macchine vetuste.
Tutto ciò non pare assolutamente preoccupare molti assidui frequentatori del piazzale antistante l'ingresso della Stazione, intenti ad esercitarsi, con molteplici passaggi di denaro, in svariate “attività”, dalle carte ai dadi, trasformando un vecchio cartone per imballaggi in un immaginario tappetto verde da casinò.
Intanto la gran parte degli impiegati della società Fs, immediatamente riconoscibili dalla loro inconfondibile giacca verde, si aggira nei dintorni, nel tentativo di far trascorrere il più velocemente possibile l'orario di lavoro; sporadicamente qualche viaggiatore giunge innanzi allo sportello informazioni, superando un vistoso carretto siciliano, ubicato, con l'obiettivo di essere ammirato dai tanto agognati turisti, proprio al centro della sala da aspetto: anche se, dopo un veloce colloquio con l'addetto, comprende all'istante che la miglior soluzione da adottare è quella di rivolgersi alla biglietteria delle società di trasporto extraurbano, collocata dall'altra parte della strada.
La Stazione ferroviaria gelese conferma, così, le torbide aspettative dell'intero settore regionale: l'ultima legge finanziaria ha imposto tagli pari a 256 milioni di euro per Trenitalia e 317 milioni ai danni di Rete Ferroviaria Italiana, ai quali bisogna sommare il progressivo disimpegno nei servizi di trasporto merci, confutato dalla chiusura degli scali di Ragusa , Comiso, Palermo Brancaccio, Alcamo, Siracusa, Dittaino e Fiumefreddo.
In questo modo il sito gelese inizia ad acquisire funzioni diverse da quelli originarie.
Visitandolo alle prime luci dell'alba, si è colpiti da un via vai, in alcuni giorni molto intenso, di individui dai volti segnati e bruciati dai raggi del sole: braccianti oppure manovali spintisi fin lì per ottenere almeno una giornata di lavoro, offerta da agricoltori e piccoli imprenditori edili, spesso presenti in quel luogo alla ricerca di manodopera dell'ultimo momento.
Lo scenario muta profondamente nel corso delle ore notturne, quando la Stazione, abbandonata anche da quei pochi viaggiatori occasionali, vede innestarsi al suo interno figure singolari: alcune costrette dal bisogno di un tetto sotto cui rifugiarsi, soprattutto nei mesi invernali, mentre in quelli estivi i giardini collocati ai lati del grande spaziale antistante offrono sufficiente conforto; altri interessati ad incontri diversi, attinenti al soddisfacimento fisico, per così dire, da conseguire grazie alla compagnia di talune avventrici (personalmente ne ho individuate almeno due), disponibili dietro un presumibile compenso.
Dalle nove del mattino la Stazione Fs di Gela si riappropria dei tratti tipici di un luogo di transito verso mete da raggiungere accomodandosi, però, sul primo pullman in partenza.
Autore : Rosario Cauchi
» Altri articoli di Rosario Cauchi
I Vostri commenti
Questa è la mia segnalazione inviata a FS tempo fa.
Mi chiamo Valerio, e sono uno studente universitario di 20 anni di Gela ma che studia a Catania.
Come ogni week-end, finita la settimana, torno a casa dai miei genitori. E come ogni week-end i pullman EtnaTrasporti che fanno servizio presso la linea Catania-Gela sono strapieni.
Non capisco come trenitalia non approfitti di questo business di studenti universitari che ogni giorno da Gela si recano a Catania per studio, lavoro, ecc.. e viceversa.
Allora ecco il paragone tra i due servizi PULLMAN E TRENO:
- TRENO: Catania-Gela, prezzo ticket 7,60 €, prezzo ticket andata e ritorno in giornata 15,20 €, tempo di percorrenza 2 ore e più; 6 mezzi al giorno.
- PULLMAN: Catania-Gela, prezzo ticket 7,10 €, prezzo ticket andata e ritorno in giornata 11,30 €, tempo di percorrenza 1 ora e 35 minuti (da notare che fa fermata anche all'aeroporto di Catania). Un mezzo ogni ora in partenza sia da Gela che da Catania.
Gli studenti gelesi che studiano a Catania sono circa 1.000. Per non parlare del numero di gelesi che ogni giorno si recano all'aeroporto di Catania. Immaginate il business che la Etnatrasporti ha con il servizio nella tratta Gela-Aeroporto-Catania.
Non capisco perchè le ferrovie non sappiano organizzarsi ed offrire un servizio efficiente magari nelle ore cruciali.
Capisco che la linea ferrata è obsoleta e risalente all'epoca borbonica, ma almeno migliorare il servizio.
Ditemi, chi sarebbe quell'imbecille che prenderebbe il treno per un tempo di percorrenza maggiore e con un prezzo di biglietto maggiore???
Ho scritto molte volte a trenitalia segnalando questo incoveniente, ma tutte le volte mi ha risposto che i prezzi sono stabiliti dall'assessorato regionale ai trasporti.
Propongo a trenitalia innanzitutto, se non è possibile ridurre i tempi di percorrenza, almeno di dimezzare il costo del biglietto.
Un treno che viaggi con 100 studenti a bordo è sempre meglio di un treno che viaggi completamente vuoto. Concordate???
Poi... che fine hanno fatto i minuetti che la regione aveva comprato per rimpiazzare le vecchie locomotive diesel???
Nella tratta Gela-Catania vedo sempre le vecchie motrici diesel in esercizio. Forse nemmeno in Africa le utilizzano più. Con tutto il rispetto per il continente africano.
Poi ho notato che la ferrovia Gela-Catania ad un certo punto si imbocca nella ferrovia Siracusa-Catania, quest'ultima passa proprio accanto l'aeroporto Fontanarossa di Catania. Si è mai pensato di creare una fermata lì?
Anche riguardo la linea Siracusa-Gela-Canicattì è obsoleta. I tempi di percorrenza sono esagerati: più di ore da Gela per Siracusa e vicerversa. Capisco che il costo del biglietto è calcolato per i kilometri che il treno percorre, ma questo calcolo non si può fare quando il percorso ferrato è tortuoso! Propongo di calcolare i prezzi dei biglietti per la distanza in linea d'aria.
A settembre dovrebbero decollare i primi voli dall'aeroporto di Comiso, volevo sapere a quanto si avrà l'elettrificazione e la velocizzazione della linea Siracusa-Gela-Canicattì e della linea Catania-Caltagirone-Gela.
Aspetto una risposta a questo reclamo che spero venga preso in considerazione dalle autorità competenti.
Grazie per la Vostra disponibilità.
Valerio
Autore: Valerio
data: 21/06/2009
La problematica sottoposta dal sig. Valerio è perfetta, ed è anche normale il fatto che non si spiega come mai le ferrovie non incentivano il mezzo treno velocizzandolo. Innanzitutto, qualche anno fa le ferrovie provarono a velocizzare i treni sulla Catania-Gela e debbo dire, che fu un esperimento ben riuscito, visto che percorreva la solita distanza in un ora e 40 con le automotrici diesel Aln 668.3000, stracolmi di gente. Il vero problema invece, è proprio quello di capire, come mai quel tipo di servizio che rendeva bene in termine di frequenza e di percorrenza, è stato sospeso dopo qualche mese a danno di tutta l'utenza, ritornando alle automotrici diesel Aln 668.1600 ed alle due ore e passa. L'altro dato strano è quello che si sono spesi dei soldi pubblici in questi ultimi anni per ammodernare la linea ferroviaria Catania-Caltagirone-Gela e da qualche tempo si parla di ramo secco da tagliare per la scarsa affluenza. Il trasporto pubblico ferroviario
Autore: Giosue Malaponti
data: 22/06/2009
|
|
|
In Edicola |
|
Cerca |
Cerca le notizie nel nostro archivio. |
|
|
|
|