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notizia del 06/11/2004 messa in rete alle 20:27:19
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Santa Lucia: il vescovo porta pace
Incredulità, tristezza e commozione, sono i sentimenti che hanno pervaso domenica scorsa i residenti del quartiere Scavone, ovvero i parrocchiani della Chiesa di Santa Lucia. Emozioni forti provate per l’improvviso trasferimento di Padre Clemente, il frate cappuccino che per quindici anni ha operato nel luogo.
La decisione del cambiamento di sede è stata presa dal Vescovo Michele Pennisi, i fedeli dicono di es-serne venuti a conoscenza attraverso la stampa che ha diffuso la notizia dando spiegazioni vaghe non accettate dai parrocchiani, la mobilitazione a favore di padre Clemente è stata immediata ma non è servita a far in modo che qualcosa cambiasse. Il rito ufficiale per il passaggio della missione è stato effettuato dal Vescovo che ha affidato la Parrocchia di Santa Lucia a don Luigi Petraia, il quale per nove anni ha esercitato nella Chiesa di San Giacomo, donando al quartiere un nuovo volto; padre Clemente, dopo avere svolto nell’apparente silenzio del quartiere gelese la sua missione, è stato inviato all’ordine dei francescani a Siracusa.
Presenti alla serata di domenica il sindaco Rosario Crocetta, il presidente del Consiglio comunale Pino Federico e buona parte dell’amministrazione cittadina. Giovani e bambini, anziani, gente che piangeva “la perdita” del sacerdote del proprio quartiere, anime che avevano trovato nella propria guida spirituale il sollievo per il mal di vivere che logora inesorabilmente molte esistenze, hanno continuato a chiedere spiegazioni plausibili al Sindaco a cui è sembrato che si stesse politicizzando in maniera esasperata una questione prettamente religiosa.
L’arrivo che ha visto un po’ spaesato l’uno e la confusione che di certo assaliva l’altro per la sostituzione, non ha visto i due sacerdoti condividere almeno per qualche momento i propri pensieri. Evidente è stata al momento della celebrazione il dispiacere dei cittadini tramutatosi in una sorta di accettazione ormai inevitabile della decisione suprema.
"Noi siamo pionieri del Vangelo – ha detto mons. Michele Pennisi durante l’omelia – siamo grati a padre Clemente per il servizio che ha svolto e gli mostriamo affetto e riconoscenza". Parole che avevano il gusto di un formale ed inevitabile conforto, sono state succedute dalla spiegazione tanto attesa, il frate cappuccino viene allontanato dalla città perché il Codice del diritto canonico di supplenza prevede la possibilità di spostare i sacerdoti dalla Chiesa dove hanno operato per un buon periodo, come veri e propri pellegrini della parola di Cristo insomma".
Certo, nessuno saprà mai se dietro la spiegazione religiosa si nascondano motivi che vanno oltre il semplice “codice del regolamento”.
Noi abbiamo voluto intervistare i protagonisti del fatto, cominciando dai fedeli.
– Chi è per voi Padre Clemente?
"Padre Clemente per noi è un mito; è un uomo che ha dato la vita per questo quartiere, tante volte si è messo contro tutto e contro tutti pur di far rinascere il rione. E’ riuscito con il suo animo buono a riunire la gente, a farla collaborare, senza mettersi in pulpito per ricevere meriti".
– Come ha reagito alla notizia del suo trasferimento e alla vostra immediata protesta?
"Ha accettato in silenzio, non si è mai opposto. A noi ha detto di non continuare con la protesta. E’ sempre stato convinto che se il Signore voleva così lui doveva obbedire e seguirlo, proseguendo nel suo cammino di fede, anche se sapevamo del suo dolore…".
– Cosa ha lasciato in voi la presenza di padre Clemente, il suo operato e cosa gli augurate?
"Un vuoto incolmabile, il cuore spezzato. I suoi buoni insegnamenti, ascoltare il Signore e lodarlo nonostante le difficoltà. Il suo trasferimento è stata una vera ingiustizia, è come se ci avessero tolto un padre. Speriamo per padre Clemente che chiusa una porta si aprano per lui sette portoni".
– Da domani ad operare qui nella Chiesa di Santa Lucia sarà Padre Luigi Petralia, con che animo vi avvicinerete al nuovo Parroco?
"Sappiamo che ha lavorato bene a San Giacomo, è una brava persona e non ce l’abbiamo con lui ma con i superiori. Collaboreremo anche con il nuovo Parroco".
Padre Clemente visibilmente agitato ha cercato di celare la sua tristezza rispondendo tutto ad un fiato alle domande rivoltegli.
– Che valore assume per lei questa ultima serata nella sua città?
"Assolutamente niente. Ho lavorato e fatto il mio dovere, se è arrivato il momento di andare, vado dove mi è stato comandato di andare".
– Cosa ha detto ai parrocchiani che le sono stati vicino in tutti questi anni?
"Continuate a fare il vostro dovere, seguite il Signore che aiuta a sopportare i dolori della vita. Nonostante l’uomo ci faccia soffrire, continuate a vivere come vi ho insegnato, nel rispetto reciproco".
Padre Luigi Petraia, ha letto con commozione un messaggio rivolgendosi al Vescovo e ai presenti prima della conclusione dell’omelia.
"Ringrazio il Vescovo per la fiducia che ha riposto in me. Oggi vivo la mia trepidazione conoscendo i miei limiti e le mie capacità. Gesù è venuto per servire e non per essere servito. Il Comune ha finalmente reiterato i vincoli che impedivano la costruzione della nuova Chiesa, la realizzazione di questo progetto mi vedrà impegnato in prima linea. Lavoreremo con pazienza, costanza e non ci faremo scoraggiare".
Autore : Lorena Scimé
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