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notizia del 11/02/2007 messa in rete alle 20:24:47
Internazionalizzazione delle risorse locali. Dove, quali e perchè?
Dal Corriere di Gela, mia unica ed insostituibile fonte, ho saputo che l’anno scorso su impulso della provincia di Caltanissetta è stata lanciata l’iniziativa “Gelarisorse", per favorire il miglioramento quali-quantitativo degli scambi economici e commerciali del comprensorio gelese, promovendo, tra le imprese del settore agro-alimentare, manifatturiero e turistico-alberghiero, e le istituzioni locali, la diffusione della cultura della cooperazione e del marketing internazionale.
La lodevole iniziativa si è dotata di un apposito sportello di consulenza, presso gli uffici della delegazione provinciale di Gela, e di un progetto-pilota della durata canonica di 12 mesi. E’ stata avviata la selezione di 15 aziende beneficiarie di assistenza, l'organizzazione di 4 missioni all'estero e l’animazione territoriale, per favorire le esportazioni ma anche per attirare investimenti stranieri verso il comprensorio di Gela. Il soggetto attuatore è un raggruppamento temporaneo di imprese di levatura mondiale.
In seguito è stato esposto al pubblico l’obiettivo del progetto “Promos” – per migliorare l’integrazione e la qualità degli interventi di sviluppo locale in corso di attuazione, ai fini del rafforzamento delle filiere produttive e della valorizzazione delle risorse locali, accrescendo la capacità di progettazione ed attuazione di interventi di sviluppo”. In sintesi, l’intervento mira specificamente ad aumentare l’internazionalizzazione delle imprese operanti nel settore agro-alimentare attraverso attività di promozione e valorizzazione dei prodotti, con raccolte di informazioni, servizi in rete, manifestazioni, visite, degustazioni e pubblicità.
Pur non conoscendo bene lo sviluppo di tali azioni istituzionali, vorrei qui soffermarmi su alcuni aspetti correlati. Se dal profondo Sud lanciamo una sfida ambiziosa: l’internazionalizzazione delle piccole e medie imprese del comprensorio di Gela per competere sui mercati globali; bisognerà pur riflettere.
A Gela le carte (oggi li chiamano punti di forza) ce le abbiamo tutte? Forse si, ordiniamole per bene:
• la città di Gela è indubbiamente il centro marittimo/industriale provinciale, se non altro, per le dimensioni della sua costa, della sua area portuale e del polo industriale;
• la piana di Gela, in Sicilia, è seconda per dimensione solo dopo quella di Catania; con il suo vasto comprensorio (Niscemi, Mazzarino, Riesi, Butera) e con Acate e Vittoria, è una delle principali aree agricole italiane;
• solo altri 3 grandi comuni della provincia (Niscemi e Caltanissetta, San Cataldo) condividono con Gela, nel corso dell’ultimo quindicennio, una dinamica demografica positiva. E tendenzialmente l’indice di vecchiaia risulta, nel confronto provinciale/regionale/nazionale, molto basso sia a Gela che a Niscemi, caratterizzate da una forte componente di giovanissimi rispetto agli anziani;
• l’indice di dipendenza strutturale, che misura il rapporto fra la parte di popolazione che non lavora, (pop. non attiva) e quella potenzialmente attiva (15-64 anni), vede, su base provinciale, solo il comune di Gela (47,5) con un valore molto più basso della media; tutti gli altri comuni si situano a ridosso della media confermando la tendenza emersa nell’esame dell’indice di vecchiaia;
• la “clessidra provinciale” con i suoi principali centri, Gela-Niscemi-Mazzarino a sud, e Caltanissetta-San Cataldo-Mussomeli, a nord, contiene l’80% delle unità locali manifatturiere insediate in provincia. In valori assoluti, la presenza maggiore di unità locali manifatturiere si riscontrano nei comuni di Gela e Caltanissetta, rispettivamente con 827 e 704 unità locali sulle 2737 complessive;
• con riferimento a due comparti (agro-alimentare e minerali non metalliferi) si osserva un andamento simile nelle due aree (sud e nord) che riporta al dato generale, mentre il comparto della lavorazione dei metalli presenta un forte addensamento di imprese nella città di Gela ed è sicuramente in relazione con le caratteristiche della città diventata un importante polo industriale. In cui, oltre alle attività dirette e dell’indotto generate dal settore petrol-chimico, si è sviluppata nel corso degli ultimi decenni un’industria matalmeccanica, anche di carpenteria e riparazione navale, con l’emersione di attività relative al trans-shipment interportuale.
Se queste, insieme ad altre, sono alcune “fondamentali e strutturali” condizioni di partenza del contesto gelese, tralascio le criticità per non deprimerci, cerchiamo adesso di identificare qualche “indizio” per il suo potenziale sviluppo, al suo interno e all’esterno, immediato e remoto.
Parlo di indizi perché, allo stato attuale, sullo sviluppo dei sistemi territoriali e nello specifico sui temi dell’internazionalizzazione, poco o nulla si è fatto e molto si è detto, e chi ha fatto qualcosa non ha voglia di parlarne. Gli esperti in materia mi dicono: chi fa qualcosa di efficace e competitivo non ha tempo per parlarne, e chi non fa nulla va alle conferenze e ai corsi di formazione.
Partirei allora da tre indizi certi (o quasi):
– per l’ambito di programmazione 2007/2013 le scelte di politica urbane in corso di definizione da parte della Regione Siciliana, previa un’ampia fase di consultazione con i sindaci delle città siciliane, grazie all’opportunità offerta dal nuovo quadro regolamentare per la gestione di progetti integrati urbani e per la realizzazione di interventi di sviluppo e rigenererazione, potranno prevedere il ricorso alla sub-delega provvista di sovvenzione globale. L’istituto, rappresenta un’autentica novità del Reg. (CE) n°1083\2006, e ricalcherà le modalità operative dei Programmi Urban, impegnando la responsabilità delle città beneficiarie, nell’attuazione di parte del Programma Operativo Regionale.
Questa volta, la classe politica e amministrativa gelese non dovrà farsi scappare la possibilità di avere finalmente il suo grande Programma Urban, dotato di risorse ingenti, proporzionali alle dimensioni e ai problemi della città.
– in seno ai fondi strutturali 2007/2013 una delle priorità sarà la cooperazione territoriale europea e trans-frontaliera, ai fini della quale le zone ammissibili a un finanziamento del FESR saranno molto poche, la provincia di Caltanissetta sarà tra queste (Gela/Malta/Tunisia/Libia), mentre quelle di Catania, Enna, Palermo e Messina no;
– i progressivi incrementi di traffico “globale” nell’autostrada del mare prospiciente la provincia, potrà ridare slancio alla doppia anima agricolo/industriale del suo territorio, riducendo i cronici squilibri, dovuti al suo essere porta d’ingresso di merci (petrolio e gas) al servizio del “sistema paese”, ovvero la forte preponderanza dell’import di prodotti energetici in entrata, incrementati dalla condotta sottomarina Italia/Tunisia/Libia, e dell’export di prodotti di raffinazione;
– ai margini del contesto gelese si stanno via via avverando molte trasformazioni e alcune grandi novità, ne cito solo alcune: Autoporto di Vittoria (e piattaforma retroportuale di Pozzallo), Aeroporto di Comiso, l’autostrada Gela-Siracusa (di nuovo una priorità, al contrario del ponte sullo stretto)…;
Da qui l’importanza, nell’ambito di un serio dibattito sugli scenari di sviluppo del comprensorio, di un monitoraggio costante delle politiche dirette ad incidere sul rafforzamento delle infrastrutture, materiali e immateriali, in stretta correlazione con i punti di forza e gli indizi di sviluppo prima elencati.
Va altresì ricordato che tra i grandi interventi di programmazione infrastrutturale è previsto il passaggio in Italia di nuove reti di trasporto intermodale di respiro europeo (i cosiddetti “corridoi”): il Corridoio V (Lisbona-Kiev, che passa per Torino e Verona), il Corridoio I (Berlino-Palermo) e il Corridoio VIII (Bari-Varna), e che i porti italiani si ritrovano lungo due Autostrade del Mare, area occidentale e orientale del Mediterraneo, il cui sviluppo è legato anche al forte incremento del traffico marittimo globale passante per Suez e per Gibilterra, in alternativa al traffico che circumnaviga l’Africa, in direzione dei porti euro-atlantici. L’incremento del traffico marittimo è dovuto a molti e complessi fattori, tra cui i principali sono: crescita dell’import da Cina, India e altre economie asiatiche; efficentamento dei flussi passanti dal canale di Suez (vedi recente accordo Italia/UE/Egitto) e di alcuni porti meridionali italiani come nodi del trasporto intermodale (tra cui Gioia Tauro e Augusta). Tutto ciò ha innescato un incremento della domanda di servizi logistici integrati in tutte le aree limitrofe, quindi presumibilmente anche a Gela. Nel medio termine i flussi e gli interscambi saranno ulteriormente incrementati dal complessivo ampliamento del mercato interno (UE a 27 vs 30).
La globalizzazione dei mercati ha modificato il modo stesso di intendere la competizione, che si configura non più come sfida tra impresa e impresa ma tra sistemi territoriali- economico-sociali, la cui dislocazione geografica, non è più il solo fattore discriminante. Ciò che più conta, infatti, è la capacità di entrare in tempi rapidi nel circuito dei collegamenti globali, materiali e immateriali, superando le condizioni di marginalità economico e sociali.
In tale contesto, la dotazione quantitativa e qualitativa di fattori abilitanti, tra cui vi sono le competenze, di un determinato territorio permane e si configura certamente quale importante vantaggio competitivo ai fini della localizzazione di nuove imprese e del consolidamento di quelle esistenti, ma anche per garantire la vivibilità e lo sviluppo sostenibile del territorio.
Nell’ambito delle infrastrutture, la componente dei trasporti assume per Gela una rilevanza del tutto peculiare, giacché un’efficiente rete di trasporti intermodale, costituisce la base per lo sviluppo della logistica; per il funzionamento della “catena del valore”; per sostenere le politiche del just in time e per ridurre i tempi di consegna; per agevolare i movimenti delle persone; insomma, per migliorare le connessioni rendendo meno penalizzanti le nostre condizioni di marginalità.
Attendo con ansia segnali (di fumo), sul corriere o altrove.
Autore : Giuseppe Clementino
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