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notizia del 30/01/2011 messa in rete alle 20:08:53
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Le ruspe dell’abusivismo
Per risalire a un precedente bisognerebbe tornare indietro di una trentina d’anni. Le prime demolizioni di fabbricati abusivi riguardarono le aree di Scavone per la realizzazione dei programmi abitativi Peep, nella fattispecie le case popolari dell’Iacp – 1° lotto di 138 alloggi. Diversi i tempi, diverse le motivazioni, rispetto alla demolizione del fabbricato abusivo in foto (lungomare), cui si è dato corso in settimana, con tanto di forze dell’ordine a vigilare che tutto procedesse senza intoppi.
Lo hanno spiegato bene il motivo del provvedimento, che è stato adottato di concerto tra Comune e Procura, mercoledì scorso in municipio. C’erano il sindaco Fasulo, il procuratore del Tribunale Lucia Lotti, l’assessore all’Urbanistica Giuseppe D’Aleo, il comandante dei vigili urbani Giuseppe Montana. Hanno detto che quella di martedì scorso è stata la prima delle dieci demolizioni programmate e già esecutive. “Vogliamo dare un senso alla lotta all’abusivismo – è stato detto – per educare i cittadini al rispetto del territorio e delle regole più in generale. Abbiamo cominciato con la costruzione del lungomare perchè francamente ci era sembrata uno schiaffo alla città”.
Niente di personale, quindi, nell’azione concertata Comune-Procura. Contestualmente sono stati resi noti i percorsi per ristabilire ordine e rispetto delle regole. La gente va educata e per ottenere certi risultati bisogna, quando possibile, mettere in atto azioni anche repressive, oltre che preventive.
Questa volta si fa sul serio. Non sono più i tempi in cui avverso le costruzioni abusive che nascevano a macchia d’olio in periferia ma anche nel centro storico, non si interveniva con gli strumenti di leggi esistenti, ma si lasciava correre giustificandole come “abusivismo di necessità”. Le minacce di acquisire le costruzioni fuori legge al patrimonio comunale, cadevano sempre nel vuoto, perché sotto sotto quelle minacce c’era solo la debolezza di un ente incapace di assumere provvedimenti drastici. Solo qualche pilastro abbattuto ed un lungo elenco che non veniva mai onorato. Non c’era mai nessuna ditta specializzata che se la sentisse di venire a Gela per procedere alle demolizioni. I tempi si gonfiavano enormemente in aggiunta all’inerzia dei partiti ed alla mancanza di una comunanza di obiettivi da parte delle istituzioni sul fenomeno dell’abusivismo che cresceva a dismisura, al punto che con una sanatoria dopo l’altra ma mai arrivata a conclusione, si è riusciti a salvare il salvabile e a sanare poche situazioni.
Ora si fa sul serio. Chi trasgredisce la legge perde tutto. Sono le testuali parole del procuratore della repubblica Lucia Lotti che nel corso di una conferenza stampa indetta mercoledì 26 gennaio scorso in aula consiliare dal sindaco Fasulo, ha anche sottolineato la perfetta intesa sinergica con cui si muovono amministrazione comunale, procura della repubblica e comando di polizia municipale. Ma non sono i soli perché un po’ tutte le forze dell’ordine sono impegnate a scoraggiare e reprimere tutto ciò che è un abuso. Un giornalista che chiedeva al procuratore se la costruzione demolita a ridosso della bretella Borsellino costituisse una sorta di avvertimento per scoraggiare la costruzione di case abusive. “Non si tratta di avvertimento – ha risposto la dottoressa Lotti – è semplicemente l’applicazione di una regola”.
Da questo momento in poi hanno ribadito il sindaco Fasulo e l’assessore all’urbanistica Giuseppe D’Aleo non ci sarà fabbricato abusivo che la farà franca. Non ci saranno vie d’uscita se non la demolizione o l’acquisizione dell’immobile al patrimonio del Comune. Gli uffici preposti hanno già stilato un elenco delle costruzioni che seguiranno la stessa sorte di quella demolita.
“Quella di martedì 25 gennaio – ha detto il sindaco Fasulo, che era affiancato anche dal vice presidente del consiglio Enzo Cirignotta – è stata definita da qualcuno una giornata storica, ma che io definisco una giornata particolare perché, nell’ambito delle attività che questo consiglio comunale e questa amministrazione si erano dati, c’era l’obiettivo del rispetto delle regole specialmente in fatto di urbanistica. Dicevo che ieri abbiamo demolito un manufatto abusivo che per tutti noi era un esempio di quanto il territorio piò essere devastato e offeso. Dopo l’adozione del piano regolatore, delle osservazioni e dei ricorsi presentati, dopo il potenziamento dell’ufficio avendo riguardo all’ambiente e al territorio, posso annunciare senza tema di smentita che non abbiamo più pratiche in giacenza all’ufficio urbanistica. Devo aggiungere inoltre che siamo riusciti a trovare una società specializzata che studierà le pratiche di condono con una media di seicento pratiche al mese. Nel giro di poco tempo si dovrà azzerare anche questo arretro. Siamo veramente soddisfatti ed ora guardiamo al futuro con grande speranza. La demolizione certamente non fa gioire nessuno, però siamo molto decisi che quando necessita una repressione nessuno si tira indietro per rispetto della comunità, di chi le regole le considera cose importanti e perché il nostro territorio deve puntare ad un futuro diverso senza doverci vergognare”.
Il sindaco ha poi spiegato il perché della presenza del procuratore della repubblica ritenendo suo dovere di doverla ringraziare pubblicamente per la grande collaborazione manifestata, segno di grande rispetto e attaccamento verso la nostra città. E’ fiero e contento della svolta che c’è stata. E ciò lo si deve sicuramente alla volontà reciproca di lavorare insieme nell’obiettivo comune del rispetto delle regole. Il suo ringraziamento è andato anche all’assessorato all’Urbanistica, al comando di polizia municipale, carabinieri, polizia e guardia di finanza.
“Noi abbiamo fatto il nostro dovere – ha concluso Fasulo – adesso spetta alla città fare la propria parte, che deve capire l’impegno delle istituzioni, apprezzare, condividere e responsabilmente impegnarsi in una battaglia di civiltà che riguarda tutti”. Un discoro molto lungo ed articolato, quello espresso dal sindaco Fasulo che ha parlato di riorganizzazione degli uffici dell’urbanistica, merito dall’assessore D’Aleo al quale abbiamo chiesto se l’amministrazione comunale è in grado di combattere l’abusivismo, controllare capillarmente il territorio senza attrezzarsi dovutamente con l’aumento della pianta organica. La risposta dell’assessore è stata chiara e semplice. La stessa risposta quando quattro mesi addietro all’indomani del suo insediamento in assessorato ci disse che per mettere ordine nell’ufficio e per ripristinare le regole non occorrevano grandi somme, anzi a costo zero l’amministrazione avrebbe potuto riorganizzarsi, razionalizzando il sistema di gestione dell’urbanistica e degli uffici secondo metodi moderni. Ci parlò quasi di una rivoluzione culturale nel modo di condurre un ufficio. E in questi mesi l’assessore ha cambiato la logica amministrativa, perché così come era concepita, non andava e faceva acqua da tutte le parti. “Il vero problema che abbiamo riscontrato – ha ribadito – è la riorganizzazione della macchina amministrativa, toccando soprattutto la dirigenza. Non abbiamo avuto la possibilità di implementare il personale degli uffici, però posso dire che abbiamo una squadra edilizia che il suo lavoro lo sa fare bene e che ha dato dimostrazione di grande professionalità, di sapere operare all’interno del circuito urbano. Posso dire infine che con l’ufficio della procura, ma anche con le forze dell’ordine c’è una collaborazione virtuosa”. E’ un fatto che l’abusivismo è scemato sempre più, il rispetto della legalità sta diventando un dato acquisito. Da cinque-sei mesi a questa parte ci sono a Gela significativi segnali di inversione di tendenza ed a sottolinearlo non è stato il sindaco o l’assessore ma il procuratore Lotti.
“La città, le istituzioni, ciascuno nel proprio ruolo – ha affermato il procuratore – sono impegnati sul fronte dell’abusivismo. Noi monitoriamo costantemente l’andamento di questo fenomeno e l’ufficio è particolarmente impegnato su questo fronte, anche grazie a un’opera di alta professionalità da parte della polizia municipale e da parte degli operanti della sezione di polizia giudiziaria. Di certo, l’approvazione del piano regolatore generale, l’innesco da parte dell’amministrazione comunale di un impegno molto forte nello smaltire le pratiche di condono che nel corso del tempo si erano accumulate, la pressione nell’organizzare i momenti di contrasto, la nostra azione tempestiva scongiurando l’insorgere di tempi morti; ebbene questo coacervo di interventi, questa sinergia, hanno decisamente infrenato il fenomeno e negli ultimi tempi non abbiamo più assistito alla costruzione di immobili particolarmente significativi come in precedenza. E’ importante che l’amministrazione comunale abbia innescato questi interventi drastici. Non può essere ulteriormente consentito un vulnus del territorio che peraltro mette a repentaglio una serie di beni collettivi, lo sviluppo stesso della città. E’ chiaro che a Gela il problema si è aggravato nel corso degli anni, diventando anche un problema sociale, però è fondamentale che le istituzioni abbiano innescato questo percorso di legalità. E’ importante perché è una testimonianza concreta di come le istituzioni e in particolare il Comune, abbiano saputo guardare a viso aperto la realtà, organizzando questo momento e aprendo un percorso che non è simbolico – ha concluso il procuratore Lotti – ma che vede tappe e rimessa in moto di una macchina al servizio del cittadino”.
Autore : Nello Lombardo
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