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notizia del 25/06/2012 messa in rete alle 20:03:49
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Incertezze dopo la maturità
Centinaia di studenti gelesi del quinto anno delle scuole superiori sono impegnati in questi giorni con l’esame di stato, la prima tappa nella vita di un giovane. Si è iniziato mercoledì con la prova d’italiano, comune a tutti gli istituti, la cui novità è stata sancita dal plico telematico che ha dato l’addio alla busta sigillata contenente le tracce.
Montale, una frase di Hannah Arendt sullo sterminio degli ebrei, i giovani e la crisi, prendendo spunto da Steve Jobs, le responsabilità della scienza: sono state alcune delle tracce proposte per la prima prova.
«Avevo scommesso sull’argomento crisi – ha dichiarato Anna, 18 anni studente della quinta C liceo scientifico Vittorini – così ho affrontato tale tema senza difficoltà».
Il tema i giovani e la crisi, è stato quello più gettonato dagli studenti gelesi, ma anche gli altri argomenti erano in linea con le previsioni della vigilia
«Tutti le tracce erano fattibili – ha commentato Elisa, 18 anni, studente del quinto anno dell’ipss Maiorana – però mi aspettavo qualcosa su Falcone e Borsellino, al posto della solita shoah. Alla fine ho scelto il tema sulla scienze, molto vicino alla mia generazione».
Si è continuato giovedì 21 con la seconda prova scritta specifica per ogni singolo corso di studio: dal teorema di Lagrange per lo scientifico, alla versione di Aristotele al classico, dal brano tratto da Giuseppe Longo per il pedagogico al compito di costruzione per il geometra
«Questa prova mi intimoriva più di quella d’italiano – ha asserito, Marco, 18 anni alunno del quinto anno liceo scientifico Vittorini – spero sia andata bene».
Lunedì prossimo sarà la volta della terza prova scritta multidisciplinare, e poi gli orali.
Una serie di verifiche dunque, che continuano ad essere chiamate esami di maturità, perché il senso comune è quello di una condizione di passaggio da un’età spensierata ad un’altra forse più complessa: il principio di un’altra stagione della nostra esistenza. Ma se da un lato regna l'incertezza per le prove e il timore di affrontare l’agguerrita commissione esaminatrice, dall'altro non c'è chiarezza su quale sarà il futuro dopo il conseguimento del diploma. Si tratta sicuramente di una scelta difficile e molto delicata, soprattutto in un momento come questo in cui la crisi economica porta ad un aumento della disoccupazione e la devalorizzazione dei titoli di studio. Crescono in questo modo le difficoltà, collettive ed individuali, di progettare il proprio futuro.
«Boh, non saprei» è la risposta di Giuseppe, 19 anni alunno del quinto geometri di Gela interrogato su ciò che farà dopo l’esame.
Una risposta sconfortante, come il dato che uno studente su tre non ha ancora chiaro in mente cosa fare al ritorno dalle vacanze, e non ha alcuna idea di quali siano i settori con maggiori spazi occupazionali, vinto dalla disillusione verso un paese, l’Italia, che non aiuta più a realizzare i sogni e le speranze. «Vorrei arruolarmi nell’esercito – ha affermato Alex, 18 anni alunno del quinto anno dell’istituto industriale Morselli – ma la mia famiglia non ha le conoscenze politiche giuste. Forse è meglio che continui con l’università, anche se non è quello che voglio»
«Mi viene difficile consigliare i miei alunni sulla scelta universitaria, se sia meglio il corso dei sogni o quello che sembra più spendibile sul mercato del lavoro – ci dice Teresa Mammoliti, insegnante di lettere presso il liceo scientifico di Gela – andare contro i propri desideri non è giusto, né sensato. Ma chi sceglie una laurea debole deve essere preparato alle difficoltà che potrà incontrare nell’inserimento del contesto lavorativo».
Secondo i dati di Almalaurea, i corsi più affollati sono quelli ad indirizzo politico-sociale, psicologico o diretti all’insegnamento. Quelli che offrono maggiori possibilità di trovare un lavoro coerente con il proprio titolo di studio, sono quelli del gruppo medicina, seguiti da quello chimico-farmaceutico e dalle lauree in ingegneria.
Il numero chiuso anche per quei corsi di laurea che fino a pochi anni fa erano ad accesso libero diventa un appuntamento post-vacanze per le future matricole e desta non pochi interrogativi se sia un valido strumento di selezione, soprattutto per le facoltà più ambite, o un metodo anticostituzionale che limita il diritto allo studio.
«Uno studente – ha dichiarato Chiara, 18 anni studente del quinto ginnasio Eschilo – pur partendo da un livello non sufficiente, legato allo studio di discipline non affrontate adeguatamente nella scuola superiore, potrebbe comunque arrivare a livelli eccellenti. Però con il test si esclude in partenza questa possibilità».
Altro fattore da valutare, in questo tempo di crisi economica, riguarda la migrazione a cui gli studenti di Gela sono costretti.
Autore : Filippa Antinoro
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