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Corriere di Gela | L’insonnia
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notizia del 06/05/2012 messa in rete alle 20:00:08

L’insonnia

I disturbi del ritmo sonno-veglia sono diffusissimi e fanno parte della vita. Il sonno che nei lattanti segue ad ogni poppata, occupando gran parte della giornata, man mano con gli anni diminuisce e da vecchi si riduce a soli 3-4 ore. Qualcuno ha detto che ciò servirebbe a dare vita agli anziani che non hanno più molto tempo davanti a se. Comunque sia oggi molte persone, per varie ragioni hanno troppo tempo libero, libero dal lavoro, dagli impegni, e cercano il sonno che non viene, che non è necessario al cervello, per cui spesso credono di non dormire abbastanza, e di soffrire di insonnia. Molti familiari di anziani, vorrebbero che il loro congiunto dormisse di più perché va a letto alle dieci di sera ed alle due o le tre del mattino è già sveglio e non sa che fare, per cui vengono dal medico pensando che si tratti di insonnia e chiedono i sonniferi. Ma quella non è insonnia. E’ il ritmo naturale della vita. La gestione di un anziano in casa è diventata molto problematica, la vita media si è allungata, la terza età dura per circa venti anni ormai e molti non sanno come passare il tempo, spesso il sonno indotto dagli psicofarmaci è un rifugio. Ma a parte questi casi, l’insonnia reale si ritrova in vari disturbi, per ragioni fisiche, o psicologiche. Il sonno può essere disturbato In caso di dolori fisici o di impossibilità ad assumere la posizione preferita, o quando si cambia letto, o quando c’è qualcuno in camera con noi alla cui presenza non siamo abituati.

L’insonnia vera si presenta in caso di ansia e di depressione. L’ansioso ed il depresso hanno spesso problemi reali di insonnia, in questi casi l’insonnia funge da battistrada per gli altri sintomi. E’ il classico campanello di allarme, superato il quale poi la sintomatologia ansiosa e depressiva arriva eclatante e florida. E’ giusto assumere ipnoinducenti ai primi sintomi di insonnia? Non è corretto, quello è il momento di capire da dove viene il sonno disturbato e cosa ci vuole comunicare, non bisogna mettere a tacere un segnale prezioso, perchè se lo trascuriamo, più avanti avremo a che fare con sintomi più gravi, il male progredisce e rischia di cronicizzare. Questo spesso è quello che succede, e cosi il paziente arriva dallo psichiatra, dopo avere assunto psicofarmaci per mesi o per anni, senza capire il perché del sintomo, senza avere cambiato nulla nell’organizzazione della propria vita. Con il passare degli anni una insonnia cosi diventa cronica, non risponde più al trattamento farmacologico, necessita di aggiustamenti, di aumentare le dosi, perché le molecole ipnoinducenti che si adoperano oggi provocano con gli anni dipendenza e abitudine. Il paziente man mano presenta effetti collaterali il più frequente dei quali è la stipsi, a volte ostinata e per trattare la quale vengono adoperati altri farmaci, come i lassativi, in realtà bisognerebbe intervenire in prima istanza modificando la dieta, e solo dopo eventualmente assumere, di tanto in tanto, qualche lassativo.


Autore : Francesco Lauria - medico chirurgo,specialista in Psichiatria

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