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notizia del 06/05/2012 messa in rete alle 19:54:30
Rischiamo il collasso
Una politica locale minuscola ed inetta, non in grado negli anni a porsi come interlocutore rappresentativo del proprio territorio. Un governo regionale inconcludente (nelle sue quattro versioni succedutesi), costretto a navigare a vista ed un leader che per sopravvivere al comando “sparaglia” il quadro partitico. L'assenza di una benché minima rappresentanza e rappresentatività politico-economica di Gela e del suo comprensorio a Roma e dintorni. Sono tre elementi cardini che espongono la realtà gelese e la sua elementare, nonché mono-vocazionale, cultura d'impresa (con tanto di mono-committenze settoriali), al baratro. Si rischia di sprofondare davvero e la causa dei tanti fallimenti riconducibili all'incapacità di sciogliere nodi che nel frattempo vengono al pettine, come quelli sullo stabilimento, sul polo agro-fotovoltaico, sul parco eolico, sul porticciolo turistico, è essenzialmente politica. Sarebbe sciocco nasconderlo.
apitolo Raffineria. L'abc di un management petrolifero postula che quando c'è da ottenere concessioni per trivellare la vertenza è politica. Questo era sul tavolo della trattativa del febbraio 2011 tra Eni, Enimed e governo siciliano, quest'ultimo interlocutore non privilegiato ma necessario (per trivellare nel sottosuolo dell'entroterra isolano devi avere a che fare con la regione autonoma siciliana, altrimenti il tavolo restava ministeriale). Quando c'è da affrontare il tema occupazionale la vertenza è, invece, sindacale. Questo è sul tavolo della trattativa di questi giorni tra Eni e rappresentanti di categoria. Sul punto, la strategia della multinazionale a Gela è arcinota: raggiungere le mille unità ed epurare il resto eccedente. Chiudere le linee 1 e 3 ha significato contenere le passività in termini di reddidività (non in termini di bilancio) ed iniziare a convogliare un po' di gente laddove c'è domanda, specie all'estero. Mettici qualche prepensionamento ed al 10 maggio prossimo magari si riparte, con i mille “garibaldini” (non sbarcati ma rimasti) preannunciati. Il problema è l'indotto. A nulla serve lo “Stato di Crisi” senza finanziamenti correlati. L'emergenza va affrontata con la manutenzione nel periodo di “fermo”.
Capitolo Agro-Fotovoltaico. Gela è la seconda città più soleggiata dell'isola. Il progetto in questione è fra i più ambiziosi (se non il più ambizioso) del genere in Europa. A regime si stimano 300 posti di lavoro. Tutto questo già due anni fa. Nel frattempo la politica locale glissa. L'assenza di un piano industriale regionale mortifica qualsiasi velleità di valorizzazione del progetto. A Roma non sanno neanche che questo progetto esista. C'è lo spread che sale e fra le altre cose, un governo “tecnico” non può non tenere conto dei tempi “tecnici” e, quindi, nel fotovoltaico bisogna lasciare al proprio destino (fallimento) chi è ancora in ritardo a luglio. Ora, si tenta il solito disperato recupero. La speranza è l'ultima a morire.
Capitolo Parco Eolico. Eppure, guarda un po', a Roma arrivano a sapere che c'è un mastodontico progetto che vuole creare un parco eolico off-shore, il primo, non distantissimo dalla costa siciliana. Dove, di preciso? Tra Manfria e Falconara, nel territorio di Butera. Nonostante il parere contrario dei comuni interessati. Anche l'assessorato regionale dice no, ma in assenza di programmazione è incapace di formulare un propria controproposta. Il governo nazionale, ovviamente, si limita “tecnicamente” a valutare positivamente la compatibilità ambientale e dunque a giudicare il progetto coerente con gli obiettivi del Piano di Azione Nazionale per le Energie Rinnovabili. Ben di più, pertanto, di un'ipotesi “ventilata”. Insomma, si può dire che il piatto è servito per l'imminente campagna elettorale.
Capitolo Porticciolo Turistico. A proposito di campagne elettorali. Sia in quelle europee, che nazionali, regionali, provinciali e comunali, un argomento sempre presente è stato il porticciolo turistico di Gela. Probabilmente se n'è discusso anche per eleggere qualche capo condomino. Grandi progetti, abbondanti chiacchiere, zero fatti. Nell'ultima passerella a Palermo, si scopre in assessorato che il problema insabbiamento non è affatto superato. Circostanza semplicemente scandalosa, ma altrettanto utile per lanciare un altro slogan verso il probabile voto regionale in autunno. Intanto, il baratro è a due passi, con il vento dell'antipolitica che s'incunea mettendosi pure a spingere.
Autore : Filippo Guzzardi
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