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Corriere di Gela | Quegli strani lavori di riqualificazione
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notizia del 13/12/2009 messa in rete alle 19:39:15
Quegli strani lavori di riqualificazione

Non sono un esperto in materia, ma non posso fare a meno di chiedermi quale diavolo ha consigliato di lastricare la Via Cairoli con quelle pietre così appuntite che certamente non agevolano il traffico delle macchine. I pedoni hanno il marciapiede per camminare: la strada è per le macchine. Quale vantaggio possono avere queste con quelle pietre sbalzate? Non era meglio lastricare la strada come è stato fatto ora per il corso. Chi ha avuto questa geniale idea? Giustamente sono rivolte tutte a lui le imprecazioni degli automobilisti. E il malvezzo continua ancora. Si sta lastricando la piazza S. Agostino non con regolari pietre lisce, ma con blocchi di pietre la cui superficie è formata da cubetti. Le donne che vorranno andare nella chiesa di S.Agostino non potranno usare più scarpe con tacchi un po’ alti, perché rischiano seriamente di rompersi l’osso del collo. I pochi turisti che vengono a Gela potranno ammirare quel bel mosaico che offre la piazza, ma dovranno guardarsi bene dall’attraversarla. Idee veramente geniali. Cì è da giurare che fra qualche anno saranno sostituite da pietre regolarmente lisce. Siamo abituati a questo inutile spreco di denaro. Avevano installato delle belle fontane senz’acqua in Piazza S. Giacomo e in Piazza S. Lucia. Ora sono state eliminate. Ha prevalso il buonsenso. Adesso aspettiamo che venga eliminato quello sgorbio posto davanti alla chiesa di S. Antonio e che è ridotto in uno stato miserevole E speriamo ancora che venga buttato giù quel mostro che è stato posto in quella via senza nome posta tra il teatro comunale e il convento S. Agostino collocato al centro dell’inutile scalinata. Ai fianchi di quella strana balconata da dove si gode il meraviglioso panorama di Via Circonvallazione Porta Vittoria ci sono due angusti passaggi divenuti occulto orinatoio. Forse si vuole rinverdire la memoria dell’originario e lurido gabinetto di Campanaro?

Autore : Antonio Corsello

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