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Corriere di Gela | Il sindaco di Matelica Sparvoli: «Per noi Mattei rimane un mito»
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notizia del 25/08/2013 messa in rete alle 19:36:02

Il sindaco di Matelica Sparvoli: «Per noi Mattei rimane un mito»

Il sindaco di Matelica Paolo Sparvoli (nella foto con la nostra Alice Palumbo – ndr) è anche presidente della Fondazione Mattei.
– Sindaco, quanto deve Matelica a Mattei?
«Mattei amava moltissimo questa terra che a lui deve la sua rivitalizzazione industriale. Investì sull’occupazione e finanziò la ristrutturazione e il recupero di molti beni della città. A causa della sua morte prematura, non poté portare a compimento tutti i progetti che aveva previsto per Matelica. Per noi, Mattei è un mito, quasi un santo da venerare».

– Sono passati 51 anni dalla morte di Mattei. Quale eredità ha lasciato?
«Un’eredità grandissima e preziosa, la cui prova sta nel fatto che oggi, a distanza di più di cinquant’anni, un colosso mondiale come l’Eni lavora ancora sulle idee e sulle linee guida da lui tracciate. Ciò ci fa capire quanto questo uomo fosse lungimirante».

– Mattei viene ricordato come l’uomo dal grande ingegno che ha saputo vedere dove gli altri non riuscivano a vedere, precorrendo i tempi. In un momento di crisi come quello che stiamo vivendo, quanto è importante per un politico porsi come modello uomini come lui?
«E’ la sfida che ci siamo posti a Matelica. Mattei ha vissuto in un momento di crisi ma con la sua determinazione, la sua forza di volontà e il suo impegno, ha dimostrato che, lavorando con tenacia e passione, si possono ottenere grandi risultati. Noi oggi siamo in una situazione drammatica. Mancano solide prospettive. Dal punto di vista industriale, rispetto agli anni in cui visse e operò Mattei, la situazione è notevolmente peggiorata. Sono subentrati nuovi fattori che hanno destabilizzato per certi versi il normale corso dello sviluppo industriale locale. Oggi il livello di saturazione è altissimo. Abbiamo una grossa invasione di prodotti provenienti dai paesi in via di sviluppo. E’ fondamentale per il bene di una comunità che si punti e s’investa su progetti innovativi, sperimentando strategie efficaci in grado di far fronte alle difficoltà, come fece in maniera magistrale Mattei».

– A Mattei si deve la creazione di uno stabilimento petrolchimico a Gela, inaugurato nel 1965, tre anni dopo la sua scomparsa. Ci sono stati rapporti tra Matelica e Gela? Pensa che un sodalizio tra le due città possa giovare all’economia di entrambe?
«No, non ci sono stati rapporti tra Gela e Matelica, e ancora oggi non ce ne sono. Questo è sicuramente un peccato. Mattei voleva valorizzare il nostro territorio, così come voleva risollevare le condizioni delle città meridionali. Ritengo che oggi un sodalizio con Gela sia importante sia dal punto di vista economico che da quello culturale. Insieme, potremmo progettare una politica industriale che stia al passo con i tempi e che punti sempre più sulle risorse giovani dei nostri territori. Potremmo inoltre avviare un gemellaggio tra le due città per capire come i gelesi vedono la figura di Mattei oggi e come, invece, la percepiscono i cittadini matelicesi. Da parte nostra c’è tutta la disponibilità».

– Con gli anni, l’oro nero raffinato a Gela non ha portato solo ricchezza, ma anche gravi danni all’ambiente e alla salute dei cittadini. Sindaco, secondo lei, quali errori sono stati commessi, e che cosa si può fare oggi affinché lavoro e salute convivano?
«Un’azienda che è appena nata dispone di organi di controllo che fanno in modo che funzioni in maniera corretta. Ma una volta che è partita non si può lasciare in mano a gestori e a industriali poco sensibili sotto il profilo ambientale. Bisogna assicurare il controllo in corso d’opera e durante tutta l’attività. Se tutte le amministrazioni, nel corso degli anni, avessero costretto gli imprenditori a portare ai massimi livelli di sicurezza le loro aziende e a tenere costantemente sotto controllo l’impatto ambientale, probabilmente non avremmo avuto il disastro a cui abbiamo assistito nell’ultimo ventennio. Non mi riferisco solo a Gela, ma a tante realtà esistenti nel nostro Paese, come il caso Ilva di Taranto».

– Lei è presidente della Fondazione Mattei. Che attività portate avanti?
«Da un anno ricopro questa carica. In occasione del cinquantesimo anniversario della morte di Mattei, la fondazione ha stilato un ricco calendario di appuntamenti culturali. Abbiamo avuto anche la partecipazione del presidente dell’Eni Giuseppe Recchi. L’obiettivo della fondazione è quello di promuovere il pensiero di Mattei e di coinvolgere i giovani nei progetti che portiamo avanti, stimolando la nascita di nuovi imprenditori, necessaria per dare nuovo vigore all’attività produttiva del nostro Paese».

– Intervistando alcuni cittadini matelicesi, ho sentito questa frase «Se Mattei non fosse morto, probabilmente l’Italia sarebbe migliore». E’ dello stesso parere anche lei?
«Decisamente sì. Mattei è morto due mesi prima di un importante incontro che si sarebbe dovuto svolgere in America con il presidente Kennedy e le Sette sorelle. Se questa riunione fosse avvenuta, probabilmente le cose sarebbero andate diversamente e l’Eni oggi occuperebbe i primi postitra le grandi potenze dell’economia mondiale. Mattei non amava essere secondo a nessuno. Voleva essere il primo e, con la sua determinazione, quasi sempre ci riusciva».


Autore : Alice Palumbo

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