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Corriere di Gela | Palagiustizia, presa in possesso delle aree
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notizia del 15/11/2003 messa in rete alle 19:26:02

Palagiustizia, presa in possesso delle aree

Mercoledì 12 si è inaugurata una stagione, quella in cui le opere pubbliche programmate iniziano a camminare nel rispetto delle procedure e dei tempi di marcia. Il Palazzo di giustizia si farà, perché il timore che alcuni proprietari di aree da espropriare potessero bloccare l’iter di costruzione dell’importante struttura giudiziaria, si è subito sgombrato grazie alla determinazione del sindaco Crocetta e dell’assessore ai Lavori pubblici Morinello, i quali hanno preso possesso delle ultime aree mancanti, sottoscrivendo il prescritto verbale di immissione. Si trattava dell’ultimo at-to procedurale prima di dar via ai lavori e quindi alla posa della prima pietra.
Momenti di tensione si sono registrati quando i proprietari delle aree ed in particolar modo di un fabbricato risultante abusivo destinato alla vendita all’ingrosso di frutta e verdura, si opponevano all’ingresso dei tecnici del Comune per i rilievi metrici e la descrizione delle consistenze.
I proprietari delle aree vincolate contestavano all’Amministrazione un valutazione economica non rispondente ai prezzi di mercato. A loro giudizio la stima era appena un quarto del valore di esproprio dei terreni. Mentre per il Comune era di 1 miliardo e 400 milioni di vecchie lire, per i proprietari era di circa 5 miliardi.
Determinante la presenza dei vigili urbani e della polizia di Stato, il cui dirigente Dottor Malafarina, pur nella difficoltà del momento è riuscito a garantire l’ordine e il rispetto della legge. La procedura di immissione in possesso fino al giorno prima sembrava essere in forse in quanto i proprietari delle aree, rappresentati da Franco Benvenuti, avevano chiesto al Tar la sospensione di ogni effetto. Invece nella mattinata era arrivata la notizia che la procedura poteva regolarmente avviarsi. Una ulteriore vittoria della legalità e nel rispetto del diritto dei legittimi proprietari che avrebbero ottenuto il riconoscimento dei loro interessi ma senza alcun blocco delle procedure.

“Non si capisce perché – urlava il sindaco Crocetta mentre giornalisti e Tv registravano minuziosamente ogni sequenza dell’eccezionale avvenimento – ogni volta che c’è un’opera pubblica bisogna per forza bloccare tutto. La procedura deve continuare e se i proprietari avranno ragione sarà dato loro ciò che gli spetta”. Ma a controbattere le sue affermazioni c’era Franco Benvenuti che a nome di alcuni suoi parenti interessati alla espropriazione si riteneva leso nei diritti, anche perché a suo dire nel piano parcellare non iscritta la particella oggetto dell’esproprio. Forti contestazioni ma altrettanto decisa azione da parte delle forze di polizia di fare rispettare le leggi procedurali.
“I proprietari non intendono assolutamente avallare – sosteneva a gran voce Benvenuti – comportamenti che non siano rigorosamente rispettosi delle leggi. Oggi il sindaco ed i tecnici del Comune hanno voluto fare una forzatura. Noi dimostreremo la malafede nella valutazione dell’Ufficio tecnico erariale che con un artifizio aritmetico ha ridotto il valore dell’area ad un quarto di quello reale”. Anche se lo scontro era nell’aria alla fine è prevalso il buon senso in entrambe le parti. Il sindaco ha annunciato che per il 18 prossimo ci sarà una conferenza di servizi dove potrebbe addivenirsi ad un arbitrato. L’Assessore Salvatore Morinello di fronte alle minacce del fruttivendolo affittuario del magazzino, di licenziare gli operai che vi lavorano, ha assicurato che l’amministrazione comunale avrebbe trovato un locale dove trasferire l’attività commerciale.
“Abbiamo raggiunto un accordo informale col fruttivendolo – ha dichiarato Morinello – che avrà possibilità di allocarsi altrove. Procedendo nella costruzione di questa grande opera pubblica, risolveremmo per alcuni anni i problemi di un settore in crisi come quello dell’edilizia. Qui l’amministrazione comunale di Gela ha un interesse generale, ossia quello di dotare la città di questa grande opera pubblica. I privati rivendicano giustamente interessi di natura privatistica che non delegittimiamo. Faremo di tutto per venire incontro ai privati. Oggi non possiamo assolutamente impedire l’immissione in possesso dell’area per contribuire fin da domani all’inizio dei lavori”.

Le operazioni di presa di possesso sono continuate nel perfetto ordine sotto la stretta vigilanza di polizia e vigili urbani sotto gli occhi dei proprietari che non chiedono altro se non una valutazione dei loro terreni molto più congrua di quella decisa dall’Ufficio Tecnico Erariale. Tra l’altro da parte loro, secondo il portavoce Franco benvenuti non c’è nessuna intenzione di bloccare la costruzione del Palazzo di giustizia che viene ritenuta un’opera molto importante per il territorio. Il sindaco Crocetta è stato molto determinato nel procedere ma ha dato anche ampie assicurazioni ai proprietari sostenendo che verranno sicuramente soddisfatti nei loro diritti perchè da parte dell’Amministrazione le somme da erogare ci sono, e ove l’Ufficio tecnico erariale dovesse aumentare l’indennizzo su loro richiesta, non ci sarà alcuna remora nel pagamento.
“Il Tar non ha accolto la sospensiva richiesta dai proprietari – ha sostenuto Crocetta – e pertanto noi non solo possiamo, ma dobbiamo procedere, perché abbiamo un aggiudicatario che ci potrebbe contestare i ritardi. Quindi noi procederemo secondo la legge rispettando le procedure. Se non facessimo così, a Gela non si realizzerebbe nessuna opera perché ogni opera ha tre mila contestatori tre mila proprietari. Mi rendo conto che è interesse dei proprietari di farsi valutare i terreni al massimo possibile, però debbono rendersi conto che noi gestiamo denaro pubblico e siamo obbligati a risarcire secondo quanto viene determinato dagli uffici pubblici e in questo caso dall’Ute. Se il Tar domani dovesse dar loro ragione, tranquillamente pagheremo con gli interessi ciò che gli spetta. Ma nel frattempo facciamo fare l’opera. Il gioco che è durato anni, per cui chiunque si alza e blocca qualsiasi lavoro pubblico a Gela deve finire perché grazie a questi espedienti noi abbiamo opere contestate da anni incompiute, incomplete, abbandonate che hanno creato un danno alla città. Questo non lo consentiremo più”.


Autore : Nello Lombardo

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