notizia del 12/01/2008 messa in rete alle 19:25:58
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Pet coke ai raggi X
Il Pet-coke torna a far tremare la città. E’ dei giorni scorsi, infatti, la notizia di un’inchiesta della magistratura di Taranto, che ha affidato ai carabinieri del Nucleo operativo ecologico (Noe) di Catania il sequestro del parco carbone, all’Isola 29 dello stabilimento gelese. Si è rischiato il blocco totale della fabbrica, perchè i carabinieri, non conoscendo il ciclo produttivo, stavano per porre sotto sequestro tutti i depositi del coke, il che avrebbe significato la fermata degli impianti vitali dello stabilmento. L'indagine giudiziaria ha preso le mosse dalla scoperta di una partita di Pet-coke proveniente dallo stabilimento gelese, transitata in Puglia e destinata alla commercializzazione estera. Per gli inquirenti, quel tipo di Pet-coke non sarebbe legale, superando la soglia del 6% di zolfo.
Il Pet-coke, prodotto a Gela come scarto dalla raffinazione del petrolio e utilizzato per alimentare la centrale elettrica dello stabilimento, tempo fa (si era nel 2003) era stato oggetto di attenzione da parte del governo Berlusconi, che sotto la pressione della popolazione insorta per il ventilato rischio di chiusura della fabbrica, e degli ambientalisti che ne volevano la messa al bando, ma soprattutto per la posizione intransigente della locale magistratura che minacciava di mettere i sigilli allo stabilmento, intervenne con una legge speciale, per consentirne l’uso come combustibile, purchè trattato con appositi sistemi di abbattimento delle emissioni. L’Eni potè utilizzare quella legge grazie alle potenzialità del suo megaimpianto Snox costruito per l’abbattimento dei fumi, un grande camino costato oltre 250 miliardi delle vecchie lire. E la fabbrica si salvò.
“Confidiamo nel buon esito della vicenda – ha detto il direttore della raffineria, ing. Giuseppe Ricci (foto sopra, a destra) con il presidente Lenzi) –. Con la magistratura abbiamo sempre avuto un rapporto di massima trasparenza e di collaborazione. Putroppo, quando si parla di Pet-coke nascono sempre dei problemi”.
Soddisfazione per iniziativa della magistratura è stata invece espressa dagli ambientalisti locali, tornati sul piede di guerra.
Autore : Redazione Corriere
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COMITATO DI EMERGENZA DEL PORTO DI GELA
COMUNICATO STAMPA
Il sequestro del parco coke dell’isola 29 della Raffineria di Gela ha messo in ginocchio la già fatiscente struttura portuale Gelese con un calo immediato dello 80% di arrivi di unità navali nel porto di Gela colpendo anche l’economia portuale del porto di Porto Empedocle. Il settore trasporti su gomma ha già subito un’immediata riduzione di lavoro del 100%. Gli investimenti effettuati dal 2005 nel settore dei trasporti su gomma per adeguare i mezzi alle attuali vigenti norme sono pari a diversi milioni di euro, i quali con la chiusura dell’isola 29 saranno vanificati nel tempo. Gli stessi camionisti già da oggi soffrono i mancati incassi, onde poter far fronte agli impegni economici assunti per garantire i servizi essenziali alla Raffineria. Ogni ora di parziale chiusura della Raffineria di Gela genera nuova disoccupazione in un territorio già martoriato dalla Criminalità, dalla Mafia e dalla galoppante disoccupazione che è oggi a Gela la più alta in Italia. I Mancati investimenti nelle infrastrutture portuali del golfo di Gela (Porto e Interporto) hanno inoltre generato grande preoccupazione nella categoria portuale, nella categoria dei trasporti e delle gente comune dato che non vengono garantite per il futuro nuove prospettive di lavoro. Tra qualche giorno anche la Raffineria di Gela dovrà fermare altri impianti creando il totale panico economico prima a tutto l’indotto e poi anche al personale diretto dello stabilimento e all’intera e già disastrata economia Gelese. Questa situazione di continua emergenza nella città di Gela ha generato nella gente la voglia di abbandonare la città e di non fare alcun investimento. La città di Gela oggi rischia la totale chiusura per fallimento. Quale avvenire hanno i nostri giovani se già a coloro che un tempo lavoravano oggi sono disoccupati? Codesto COMITATO DI EMERGENZA DEL PORTO DI GELA costituito in data odierna, chiede un’immediata convocazione con i Vertici di Eni, con il Sindaco di Gela e con sua Eccellenza il Sgr. Prefetto di Caltanissetta per sapere con quali mezzi pagare tutti gli impegni economici assunti e il personale addetto. Precisiamo che le categorie immediatamente colpite sono quelle inerenti il settore dei trasporti dove operano migliaia di addetti. Si proclama già da oggi lo stato di agitazione per l’attuale situazione economica creata dal sequestro del parco coke dell’Isola 29 della Raffineria di Gela.
Gela 12 Gennaio 2008
Associazione INTERPORTO del Golfo di Gela
Via XXIV Maggio,70 – 93012 Gela (CL)
Tel 3204278935 Tel/Fax 0933901261
Il Presidente – Dott. Marco Fasulo
Cooperativa COSIT a r.l.
Il Presidente – Salvatore Bellavia
Consorzio CA.LE.SI.
Il Presidente – Burgio Antonino
Firmato
Autore: ASSOCIAZIONE INTERPORTO DEL GOLFO DI GELA Fasulo
data: 14/01/2008
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