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notizia del 24/03/2013 messa in rete alle 19:16:20
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I Mammano, sinfonia familiare
Vittorio e Christian De Sica, Vittorio e Alessandro Gassman. Nomi che hanno fatto la storia del cinema, sinonimi d’arte. L’arte spesso si trasmette da padre in figlio, ma quando un solo membro della famiglia traccia il sentiero artistico addirittura di due generazioni, ci si trova davanti ad una storia lunga una vita. E questo è il caso della famiglia Mammano.
In un pomeriggio d’inverno come tanti, Samuele Mammano, uno dei più giovani talenti della famiglia, ci conduce nella casa di colui che ha dato inizio alla storia, Salvatore Mammano, detto Totò. Nato nel lontano 1927, nonostante le sue 86 primavere, Totò Mammano racconta le vicende della sua famiglia. Legato da sessantanove anni alla moglie Adele Valenti, nella sua giovinezza pratica l’attività di sarto custodendo nel cuore la grande passione per la musica che lo spinge al suo strumento preferito, la tromba. Compone musica, dirige le bande musicali di Vittoria, Butera e Gela dove, dal 2000 al 2008, ha diretto la “Giuseppe Verdi”. Una numerosa famiglia, quella di Totò e Adele, genitori di cinque figli: Biagio, detto Max è il primogenito, suona la batteria e canta; Rocco professore di musica, compositore, direttore d’orchestra e pianista; segue poi Maria Rita (pianoforte in gioventù); Daniele, specializzato in flauto traverso e insegnante di musica; e infine Carmelita.
La famiglia si allarga quando ognuno dei cinque figli ne mette al mondo altri. Musicisti, ovviamente. Salvatore Massimiliano e Samuele, figli di Biagio, suonano rispettivamente chitarra classica e tromba; Rocco ha la famiglia più numerosa composta da Totino (fisarmonica), Francesco (percussioni), Isaia (basso elettrico e violino), Mattia (violoncello e pianoforte) e Ruben (pianoforte e percussioni); Orazio e Antonio, figli di Maria Rita, suonano il basso e la chitarra e anche i figli di Daniele e Carmelita seguono le vie dell’arte percorse dai loro parenti.
«Per essere precisi – sottolinea la signora Adele – io e mio marito abbiamo diciotto nipoti e otto pronipoti».
Per il signor Mammano la musica nelle vene dei suoi figli è un fatto normale.
«Quando suonavo con la mia tromba – racconta il signor Mammano – i miei figli erano sparsi per casa. Mi ascoltavano e inevitabilmente doveva finire così».
Seduti al tavolo dei ricordi, ci sono anche il figlio Daniele e il nipote Samuele.
«Papà – dice Daniele – ci ha insegnato moltissime cose attraverso la musica. Un uomo di poche parole, ma di sguardi e fatti. Quando ci dava appuntamento per le prove non doveva mai mancare in noi figli il senso della puntualità. Se ritardavamo di un solo minuto si arrabbiava. Un padre rigido, ma molto legato ai valori della famiglia»
Si avvicinano al tavolo anche la moglie Adele e le due figlie. Samuele confessa che l’amore che tutti i nipoti provano nei confronti dei nonni e della famiglia, è smisurato.
«I miei nonni – dice – non uscivano di casa da molti anni, ma quest’estate quando mi sono esibito in un noto locale della città, sono venuti ad ascoltarmi. Nessuno di noi ci credeva davvero, ne siamo rimasti sbalorditi. Hanno mantenuto la promessa».
La signora Adele parla della sua infanzia, della sua passione per il teatro e per il canto.
«La musica – racconta – è la più bella forma d’arte. Quando i miei figli e i miei nipoti suonano, mi emoziono. Ho conosciuto mio marito il 18 dicembre del ’43. Lui suonava ad un matrimonio che si festeggiava proprio di fronte casa mia. I nostri sguardi si sono incrociati e da quel momento non ci siamo più separati».
(«Dodici note in ogni ottava e la varietà del ritmo, mi offrono delle opportunità che tutto il genio umano non esaurirà mai». – cit. Igor Stravinskij).
Autore : Greta Smecca
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