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Corriere di Gela | 8 Marzo, la donna al centro
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notizia del 16/03/2013 messa in rete alle 19:09:44
8 Marzo, la donna al centro

Una giornata per ricordare le conquiste economiche, politiche e sociali raggiunte dalle donne, ma anche le discriminazioni e le violenze che le riguardano ancora in alcune parti del mondo, un momento per riflettere sui passi che ancora dobbiamo compiere. La Giornata Internazionale della Donna, dovrebbe essere tutto ciò e anche più, anche se per molte è percepita come una festa, mimose e serate tra donne, piuttosto che un modo per ricordarsi del ruolo di subordinazione all’uomo che ha costretto le donne per secoli a limitarsi a non esprimersi al meglio, perché non permesso dalla società. Eppure quest’anno tale giornata si è celebrata con un aumento del 47% della presenza femminile in Parlamento, dove quasi un terzo dei nuovi eletti è donna, determinando un profondo cambiamento che avvicina l’Italia ai migliori standard europei e mondiali. Ma in altri settori come giustizia, università, ricerca e authority le quote rosa sono agli sgoccioli.

«Un tema che mi sta molto a cuore – ha dichiarato Marina La Boria, assessore alle pari opportunità – è quello della governance paritaria, un concetto attualissimo anche alla luce della proposta di legge che prevede l’introduzione del nuovo sistema elettorale basato sulla doppia preferenza. Le donne rappresentano una risorsa fondamentale per la crescita e lo sviluppo economico, ma nonostante si parli tanto di pari opportunità, queste non sono state raggiunte, anche perché noi donne non facciamo sistema, per far valere la nostra voce. »

La scarsa presenza di donne ai vari livelli e nella governance di un Paese, rivela una grave carenza di democrazia paritaria, che non vuol significare pari opportunità e quote rosa, concetto abusato, criticato e ormai superato, ma piuttosto ricondurre a una maggiore presenza delle donne ad una questione di di merito, di legittimità, di civiltà e di opportunità economica. La celebrazione della giornata della donna risale in Italia al 1922 anche se, per iniziativa del Pci, inizialmente coincise con il 12 marzo, giornata in cui cadeva la prima domenica dopo l’8 marzo. Le origini risalirebbero al 1908, quando un gruppo di operaie dell’industria tessile Cotton di New York iniziò uno sciopero per protestare contro le pessime condizioni di lavoro. Dopo alcuni giorni di conflitto, era l’8 marzo, il proprietario bloccò tutte le porte di uscita dello stabilimento. Quel giorno scoppiò un incendio che uccise 129 di loro. Successivamente questa data fu proposta da Rosa Luxemburg come giornata di lotta internazionale a favore delle donne.

L’8 marzo viene comunque ricordato anche per un altro fatto. In quel giorno del 1917, a San Pietroburgo, le donne marciarono lungo le strade per il «Pane per la Pace», chiedendo la fine della guerra e manifestando per i propri diritti. Evento che in Russia diede origine alla Rivoluzione di febbraio, alla successiva destituzione dello zar e all’attribuzione del diritto di voto alle donne. Oggi, nonostante si parli di nuova libertà dal pregiudizio, ancora migliaia di donne sono vittime di violenza, abusi, mobbing, stalking, infibulazione, fenomeno molto accentuato in alcune zone dell’Africa, con alta incidenza in Guinea e Egitto. Da sottolineare l’importanza della Convenzione di Istanbul del Consiglio d’Europa contro la violenza sulle donne e la violenza domestica, firmata nel settembre scorso dal ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Elsa Fornero. Tale convenzione riconosce come grave violazione dei diritti umani ed elemento di discriminazione tutte le forme di violenza sulle donne.

«Oggi – ha asserito Graziella Condello, presidente della Fidapa di Gela – è una giornata di riflessione sulla violenza nei confronti della donna, che non riguarda solo culture involute rispetto alla nostra.

Un fenomeno recente in aumento è la violenza subita all’interno delle mura domestiche, da parte di uomini che continuano a mantenere comportamenti prevaricanti, ma purtroppo nella nostra città mancano sportelli antiviolenza. Un altro fenomeno da ricordare è quello della tratta di donne straniere, costrette alla prostituzione» La giornata delle donne nella nostra città è stata all’insegna della cultura. Sulle Tracce di Demetra è stato il tema del convegno organizzato al museo Archeologico, con visita guidata curata dall’archeologo Angelo Mondo, a cui è seguita la relazione sulla governance paritaria, tenuta dall’assessore all’istruzione e pari opportunità, Marina La Boria, e l’intervento dell’archeologa Angela Catania, che ha sottolineato come Demetra, dea della fertilità, fosse una figura importante per Gela e per la sua piana, fonte di risorsa agricola. A Demetra, molto venerata dalle donne della città è stato dedicato il santuario di Betlemme. Presso il teatro comunale Eschilo, a cura del piccolo teatro città di Gela per la regia di Biagio Pardo,è andato in scena La casa di Bernarda Alda di Garcia Lorca. Musica, letteratura e arte, in un recital cha ha ripercorso l’universo femminile, ha tenuto impegnati gli alunni del Liceo classico Eschilo, con brani di Euripide, Ibsen, Fallaci, Montale.

L’istituto Sturzo ha scelto il libro di Maria Azzolina dedicato a Virginia Liscio, donna gelese di grande spirito umanitario, che prestò soccorso a chiunque avesse bisogno, durante gli anni dello sbarco anglo-americano.

La politica di palazzo invece si è spostata nei quartieri popolari di. Marchitello, Margi e Settefarine, dove le consigliere comunali Giovanna Cassarà e Maria Pingo si sono recate per sentire le esigenze delle donne che risiedono siti dove manca una qualità della vita al femminile. Il coordinamento donne Spi -Cgil e la Camera del Lavoro di Gela, mercoledì 13, hanno organizzato un'assemblea di donne, presso la sala riunioni della Cgil di via Pitagora, dedicata alle donne che hanno un lavoro troppo spesso nero e senza diritti, a chi laureata e specializzata è costretta ad emigrare e ancora alle donne vittime di violenza. Il motivo per cui è stata scelta proprio la mimosa come simbolo di questa giornata, da attribuire all’iniziativa risalente al 1946 delle femministe Teresa Noce, Rita Montagnana e Teresa Mattei, è che la sua descrizione somiglia molto a quella di una donna: la mimosa è profumatissima e impalpabile, è povera (come povere di diritti erano le donne al tempo) ed è formata da grappoli, che simboleggiano l’unione, che noi donne dovremmo trovare per far valere i nostri diritti


Autore : Filippa Antinoro

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