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notizia del 08/03/2003 messa in rete alle 19:05:00
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Anita Lo Piano, crocerossina per passione
Anita Lo Piano, (nella foto), presidentessa della Sezione Femminile di Gela della Croce Rossa Italiana, è occupata a invitare i volontari della sua Sezione a donare il proprio sangue in occasione della raccolta esterna promossa dall’Adas nella sede della Sezione Femminile della Cri, in via Francia, ed è restia a parlare di sé. E’ disponibile, invece, a parlare della Cri e delle sue finalità. Con trasporto illustra le finalità e i principi fondamentali della Croce Rossa: Umanità, Neutralità, Imparzialità, Indipendenza, Volontariato, Unità e Universalità. Rende noto che la Croce Rossa nasce come movimento per il soccorso, senza discriminazioni, dei feriti nei campi di battaglia e che in tempo di pace opera, sia a livello nazionale che internazionale, per prevenire ed alleviare, in ogni circostanza, le sofferenze degli uomini. E’ un movimento essenzialmente indipendente: le società nazionali della Cri svolgono le loro attività umanitarie come ausiliarie dei poteri pubblici e sono sottoposte alle leggi vigenti in vigore nei rispettivi Paesi. Tuttavia devono conservare l’autonomia che permetta loro di operare secondo i principi del movimento.
Il Comitato Nazionale Femminile, all’interno della Cri, assolve al compito primario di assistenza rivolta principalmente a favore dei meno abbienti e delle categorie a rischio. Per supportare le attività socio-assistenziali, in modo da essere autosufficiente, il Comitato Nazionale Femminile sensibilizza le aderenti sia con il pagamento della quota di iscrizione sia promuovendo raccolta di fondi. A questo fine le Sezioni vengono invitate a organizzare manifestazioni benefiche in modo da ottenere gli apporti economici necessari. Il comitato è, altresì, presente negli interventi della Croce Rossa Italiana nel caso di emergenze nazionali e internazionali accanto agli organi della Protezione Civile.
– Che cosa l’ha spinta a spendersi nel sociale e nel volontariato?
"Opero nel volontariato da circa vent’anni. Non ricordo un evento particolare che ha costituito il motivo o l’origine della mia attività a favore dei più bisognosi. Forse una “spinta” a fare di più, nonostante avessi i miei figli piccoli, l’ho avuta quando ho frequentato un corso di comunicazione e consulenza familiare presso il consultorio Eraclea. Proprio in quell’occasione venni a contatto con problematiche che investono la famiglia e i giovani che mi fecero comprendere quando sofferenza umana profonda c’è in molte famiglie, che, talvolta, proprio per le condizioni in cui versano, vivono ai margini della società civile".
– Questa sua attività nel volontariato al servizio dei più bisognosi ha comportato trascuratezza della sua famiglia?
"Assolutamente no. Io ho tre figli; due già sposati e una quindicenne. Anche quando erano piccoli non mi sono risparmiata pur di potere aiutare chi si trovava in situazioni di bisogno e di sofferenza. I miei figli e tutta la mia famiglia hanno contribuito ad alimentare la mia operosità nel sociale e in loro, ogni volta, vedevo crescere il senso di responsabilità e la sensibilità verso determinate situazioni. Forse è stato proprio il mio impegno sociale a cementare l‚assetto della mia famiglia e a far lievitare l’attenzione, la sensibilità e l’interesse dei suoi componenti verso chi, per i motivi più vari, si trova a vivere in situazioni di disagio. Una delle mie figlie non ha visto l’ora di compiere quindici anni per diventare pioniera della Sezione Femminile della Cri al fine di potere aiutare i disabili e coloro che vivono in situazioni di marginalità. E poi ho un marito che mi ha sempre collaborato e sostenuto in questa mia opera di solidarietà. Penso che i giovani abbiano bisogno di vivere queste esperienze che si sostanziano nel concedere parte del proprio tempo agli altri, anche solo per ascoltare le loro storie e rivolgere parole di conforto, al fine di riacquistare alcuni valori importanti della vita ormai perduti".
– Quali sono i compiti della Sezione Femminile Gelese della Croce Rossa?
"Le volontarie della Sezione Femminile sono impegnate su molti fronti. Attualmente assistiamo 400 famiglie bisognose e ben 38 famiglie di extracomunitari approvvigionandoli di viveri e di quant’altro necessita per soddisfare i loro bisogni primari. A fianco della Protezione Civile interveniamo nelle situazioni di emergenza quali frane, o conseguenze del maltempo etc. Prestiamo, altresì, servizi vari ai disabili e organizziamo feste di beneficenza per raccogliere fondi necessari per la nostra attività di solidarietà a 360 gradi. In collaborazione con la Capitaneria di Porto cerchiamo anche di aiutare i sette marinai della motonave Sara rimasta ancorata al porto inviando viveri. Vorremmo, però, poter fare di più per questi uomini che dal mese di agosto non comunicano con le loro famiglie. Speriamo che le autorità competenti ai diversi livelli riescano a sbrogliare l’intricata matassa della questione giuridica che ostacola il ritorno dei marinai alle loro famiglie".
Autore : Graziana Cannadoro
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